BALZICO, Alfonso
Scultore, nato a Cava dei Tirreni (Salerno) il 18 ottobre 1825, morto a Roma il 2 febbraio 1901. Ottenuta una borsa di studio, nel 1844 andò a Napoli, l'anno dopo entrò all'Accademia di belle arti, e alla fine del triennio, con il bastorilievo di San Pieiro liberato dal carcere (ora all'Accademia), vinse il pensionato sessennale di Roma, ove eseguì, tra l'altro, un busto colossale di Flavio Gioia e una gigantesca statua di San Giovanni Evangelista. Dopo un viaggio attraverso l'Italia ritornò a Napoli, dove eseguì la tomba dell'arcivescovo Paglia per il duomo di Salerno (1854), ancora neoclassica, e statue di soggetto generistico, come la Civetta, di cui il comune di Napoli fece omaggio nel 1860 a Vittorio Emanuele II. Protetto da Costantino Nigra, fu chiamato a Torino, dove Vittorio Emanuele II gli commise il monumento di Massimo d'Azeglio (inaugurato nel 1873) sobrio e garbato nella sua semplicità, e quello del duca di Genova (inaugurato solo nel 1877) cui attese per quasi dieci anni e che sollevò grandi discussioni per l'ardita resa del movimento.
Dopo il 1870 il B., si stabilì a Roma; ma la sua fortuna declinava. Nel concorso per la statua a Vittorio Emanuele II (1888) ebbe solo il secondo premio; quella del Bellini a Napoli (1880) appare fredda e scolastica; nell'esecuzione del cavallo e del cavaliere del monumento di Vittorio Emanuele II a Napoli (di cui Emilio Franceschi aveva lasciato solo il bozzetto) volle fare liberamente; ma l'opera sua non s'accordò con le parti del monumento affidate ad altri, e sollevò aspre critiche. Fra le molte opere sue ricorderemo ancora una statua di Flavio Gioia non mai inaugurata ad Amalfi, una Cleopatra premiata a Parigi nel 1900, e busti di celebri personaggi.
Bibl.: A. Lauria, A. B., in natura e Arte, I, 1900-1901, pp. 711-717; necrol., in Ill. Ital., 10 febbraio 1901.