DUPUY, Alfonso
Nacque a Milano il 17 nov. 1811, da Carlo Filippo e Teresa Ostinelli. Fu architetto e segretario di Maria Cristina di Borbone Napoli, regina vedova del re di Sardegna Carlo Felice, come attesta una patente del io marzo 1836 (Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Fondo Duca di Genova, reg. 632/ 1), da cui risulta che l'anno prima era stato chiamato "dalla Lombardia sua patria a prestar servizio presso la Real Casa". L'attività del D., al servizio di Maria Cristina prima e di Ferdinando di Savoia duca di Genova poi, durò sino al 1855 (l'anno dopo veniva pensionato), come attesta una documentazione per lo più indiretta scambiata con gli incaricati delle amministrazioni delle regie proprietà: villa reale di Govone, castello di Agliè, tenute di Ozegna, Apertole di Crescentino, Oviglio, Azzate e Mezzana (ibid., cat. 626: Lettere ricevute e spedite, anni 1835, 1836, 1837, 1838, 1839, 1840; ibid., Corrispondenza ordinaria, mz. 5, anno 1835).
In particolare si trovano riferimenti alla collocazione dei marmi sulla scala nuova, alla costruzione del nuovo salone, all'architettura del parco del castello di Govone e ad interventi di varia entità nelle cascine di quella tenuta; al disegno della custodia interna in argento per il corpo della beata Margherita di Savoia, manufatto realizzato in collaborazione con un orefice di nome Borani (conservato presso la chiesa di S. Maria Maddalena ad Alba; cfr. ibid., Lettere…, cat. 626, lettera del 9 nov. 1836); alla cappella del castello di Agliè (1838) e a quella della vicina chiesa della Natività della Madonna di Ozegna (ibid., lettera n. 355, 4 dic. 1838).
Al D. era affidata poi la gestione della manutenzione e lo sviluppo delle vaste tenute reali, attività itinerante e molto faticosa. Un suo importante intervento fu nel 1837, alle Apertole (in collaborazione con gli ingegneri di Strade e ponti) per il taglio con canalizzazione della tenuta, opera portata avanti dalle Regie Finanze (cfr. ibid., n. 419, 3 ott. 1837).
Nel dicembre 1836 il D. intervenne anche per l'inventario e la sistemazione in Torino di una biblioteca per la collezione di libri e stampe della stessa regina, con scelta di alcune stampe che essa voleva donare alla Società di incoraggiamento per lo studio del disegno nella provincia della Valsesia (cfr. Ibid., Patenti, biglietti e chirografi di S. M. la Regina Maria Cristina, 6. ott. 1836); per questa società, sempre nel 1836, progettò a Varallo Sesia la sede, poi realizzata da A. Antonelli.
Nel 1836 il D. scrisse una relazione sulle condizioni dei contadini della tenuta delle Apertole di proprietà della regina Maria Cristina (G. Caligaris, in Le Apertole: una tenuta agricola sabauda alla fine del '700. La chiusura di un pascolo comune, in Studi piemontesi, IX [1980], I, p. 107).
Infine, il D. firmò quale procuratore il testamento redatto da Maria Cristina (cfr. Arch. di Stato di Torino, Corte, Carte Savoia-Carignano, Fondo ex Quirinale, Testamento di Maria Cristina), per la quale esegui anche l'allestimento dell'apparato funerario (1849), come risulta dal disegno con Pianta della chiesa di S. Giovanni disposta per il funerale della fu M. la Regina M. Cristina (cfr. Ibid., Sezioni riunite Fondo Duca di Genova, art. 606).
Nel 1839 progettò la facciata, con frontone neoclassico, dell'ospedale degli Infermi in Biella, realizzata solo nel 1870. Nello stesso anno venne incaricato da Ferdinando Avogadro di Collobiano, gran maestro della casa di Maria Cristina, di intervenire sulla antica rocca di Montecavallo, presso Vigliano Biellese, di cui restavano una torre e poche rovine: ne derivò un edificio quadrato in stile neogotico, con torri merlate ed una galleria che lo unisce alla cappella. Anche il parco che circonda il castello è opera del D., che coordinò l'arredo interno del castello e in particolare della splendida biblioteca.
Nel 1840 il D. ebbe rapporti con il celebre ingegnere idraulico G. Magistrini, per opere di contenimento del fiume Tanaro, nelle vicinanze di Govone. Nel 1843 progettò il suo capolavoro, la chiesa di S. Francesco di Sales o delle sacramentine (L. Cibrario, Storia di Torino, II, Torino 1846, pp. 646 s.), sita in Torino nell'odierna via dei Mille, di cui disegnò anche l'arredo e la cui facciata venne terminata da C. Ceppi nel 1873.
Nel 1845 ricevette l'incarico di restaurare la prima cappella a sinistra della chiesa torinese di S. Lorenzo dalla Società degli architetti e scultori milanesi; per la stessa chiesa nel 1846 ridusse nelle forme attuali l'antica aula di S.Maria del Presepe ora oratorio dell'Addolorata. Intorno al 1850 era occupato nella ristrutturazione degli appartamenti di palazzo Chiablese a Torino per incarico del duca di Genova. Nell'ambito di questi lavori fece decorare una galleria al pittore A. Colla, con il quale fu in rapporto anche in occasione dei restauri della cappella del S. Sepolcro alla basilica di Oropa (1851). Con il 1856, anno del suo pensionamento, cessano le notizie sulla sua attività professionale, fatto che, unito alla scarsa conoscenza della sua produzione, ha condotto prima il Boggio (1917) e quindi altri storici a considerare il D. un architetto scomparso in giovane età: in realtà mori a Torino il 17 giugno 1895.
Dopo il 1856 si sa solo che si dedicò alla gestione della tenuta di Uggiate Trevano (Como), che nel 1850 aveva acquistato da Ferdinando Avogadro di Collobiano, divenendo il più ricco possidente del paese (cfr. L. Pierangelo, L'asilo infantile Dupuy-Moris, Uggiate 1981).
Fonti e Bibl.: Necr. in Gazzetta del popolo, 19-20 giugno 1895; La Stampa, 25 giugno 1895. Oltre ai docc. citati all'interno, cfr. Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Fondo Duca di Genova, reg. 561; reg. 632 vol. I, 1: Patenti, biglietti e chirografi, pp. 92, 132, 133; G. Casalis, Dizionario geografico…, XXXI, Torino 1851, pp. 211 ss.; M. Marocco, L'adorazione perpetua del Ss. Sacramento nella città di Torino. Cenni storico-artistici del 1670. …, Torino 1874, pp. 30, 48; P. Pozzo, Biella, mem. stor. ed industriali, Biella 1889, p. 249; C. Boggio, Lo sviluppo edilizio di Torino dalla Rivoluzione francese…, in Atti d. Soc. d. ing. e arch. di Torino, LI (1917), 5, p. 4; G. Romerio, La Società d'incoraggiamento allo studio del disegno in Valsesia, Varallo s.d. [ma 1925], p. 14 n. 5; L. Mallè, Le arti figurative in Piemonte, Torino s.d. [ma 1961], p. 416; L. Tamburini, Le chiese di Torino dal Rinascimento al Barocco, Torino s.d. [ma 1968], ad Indicem; A. Griseri-R. Gabetti, Architettura dell'eclettismo, saggio su G. Schellino, Torino 1973, ad Indicem; A. Cavallari Murat, Sperimentazione stilistica di C. Promis per Carlo Alberto: una basilica cristiana…, in Boll. della Società piemontese di archeol. e belle arti, n. s., XXX-XXXI (1976-1977), pp. 62, 69 s.; A. Magnaghi-M. Monge-L. Re, Guida all'architettura moderna a Torino, Torino 1982, ad Indicem; A. Cavallari Murat, "Come Carena Viva", Torino 1982, I, ad Indicem; M. Leva Pistoi, in Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Torino 1984, 1, p. 328.
B. Signorelli