ALFIERE (Portabandiera; fr. porte-étendard; sp. alférez, ted. Fahnen träger o Fähndrich; ing. ensign o standard-bearer)
Una etimologia proposta lo farebbe derivare dall'arabo al-fāris (il cavaliere) forse riferendosi al cavaliere portabandiera. Nell'esercito romano il milite cui è confidata l'insegna maggiore, cioè quella della legione, è detto Aquilifero (v.). Portatori di altri minori insegne erano i draconarii, i manipularii, gl'imaginiferi.
L'appellativo alfiere non lo troviamo se non in epoca relativamente recente. Negli eserciti del tardo Medioevo e del Rinascimento il grado di alfiere è attribuito di regola ad un ufficiale inferiore. In Spagna appare già nel 1531 un alférez del rey che levava l'insegna reale, ma in questo caso sembra si trattasse di un ufficiale superiore. Alcune figurazioni del sec. XVI offrono il tipo di questi portabandiera che, data l'onorifica funzione, indossavano vesti di parata. Si veda soprattutto, nella incisione di Kobel, il costume del lanzo di Ritlingen appartenente all'esercito dell'impero germanico (fig. 2).
In alcune moderne marine da guerra, l'appellativo di alfiere (enseigne) è rimasto a indicare il grado più basso della scala gerarchica degli ufficiali di vascello (corrispondente nella marina italiana al guardia-marina). Negli eserciti di terra, la qualifica di alfiere è scomparsa con la trasformazione organica, prima per le truppe a cavallo e poi per quelle a piedi. Le bandiere, passate dalle compagnie ai battaglioni, e dai battaglioni ai reggimenti, sono normalmente portate da un ufficiale subalterno porta-bandiera, che adempie, così, alla funzione di alfiere. In Italia è porta-bandiera il sottotenente più anziano di ogni reggimento di fanteria.
Alfiere è anche detto il matto degli scacchi (fou, alfil, Läufer, bishop). In questo caso l'etimo è ancor più sicuro. Deriverebbe dall'arabo al-fīl (l'elefante). Fino al sec. XV questo pezzo non poteva percorrere, nella scacchiera, che due caselle per volta in diagonale, e saltava obbligatoriamente quella di mezzo, occupata o no che fosse. Oggi i due alfieri (chiamati rispettivamente alfiere bianco e alfiere nero, a seconda del colore delle caselle su cui muovono, o anche, come in Inghilterra, alfiere di re e alfiere di donna) si spostano diagonalmente senza mai saltare, percorrendo ogni volta un numero qualunque di caselle libere, e possono prendere, al pari del re, della donna e delle torri, qualsiasi pezzo che si trovi sul loro percorso.