MANESSIER, Alfred
Pittore francese, nato a Saint-Ouen (Somme) il 5 dicembre 1911; ha studiato all'École des Beaux-Arts di Amiens, poi (dal 1929) a quella di Parigi. Cominciò a esporre fin dal 1933 al Salon des Indépendants e, frequentando l'Académie Ranson a Parigi, v'incontrò nel 1935 R. Bissière, iniziando così un'amicizia assai feconda d'insegnamenti. Nel '41 M. prese parte, con Les Lunatiques, a quella mostra Peintres de tradition française alla gall. Braun che fu il punto di partenza per gli artisti partecipanti (primo fra tutti J. Bazaine) verso la ricerca di un nuovo linguaggio non figurativo, al di là del cubismo e dell'astrattismo geometrico. Per M. questo linguaggio, ricco in lui di finezze tonali, fu fin da allora denso di aspirazioni mistiche (Homme à la branche, 1942, Femmes à la lampe) che anticipavano la conversione religiosa avvenuta nell'estate 1943 durante un soggiorno alla Grande Trappe di Soligny. Da allora il tema sacro è il prediletto di M., senza che l'artista mai scada nella facile oratoria o nell'edificante. In grandi composizioni sulle feste liturgiche (Pasqua, Natività, ecc.), sono a volte appena accennate allusioni a oggetti-simbolo (una croce, una corona di spine); ma questi sono pur sempre elementi di una composizione che, essa tutta intera nelle sue forme e colori, - e non per quegli accenni di oggetti - ha il compito di rendere la profondità del raccoglimento spirituale.
La produzione di M. è assai vasta anche nel campo delle arti decorative: arazzi (Cristo alla colonna per l'oratorio domenicano di Saulchoir, Seine-et-Oise, 1949), smalti (ne ha esposti nel 1956 alcuni eseguiti su suoi modelli dal P. Dupeux), e soprattutto vetrate, forma d'arte, questa, particolarmente congeniale al suo acceso cromatismo (per la chiesa dei Bréseux, Doubs, 1949; per la chiesa di Tous-les-Saints a Basilea, 1952; per quella di Saint Pierre de Trinquetaille ad Arles, 1952; per la cappella di Hem, Nord, 1957). Si devono inoltre a M. le scene e i costumi per il balletto La comédie humaine di L. Massine, dal Decameron, al festival del balletto di Nervi, 1960.
Bibl.: C. Bourniquel, Trois peintres, Le Moal, M., Singier, Parigi 1946; L. Degand, Lapicque et M., in Art d'Aujourd'hui, n. 5, dic. 1949, p. 14; A. Morello, M., antifigurativo, in La Fiera letteraria, 8 marzo 1953, p. 7; C. Bourniquel, Oeuvres récentes de M., in XXe Siècle, n. 4, genn. 1954, pp. 71-72; J. Cayrol, M., Parigi 1955; B. Dorival, A. M., artisan religieux, in L'Oeil, n. 10, ott. 1955; H. Vollmer, Allgem. Lexikon der bildenden Künster des XX. Jahrh.s, III, Lipsia 1956, p. 312; Dom J. Dupeux, M. et les émaux de Ligugé, in XXe Siècle, n. 8, genn. 1957, pp. 78 ss.; W. George, M. et la primauté du spirituel, in Prisme des Arts, n. 8, genn. 1957, pp. 10-12; M. Brion, Francia e Scuola di Parigi, in L'arte dopo il 1945, Milano 1958, p. 24; N. Ponente, Peinture moderne. Tendances contemporaines, Ginevra 1960, pp. 40-42, 194 e passim; C. Bourniquel, A. M. peintre mystique, in XXe Siècle, n. 15, 1960, pp. 74-84.