GATTO, Alfonso
Poeta, nato a Salerno il 17 luglio 1909; esercitò da giovane diversi mestieri; collaboratore di varî giornali e periodici, nel 1938 fondò e diresse, con Vasco Pratolini, Campo di Marte, quindicinale fiorentino di letteratura e d'arte, a tendenza ermetica.
Esordì con una raccolta di liriche, Isola (Napoli 1932), cui ha fatto seguire: Morto ai paesi (Modena 1937), Poesie (Milano 1939, nuova ed. Firenze 1941), Il sigaro di fuoco, poesie per i ragazzi (Milano 1945) Il capo sulla neve (ivi 1949), Nuove poesie (ivi 1950), La foza degli occhi (ivi 1954), La madre e la morte (Lecce 1959). Nella sua poesia il G. ha dapprima cercato, con risultati assai incerti, e poi trovato, con esiti sempre più felici, la maniera di accordare l'essenzialità della parola con la sua modulazione canora, le arditezze analogiche di un ermetismo spinto alle estreme rarefazioni con gli echi o le nostalgie della melica settecentesca, di canzonette e "ariette" alla Di Giacomo: conforme alle esigenze del suo gusto, portato ad un realismo quasi popolaresco, e insieme alla trasposizione baroccheggiante di codesta realtà in arcane prospettive della memoria.
Bibl.: E. Montale, in Pègaso, maggio 1933; G. De Robertis, Scrittori del Novecento, Firenze 1940; O. Macrì, Esemplari del sentimento poetico contemp., ivi 1941; id., Caratteri e figure della poesia ital. contemp., ivi 1956; N. Gallo, in Società, marzo 1950; G. Vigorelli, in La Fiera letteraria, 4 luglio 1954; A. Bocelli, in Il Mondo, 2 nov. 1954; La Fiera letteraria, 25 dic. 1955 (numero dedicato al G.).