Meinong, Alexius von
Filosofo e psicologo austriaco (Leopoli, od. Ucraina, 1883 - Graz, Stiria, 1920). Dopo un periodo di studio dominato da interessi storici, si dedicò alla filosofia, sotto la guida di Brentano. Dal 1882 all’univ. di Graz, vi fondò tra il 1886 e il 1887 il primo laboratorio di psicologia sperimentale in Austria, influenzando notevolmente lo sviluppo delle ricerche psicologiche in senso scientifico. M. può essere considerato come il fondatore della cosiddetta teoria degli oggetti; in questa teorizzazione l’oggetto è concepito, diversamente dalla metafisica tradizionale, come oggetto puro, oggetto in quanto tale, indipendentemente dalla sua effettiva esistenza. Questa assunzione dell’oggetto come il genere più ampio, di cui possono ricercarsi soltanto differenze specifiche, permette una classificazione degli oggetti basata su una loro caratteristica fondamentale, quella cioè di sussistere come correlati di processi psichici (rappresentazioni, pensieri, sentimenti, desideri). Particolarmente importante la distinzione tra oggetti della rappresentazione (Objekte: per es., numeri, colori, ecc.) e oggetti del giudizio (Objektive: corrispondenti a una clausola dipendente introdotta dalla particella ‘che’; per es., ‘che Socrate sia uomo’). M. sviluppò inoltre una teoria del modo di cogliere l’oggetto (erfassen), distinguendo nell’ambito dei processi psichici o Erlebnisse un Vorerlebnis (presentazione pura e semplice dell’oggetto) da una Haupterlebnis (in cui l’oggetto è presentato come «opinato», gemeint; di qui l’importanza di ciò che M. chiama Annahmen, assunzioni, intermedie tra rappresentazioni e giudizi). La filosofia di M. rappresenta un originale sviluppo delle dottrine di Brentano, spesso in antitesi con il maestro, contemporanea all’affermarsi della fenomenologia husserliana (con cui condivide alcuni punti di partenza e alcuni interessi, risentendo inoltre, come del resto la speculazione del primo Husserl, dei contatti con il neocriticismo kantiano; in partic., per M., della filosofia dei valori). Il pensiero di M. ebbe notevole influenza in ambito austriaco, rappresentando, sia pure spesso polemicamente, un punto di riferimento centrale delle teorie gnoseologiche del tempo. Tra i suoi scritti si ricordano: Psychologischethische Untersuchungen zur Werththeorie (1894); Über Annahmen (1902); Über die Stellung der Gegenstandstheorie im System der Wissenschaften (1907); Gesammelte Abhandlungen (3 voll., 1913 e segg.); Über Möglichkeit und Wahrscheinlichkeit (1915). Si segnalano inoltre l’ed. completa delle sue opere (in 7 voll., 1969 e segg.) e una scelta della sua corrispondenza scientifica (Philosophenbriefe, 1965).