LOMBARDI, Alfonso
Scultore, nato probabilmente a Ferrara nel 1497, da Nicolò Cittadella lucchese e da Eleonora Lombardi morto il 2 dicembre 1537 a Bologna. Quivi principalmente operò nel 1522; eseguì per l'ospedale di S. Maria della Vita il grandioso Transito della Vergine, in terracotta, con franco e morbido modellato: composizione un poco enfatica che riflette la maniera romana, commista di elementi derivati da Raffaello e da Michelangelo. A questo periodo appartengono, secondo antiche notizie, l'Ercole (Palazzo comunale) e i busti degli Apostoli, ora nella cattedrale di Ferrara. Dal 1526 al 1530 lavorò per la fabbrica di S. Petronio (portale sinistro, Resurrezione di Cristo; formelle con una storia di Rebecca, Nascita di Esaù e dt Giacobbe, Mosè presentato a Faraone). Gli procurò fama di ritrattista il busto di Carlo V, eseguito quando l'imperatore si recò a Bologna per l'incoronazione (22 febbraio 1530). Nel 1533 il senato gli commise la predella marmorea per l'Arca di S. Domenico, ove figurò storie della vita del santo e un'Adorazione dei Magi, affollata, trita e affaticata. Accompagnò il cardinale Ippolito de' Medici, suo protettore, a Roma, ove ritrasse Clemente VII e Giuliano de' Medici (Firenze, Palazzo Vecchio). Altre sue opere si conservano a Bologna, a Ferrara, a Faenza e altrove: tutte hanno abilità di modellato, ricerca di nobile compostezza, superficialità d'espressione. Il L. può considerarsi continuatore dell'arte regionale emiliana della terracotta, che egli trasforma nei suoi aspetti tradizionali vivaci e popolareschi, per farle assumere la dignitosa e classicheggiante freddezza dei suoi marmi.
Bibl.: G. Baruffaldi, Vita di A. L., Venezia 1847; F. Schottmüller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929; I. B. Supino, L'"Ercole" di A. L., in Riv. d'arte, XI (1929), pp. 110-13.