Brendel, Alfred
Pianista austriaco, nato a Wiesenberg (Moravia) il 5 gennaio 1931. Allievo per il pianoforte di S. Deželić e L. von Kaan, si è in seguito perfezionato sotto la guida di E. Fischer, P. Baumgartner ed E. Steuermann, completando la sua formazione musicale con F. Dugan (armonia) e A. Michl (composizione). Dopo il debutto a Graz nel 1948, si è segnalato all'attenzione internazionale vincendo il premio Città di Bolzano al concorso Busoni (1949).
Le numerose incisioni discografiche, effettuate tra il 1950 e il 1965 (anno in cui vinse il Grand prix du disque), contribuirono notevolmente alla notorietà di B., fra i primi pianisti classici ad affermarsi tramite questo mezzo. Grazie a esse iniziò una brillante carriera concertistica, costruita su un vastissimo repertorio, accanto alle principali orchestre d'Europa e degli Stati Uniti, con tournée in Europa, Giappone, Americhe, Medio Oriente, Australia, e partecipazioni ai festival di Vienna, Salisburgo, Aldeburgh, Edimburgo. Dal 1974 vive e svolge la sua attività didattica a Londra.
Filologo rigoroso, particolarmente attento al senso della forma, fin dagli anni Sessanta B. ha orientato le sue scelte musicali verso la grande tradizione viennese, fino a Berg e Schönberg: innanzitutto Beethoven, di cui ha più volte affrontato l'integrale per pianoforte solo (notevoli le Variazioni op. 35 e le Bagatelle op. 126) e i Concerti con orchestra in cicli di recital e incisioni; si è rivelato inoltre un interprete mozartiano ideale, specialmente nell'equilibrio perfetto raggiunto nei Concerti, incisi integralmente. B. è tra i pochi grandi pianisti a essersi dedicato sistematicamente alla riscoperta di Haydn, con una serie di incisioni effettuate tra il 1979 e il 1985, restituendo coraggiosamente tutto lo humour delle sonate attraverso l'uso sapiente di uno 'staccato' vertiginoso, contrasti dinamici assoluti, il gioco chiaroscurale degli accenti e delle sospensioni inaspettate; pur non utilizzando strumenti d'epoca, ha recepito quello che la pratica degli strumenti tardo settecenteschi poteva insegnare, perfezionando un tocco brillante di scatto di dita, indispensabile per ottenere sul pianoforte moderno sottili variazioni timbriche, nell'ambito di un volume sonoro limitato. Del repertorio romantico di B. si segnalano alcune interpretazioni di Liszt (Sonata in si minore, i due Concerti sotto la direzione di M. Gielen), Chopin (Polonaises), Brahms (i due Concerti) e molti lavori della maturità di Schubert.
B. ha curato l'edizione critica di musiche di Beethoven e pubblicato le cadenze per il Concerto K. 466 di Mozart, oltre a numerosi articoli e saggi su quotidiani e riviste specialistiche. Fra i suoi scritti ricordiamo: Musical thoughts and afterthoughts (1976, 1982²); Nachdenken über Musik (1977); Music sounded out (saggi, 1990); Fingerzeig (1996).
bibliografia
M. Ashman, Brendel discography, in Records and recordings, 1975, 6, p. 8.
L. Harden, '... an Extremen nicht interessiert', in Fonoforum 1975, 4, p. 327 (con discografia).
P. Rattalino, Da Clementi a Pollini, Firenze 1983; P. Rattalino, Pianisti e fortisti, Firenze 1990.