ALFONSINO
. Moneta d'oro del peso di grammi cinque e un quarto all'incirca, fatta coniare per la prima volta da Alfonso il Magnanimo a Gaeta tra l'anno 1436 e il 1442. Valeva un ducato e mezzo, e fu detta perciò sesquiducato o anche ducatone. Portava nel verso le insegne aragonesi e nel recto l'immagine del re armato, a cavallo, con la spada sguainata, simbolo della guerra che stava combattendo per la conquista del regno di Napoli. Compiuta questa, si continuò a battere nella zecca napoletana. Non è dunque la moneta di Alfonso IX di Castiglia, ché questa aveva tutt'altro peso, e iscrizioni arabiche.
Alfonsino d'argento fu detto anche il grosso o grossone emesso dalla zecca di Napoli, sotto lo stesso Alfonso I, come re delle Due Sicilie; Alfonsini minuti (popolarmente anfruxini), i denari coniati nelle zecche di Alghero, Cagliari e Villa di Chiesa in Sardegna da Alfonso IV e V d'Aragona.
Bibl.: Corpus nummorum italicorum, II; S. Ferraro, Le monete di Gaeta, Napoli 1915; E. Martinori, La moneta, Roma 1915, s. v.
Alfonsino fu chiamato anche, dal nome dell'inventore (il napoletano Alfonso de' Ferri, vissuto nel sec. XVI), un primitivo strumento chirurgico che serviva ad estrarre le palle di fucile dal corpo dei feriti.