SASTRE, Alfonso (App. IV, iii, p. 274)
Drammaturgo spagnolo. Dopo un lungo periodo di assenza dalle scene, S. è tornato ad animare la vita teatrale della Spagna democratica, grazie soprattutto alle collaborazioni con i teatri indipendenti, quasi che non si fosse ancora spento del tutto l'ostracismo esercitato nei suoi confronti per decenni dalla censura franchista e dal teatro commerciale.
Un nuovo orientamento si delinea, a partire dagli anni Settanta, nel lungo e complesso cammino di ricerca di S.: egli non rinnega la propria concezione del teatro e dell'arte come fattori di trasformazione della società, ma esprime riserve circa l'efficacia del teatro documentario e politico. All'insegna del nuovo concetto di tragedia compleja, S. approda così a una drammaturgia che, pur accettando il nichilismo del teatro dell'assurdo, non se ne lascia fagocitare, e che, pur riconoscendo il carattere tragico dell'esistenza individuale, salva la prospettiva storica e il valore della prassi. Uno dei drammi che meglio rappresentano tale svolta è El camarada oscuro (1979), tragedia compleja in cui S. ha cercato di superare i tradizionali limiti tra i generi, mescolando teatro di documentazione e farsa. Un tentativo di indurre un processo di presa di coscienza attraverso la comicità si ha anche in Ahora no es de leil (1980) e in La taberna fantástica (1983, ma scritta nel 1966; trad. it. 1985).
Tra le altre opere, da ricordare: Terrores nocturnos (1981); El hijo único de Guillermo Tell (1983); La tragedia fantástica de la gitana Celestina (1985, ma scritta nel 1966; trad. it. La Celestina: storia di amore e di mafia, 1979); El viaje infinito de Sancho Panza (1987; trad. it. 1987); Demasiado tarde para Filoctetes (1990); Los díoses y los cuernos (1995); El asesinato de la luna llena (1997).
Bibl.: M. Ruggeri Marchetti, Il teatro di Alfonso Sastre, Roma 1975; P. Scialdone, Caratteri e figure muliebri nel teatro di Alfonso Sastre, Firenze 1984; Diccionario de literatura española e hispanoamericana, a cura di R. Gullón, 2 voll., Madrid 1993, ad vocem.