ALFONSO XI, re di Castiglia e di León
Quando successe al padre Ferdinando IV, all'eta di un anno (1312), l'anarchia interna, cagionata dalle ambizioni dei magnati e così tipica nella storia di Castiglia, raggiungeva il culmine. Gl'intrighi tra gl'infanti della corona, per la tutela del regio fanciullo. si successero con varia vicenda. Gli infanti don Giovanni e don Pietro, rispettivamente pro-zio e zio del re, furono i primi tutori, unitamente alla regina Maria di Molina, nonna del monarca. Questi infanti morirono nel 1319, lottando contro il regno di Granata. Altre lotte intestine aggravarono la situazione interna. Si aggiunsero ancora la morte di Maria di Molina, saggia reggitrice, e le divergenze tra i nuovi tutori, gl'infanti don Giovanni Emanuele, don Giovanni lo Storpio, e don Filippo. Nel 1325 dalle Cortes di Valladolid il re fu dichiarato maggiorenne. Dopo aver duramente punito i nobili partigiani degli ex-tutori, facendo uccidere a tradimento l'infante don Giovanni lo Storpio, e, in seguito, uno dei suoi consiglieri, Alvaro Nuñez Osorio, intraprese la lotta contro Granata. Se non che gl'insuccessi militari delle prime campagne e le ribellioni frequenti dei magnati, da lui peraltro energicamente represse, lo indussero a concludere una tregua col re musulmano di Granata (1331), contro i patti stabiliti col re d'Aragona. A tale tregua dovette indurlo anche la tensione dei rapporti con Navarra e Portogallo, contro i quali, di lì a poco, A. dovette prendere le armi, mentre anche il re d'Aragona, Pietro il Cerimonioso, gli si mostrava tutt'altro che amico. Ma non fu difficile ad A. riconciliarsi coi suoi avversarî. Era venuto il momento in cui la Spagna, gravemente minacciata dall'Africa musulmana, doveva unire in un fascio tutte le forze degli stati cristiani per la comune difesa contro il sultano marīnida del Marocco, che, impossessatosi di Gibilterra (1335), minacciava d'invadere la penisola. A. si affrettò a pacificarsi con Navarra, e, alleatosi col conte-re di Catalogna-Aragona (1338), fece preparativi febbrili per sostenere l'urto con l'Islamismo. Castiglia e Aragona unirono le loro flotte, e riuscirono a distruggere l'armata marocchina, rinforzata da navi genovesi: lo stesso ‛Abd al-Malik, figlio del sultano Abū 'l-Ḥasan, fu sconfitto ed ucciso. Ma, in seguito, la flotta castigliana subì una grave disfatta, e fu ucciso lo stesso ammiraglio Jofre Tenorio. Tarifa fu cinta d'assedio dal nemico vittorioso. Per A. fu questo il momento più critico della guerra: la distruzione della flotta, l'assedio al centro vitale della difesa, l'ostilità di suo suocero, re di Portogallo, non lo fiaccarono tuttavia. Si affrettò a concludere la pace col suocero, ne ottenne aiuto, e, riorganizzate le sue forze, riuscì ad annientare l'esercito di Abū 'l-Ḥasan davanti a Tarifa, sulle rive del fiume Salado (28 novembre 1340). Le conseguenze della grande battaglia di Tarifa o del Salado non furono così vantaggiose come si sarebbe potuto sperare; tuttavia nel 1344, dopo un durissimo assedio, A. entrava dittorioso in Algeciras. Al trionfo contribuì molto il rinforzo delle navi genovesi, condotte dall'ammiraglio Egidiolo Boccanegra, fratello del doge Simone, e della flotta catalana. All'assedio della città, nel quale sappiamo essere state usate armi d'artiglieria, parteciparono parecchi magnati e principi d'Inghilterra, di Francia e di Germania: tra essi Filippo d'Evreux, re consorte di Navarra. Più tardi il valoroso A. tentò riacquistare Gibilterra; mai durante l'assedio, morì di peste (26 marzo 1350).
Il regno di questo gran re, detto a volte il Giustiziere, è uno dei più gloriosi della storia spagnuola. Oltre che per l'impulso dato all'opera della riconquista, che non doveva essere ripresa seriamente se non un secolo e mezzo più tardi, egli si distingue per la sua grande energia, anche se essa fu spinta fino alla crudeltà, nel castigare la nobiltà ribelle e nel procurare l'eguaglianza giuridica di tutti i sudditi. La sua grande opera di ricostruzione nel governo del paese è manifestata palesemente dalle disposizioni emanate nelle diverse e importanti Cortes che egli riunì. Famose tra esse sono quelle di Alcalá de Henares (1348), che promulgarono l'Ordenamiento de Alcalá, mediante il quale entrano in vigore Las Partidas, quale codice suppletivo. Il re figura anche nella storia della letteratura spagnuola per il Libro de la Montería, un trattato di questioni di caccia, scritto verso l'anno 1340.
Bibl.: Fonte principale: Crónica de Alfonso XI, in Biblioteca de Autores Españoles, LXVI (arriva fino al 1344). Cfr. A. Ballesteros, Historia politica, diplomática y militar de Alfonso XI (ancora inedita); id., Historia de España y su influencia en la historia universal, III, Barcellona 1920, pp. 43-58; il Libro de la Montería, in Biblioteca Venatoria, Madrid 1877, voll. 2. v. inoltre B. Sánchez Alonso, Fuentes de la historia española é hispanoamericana, 2ª ed., Madrid 1927, nn. 1370-1379.