Alfano da Termoli
Scultore della prima metà del sec. 13°, autore, fra il 1228 e il 1233, del ciborio dell'altare maggiore della cattedrale di Bari, come risulta dalla firma presente nelle scritte dei tre capitelli originali.
Nel 1228, infatti, l'arcivescovo di Bari Marino Filangeri, ricevette dagli eredi di Giovanni Amerusio, barone di Triggiano, una somma di denaro dallo stesso destinata nel testamento del 1187 "pro ceburio super altare faciendo" (Codice Diplomatico Barese, I, Bari 1897, p. 174, nr. 94). L'altare fu consacrato nel 1233.Il ciborio, smembrato probabilmente assieme agli altri arredi del transetto a seguito del crollo del campanile sudorientale nel sec. 17°, era esemplato certamente su quello di S. Nicola di Bari. Fu ricomposto dopo il 1950 (Schettini, 1955): tre capitelli, parte del coronamento e degli scalini di base sono gli unici elementi che restano della struttura originaria.
L'alta qualità di questa opera, in particolare dei rilievi dei capitelli (figure angeliche, animali fantastici, rigogliosi elementi vegetali) permette di considerare A. come un importante esponente della scultura federiciana. Alla sua produzione sono stati accostati il cornicione della cattedrale di Foggia (Toesca, 1927, ma si veda Belli D'Elia, 1980, p. 275) e alcuni capitelli nella cripta della stessa cattedrale foggiana (Jacobs, 1968, pp. 42-48). Inoltre sono state sottolineate dalla critica significative assonanze con alcuni elementi scultorei del castello di Lagopesole, con la chiave di volta di una delle sale al primo piano di Castel del Monte, con un capitello di S. Maria Maggiore a Monte Sant'Angelo e inoltre con il coronamento del candelabro pasquale di Palermo (Calò Mariani, 1978, p. 837; 1979, pp. 52-53). A. è stato anche riconosciuto, in termini generali, nella cattedrale di Termoli (Calò Mariani, 1979) e, su basi peraltro poco attendibili, nel pulpito di S. Giovanni in Toro a Ravello (Camera, 1876-1881, II, p. 325; Shearer, 1935, p. 101). In definitiva va detto che non si conoscono altre opere di attribuzione certa oltre al ciborio barese. *
Bibliografia
M. Camera, Memorie storico-diplomatiche dell'antica città e ducato di Amalfi, 3 voll., Salerno 1876-1881.
E. Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, Paris 1903 (19682), II, p. 670.
G. Vitzthum, W.F. Volbach, Die Malerei und Plastik des Mittelalters in Italien, Potsdam [1925], p. 103.
Toesca, Medioevo, 1927, p. 877.
C. Shearer, The Renaissance of Architecture in Southern Italy, Cambridge 1935.
F. Schettini, L'anastilosi del ciborio di Alfano nella cattedrale di Bari, BArte 38, 1953, pp. 115-124.
Id., Mostra documentaria sulla ricostruzione della suppellettile marmorea della cattedrale di Bari, cat., Bari 1955.
F. Jacobs, Die Kathedrale S. Maria Icona Vetere in Foggia. Studien zur Architektur und Plastik des 11.-13. Jahrhunderts in Süditalien, 2 voll., Hamburg 1968.
H. Buschhausen, Die Süditalienische Bauplastik im Königsreich Jerusalem von König Wilhelm II. bis Kaiser Friedrich II., Wien 1978, pp. 81, 341, 387ss.
M.S. Calò Mariani, in L'art dans l'Italie méridionale. Aggiornamento dell'opera di E. Bertaux, Roma 1978, V, pp. 827, 835-839, 842ss.
Id., Due cattedrali del Molise. Termoli e Larino, Roma 1979.
Id., La scultura in Puglia durante l'età sveva e protoangioina, in La Puglia fra Bisanzio e l'Occidente, Milano 1980, pp. 254-316.
P. Belli D'Elia, Scultura pugliese di epoca sveva, in Federico II e l'arte del Duecento italiano, "Atti della III Settimana di studi di Storia dell'Arte medievale dell'Università di Roma, Roma 1978", Galatina 1980, I, pp. 265-287.
M.S. Calò Mariani, L'arte del Duecento in Puglia, Torino 1984, p. 153.
P. Belli D'Elia, Puglia (Italia romanica, 8), Milano 1986, pp. 184-187.
Id., s.v. Alfano da Termoli, in AKL, II, 1986, p. 41.
H. Schäfer-Schuchard, Die figürliche Steinplastik des 11.-13. Jahrhunderts in Apulien, Bari 1987, p. 29.