PETRUCCI, Alfonso
Cardinale. Nato nel 1492 da Pandolfo, signore di Siena, fu da Giulio II creato vescovo di Massa Marittima e cardinale (1511); nel conclave del 1513 fu tra i fautori di Giovanni de' Medici, Leone X. Ma, deluso nella speranza di eccessivi favori, irritato perché il papa aveva sostituito in Siena con una sua creatura il fratello di lui Borghese (marzo 1516), si ritirò nel luglio a Genazzano, feudo dei Colonna, trattò con il viceré di Napoli per il riacquisto della città, tentò di valersi delle difficoltà in cui era il papa per la guerra d'Urbino. E fu detto più tardi che meditasse allora, d'accordo con altri cardinali, di far uccidere Leone X per mezzo del suo medico. Ritornò tuttavia a Roma con un salvacondotto papale (11 febbraio 1517), ripartì di nuovo (7 od 8 marzo), ottenne la protezione del re di Spagna, in ultimo concluse col papa un accordo, per il quale doveva essere rimesso in Siena (15-16 giugno 1517); e, rassicurato da una promessa papale, rientrò in Roma il 18, quando già da due mesi erano stati arrestati i suoi familiari. Il 19 fu arrestato egli stesso per quella sua congiura, che era denunziata da uno di costoro; dopo che Leone X ebbe promesso di perdonare, fu letta in concistoro una cedula, in cui egli confessava "partem erroris sui"; egli fu privato dei suoi uffici (22), deferito al braccio secolare, ucciso oscuramente in carcere (4 luglio), forse senza ordine del papa. Il modo con cui fu condotto il processo lascia il dubbio se si trattasse di vera congiura, o non invece di maneggi politici e d'imprudenti discorsi di un giovine "pazzo", qual era giudicato il P.
Bibl.: A. Ferrajoli, in Miscell. della R. Soc. rom. di st. patria, III, Roma 1920; L. Pastor, Storia dei papi, trad. it., IV, Roma 1921; G. B. Picotti, in Riv. stor. ital., n. s., I (1921), pp. 249-67.