FALASCHINI, Alfio
Nato a Cingoli (Macerata) il 27 genn. 1904 da Federico e da Anna Teobaldelli, si laureò in medicina veterinaria a Perugia nel 1927 e, dopo aver esercitato per breve tempo la professione, intraprese la carriera universitaria presso l'università di Camerino. Assistente incaricato nel 1931 e di ruolo nel 1933, nel 1937 fu nominato aiuto; dal 1934 al 1939 ebbe gli incarichi di insegnamento di ezoognosia, zoocolture, zootecnia generale e speciale; nel novembre del 1935 conseguì la libera docenza in zootecnia.
Nel 1939, vincitore del concorso per la cattedra di zootecnica generale nella facoltà di medicina veterinaria, si trasferì nell'università di Messina e divenne direttore dell'omonimo istituto. Rimase a Messina fino all'ottobre del 1955, quando ottenne il trasferimento alla facoltà di medicina veterinaria dell'università dì Bologna. Presso questo ateneo resse la cattedra e l'istituto di zootecnica generale per quasi un ventennio, quindi, lasciati per raggiunti limiti di età l'insegnamento e la direzione dell'istituto, proseguì la propria attività di ricercatore e di studioso dapprima come professore fuori ruolo, poi come appassionato cultore.
Allievo di F. Usuelli, fisiologo e zootecnico di fama internazionale, il F., seguendo le intuizioni del maestro, fu un moderno zootecnico, tra i primi in grado di fondere due materie di per sé intimamente connesse quali appunto la zootecnia e la fisiologia.
Si occupò della fisiologia applicata al settore della riproduzione, della nutrizione e dell'alimentazione animale, che pose a base della produzione zootecnica; precorrendo i tempi, si dedicò a studi pionieristici di etnologia zootecnica interessandosi, in particolare, alle razze bovine marchigiana e romagnola.
Nel corso della sua attività scientifica il F. fu autore di oltre duecento pubblicazioni. Tra il 1932 e il 1942 videro la luce lavori dedicati prevalentemente alle razze bovine marchigiana e romagnola, con riferimenti anche agli ovini e ai bovini dell'Albania, alla sterilità bovina, alla flora protozoaria ruminale, alla digestione dei suini, alla riproduzione, alla fecondazione artificiale e alla produzione della lana.
Dopo una parentesi di inattività, coincidente col secondo conflitto, mondiale, nel 1951 il F. pubblicò studi sulle vitamine e sugli ormoni, in particolare sull'azione della vitamina E sulle gonadi femminili e sulla cosiddetta castrazione ormonale, e i risultati di ricerche elettroforetiche sulla protidemia in alcune specie domestiche. In seguito si occupò della alimentazione del pollo da carne e del suino, studiò le possibilità di impiegare prodotti e sottoprodotti della pesca per l'alimentazione del bestiame, valutò gli effetti sulla nutrizione animale della "pappa reale" e si dedicò a studi di etnologia zootecnica. Dimostrò sempre grande attenzione per i problemi che la zootecnia andava via via proponendo alla comunità scientifica nella sua veloce evoluzione, che portava alla adozione di tecnologie sempre più lontane da quelle tradizionali, come la sincronizzazione degli estri negli ovini, l'allevamento del vitello "a carne bianca", l'impiego degli ormoni estrogeni quali anabolizzanti nella produzione bovina.
Pubblicò, in collaborazione con A. Vivarelli, alcuni trattati che costituirono valide guide per gli studenti e per gli addetti alle produzioni zootecniche: Zoognostica, Bologna 1962; Zootecnica generale, ibid. 1963; Zootecnica speciale, ibid. 1965. Pubblicò inoltre Alimentazione degli animali in produzione zootecnica, volume III del Trattato di scienza e tecnica delle produzioni animali, Torino 1977, in collaborazione con O. Verona, C. Aghina, A.F. Falaschini, S. Maletto, P. Masoero e F. Valfrè.
Il F. ottenne vari riconoscimenti e onorificenze, tra i quali la medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte e il premio internazionale della zootecnica "Uovo d'oro" per meriti scientifici. Fu socio della Società italiana delle scienze veterinarie, socio ordinario dell'Accademia nazionale di agricoltura, accademico d'onore dell'Accademia teatina per le scienze, membro dell'American Association for the advancement of science e di numerose altre società scientifiche italiane e straniere.
Animato da grande entusiasmo per la ricerca e per l'insegnamento, il F. fondò una scuola alla quale si formarono validi ricercatori e studiosi delle discipline zootecniche, tra i quali il figlio Adalberto, che seguì le orme del padre nella carriera accademica.
Morì a Bologna il 12 febbr. 1980.
Bibl.: Necrol., in Atti d. Soc. ital. d. scienze veter., XXXIV (1980), pp. 11 s.; V. Chiodi, Storia della veterinaria, Bologna 1981, p. 420.