FUSCO, Alfonso Maria
Nacque ad Angri, presso Pompei, il 23 marzo 1839, primogenito di Aniello e Giuseppina Schiavone.
Di famiglia agiata ma popolana, di radicata tradizione cattolica, ricevette privatamente le prime nozioni dal canonico del posto, per entrare poi, il 5 nov. 1850, nel seminario della vicina Nocera Inferiore. Vi frequentò le classi ginnasiali, il triennio di filosofia e il quadriennio di teologia.
Ordinato sacerdote il 29 maggio 1863, si dedicò all'educazione dei fanciulli dei "bassi", condannati all'analfabetismo e alla strada, organizzando in casa propria una sorta di scuola elementare.
In seguito riuscì a ottenere in uso una chiesetta, dove diede vita al piccolo oratorio "dell'Angelo". L'iniziativa ebbe però vita assai breve: la gente del posto infastidita dagli schiamazzi dei giochi dei fanciulli ne ottenne la chiusura.
Nei primi quattro anni di sacerdozio il F. prestò il suo ministero presso la collegiata di S. Giovanni Battista in Angri con mansioni di vario tipo. Nel tempo libero, percorreva la diocesi per le missioni rurali con i missionari di S. Vincenzo de' Paoli, impegno che protrarrà, con qualche intervallo, sino al 1887. Durante la grave epidemia di colera che colpì Angri nel 1869 si prodigò nell'assistenza ai malati, sino a rimanere contagiato e a rischiare seriamente la vita.
Nel 1871, dopo dieci anni di sede vacante, fu nominato vescovo della diocesi nocerina R. Ammirante, il quale assegnò al F. un piccolo beneficio come cantore. Nel frattempo, dopo la morte della madre, gli era stata affidata l'amministrazione dei beni familiari per l'anziano padre e la sorella nubile. Grazie a parte dei proventi che ne ricavò, e con l'aiuto finanziario di una benefattrice, R. Graziani, e l'opera delle suore compassioniste di Castellammare di Stabia, nel 1876 fondò ad Angri il primo ricovero per quattro orfanelle.
Presto tuttavia si manifestarono motivi di contrasto con le suore, gli stessi che diverranno un tema ricorrente nella vita del F.: la sua fiducia assoluta nell'intervento della divina Provvidenza per risolvere gli imbarazzi finanziari che le opere di carità, per il sacerdote non rimandabili, ciclicamente causavano si scontrava inevitabilmente con l'attitudine molto più pratica di chi lo coadiuvava.
Nella casa della signora Graziani il F. aveva intanto conosciuto Maddalena Caputo, volitiva, istruita - di famiglia benestante e cattolicissima che desiderava per lei un brillante matrimonio - fortemente convinta invece della propria vocazione religiosa. Rotti i rapporti con il piccolo orfanotrofio delle compassioniste, il F. ottenne nel 1878 dal vescovo Ammirante il permesso di fondare con la Caputo un nuovo istituto. Affittò con i propri risparmi una casa in rovina presso la chiesa dell'Annunziata, dove il 26 sett. 1878, fuggendo dalle famiglie, si trasferirono la Caputo e altre tre giovanette. La fuga e le misere condizioni di vita di queste suscitarono un grave scandalo, ma dopo un anno la casa accoglieva già otto aspiranti suore e otto orfanelle e godeva dell'appoggio incondizionato del vescovo, che il 16 luglio 1880 impartì la benedizione ufficiale all'Istituto, denominato delle suore battistine del Nazareno. La Caputo, col nome di suor Crocifissa, ne fu la prima superiora. Nella nuova sede il F. ricavò per sé sul retro della cappella una buia e minuscola cella, del tutto separata dalla casa, dove visse per il resto dei suoi giorni.
Nel 1881 la morte del vescovo lasciò il F. nuovamente esposto alle critiche malevole: l'accusa di incapacità amministrativa gli costò nel 1884 la rimozione dalla direzione dell'istituto e la sospensione dalla facoltà di predicare e confessare. Riabilitato ufficialmente e reintegrato nell'incarico l'anno successivo, ebbe la gioia di vedere espandersi la sua opera tra il 1886 e il 1887 con l'apertura di case a Napoli, Pontecagnano, Montecorvino Rovella, Pianura e Benevento.
Sfidando i pregiudizi dei tempi, particolarmente radicati nella società meridionale, aveva già inviato alcune delle suore alle scuole normali perché potessero conseguire l'abilitazione all'insegnamento nelle elementari e sostituire le maestre laiche nelle proprie scuole.
Alla fine del 1887 l'istituto contava sette case, cinquanta suore e più di cento postulanti. Il 2 ag. 1888 il vescovo approvò la regola della Congregazione delle suore di S. Giovanni Battista. Il 29 sett. 1889 il F. inaugurò un orfanotrofio maschile, presto trasformato in scuola artigiana, affiancata da una scuola serale e oratorio festivo per adulti e da un'attiva tipografia di stampa cattolica. Le preoccupazioni per le spese dell'istituto maschile e le invidie costrinsero però il F. a chiudere l'opera con la dimissione degli orfanelli. Non fu abbastanza per evitare nel 1890 la ribellione delle case femminili di Benevento e Roma. Questa riuscì in un primo tempo a trovare ascolto tra le autorità ecclesiastiche, ottenendo l'autonomia dalla casa madre e l'allontanamento del F. dalla direzione dell'istituto. Solo nel 1892, un anno prima di morire, la superiora generale e cofondatrice ricondusse la casa di Roma all'obbedienza e fece restituire al F. il governo sulla sua opera, che egli mantenne sino alla morte. Sin dal 1904 una comunità di suore battistine si era stabilita ufficialmente negli Stati Uniti d'America.
Il F morì morì ad Angri il 6 febbr. 1910.
La causa di beatificazione del F. è stata introdotta il 22 giugno 1951. Paolo VI ne ha riconosciute le virtù eroiche il 12 febbr. 1976. Di mano del F. si ritiene sia l'operetta Cenni storici della Piccola Casa della provvidenza dell'Istituto battistino del Nazareno, Angri 1898; manoscritti vari (prediche, lettere, registri, appunti) sono conservati nell'Archivio della postulazione presso la casa generalizia delle suore battistine; Fioretti e sentenze del servo di Dio A.M. F. sono stati pubblicati a cura di B. Saulo (Roma 1957).
Fonti e Bibl.: Acta Apostolicae Sedis, XLIII (1951), pp. 866 s.; Nucerina Paganorum - Beatificationis et canonizationis servi Dei A.M. F.… Positio super virtutibus, Roma 1962; L. D'Antuoni, Cenni storici della Piccola Casa della provvidenza dell'Istituto delle battistine del Nazareno, s.l. 1885; Il servo di Dio can. A.M. F., Roma 1939, con prefazione di I. Giordani; La congregazione delle suore di S. Giovanni Battista, Roma 1948; V. Gilla Gremigni, Il padre degli orfani. Il servo di Dio can. A.M. F., Roma 1953; I. Giordani, Don F. e la sua opera, Roma 1953; A. Ricciardi, Il canonico d. A.M. F., Roma 1953; S.C. Lorit, Cinque lire e una stamberga, Roma 1963; B.M. McCoy, Notes for a Biography of Venerable A.M. F., New York 1977; S. Garofalo, Operaio di Dio, Città del Vaticano 1978; Enc. cattolica, V, col. 1824; XI, col. 1560; Bibliotheca Sanctorum, V, p. 1323; Lexikon für Theologie und Kirche, IV, p. 475; Dict. d'hist. et de géogr. ecclés., XIX, col. 486.