German, Alexej jr.
German, Alexej, jr. ‒ Regista russo (n. Mosca 1976). Figlio d’arte (il padre A. German fu originale e non allineato regista sovietico negli anni Settanta e Ottanta del 20° sec.), in pochi anni ha segnato il cinema russo del nuovo millennio con film di rara potenza visiva nei quali svela la condizione umana ripercorrendo momenti cruciali della storia del suo Paese, racchiusi in uno spazio sospeso, come osservato al microscopio, che si fa metafora di un universo interiore e di un crocevia storico. Posledniy poezd (2003) è il forsennato e allucinante ritratto della trincea di guerra del secondo conflitto mondiale, in un bianco e nero livido e fortemente contrastato, un paesaggio allucinatorio dove resta intrappolato un manipolo di soldati russi e tedeschi, da soli di fronte alla follia bellica in cui il concetto di nemico si fa metafisico. Con Gaspartum («Calcio», 2005) si risale alla Russia prerivoluzionaria cogliendo il rapporto intimo tra due fratelli, la loro educazione sentimentale, la loro formazione esistenziale, e la testimonianza di una profonda metamorfosi alla vigilia della Rivoluzione, in cui il gioco del calcio assume un forte valore simbolico, come via di fuga e sogno di riscatto. Bumazhnyy soldat («Soldato di carta», 2008), Leone d’argento alla Mostra del cinema di Venezia, ambienta in un’avamposto dove si allestisce la prova dei primi lanci spaziali, e che appare come una landa di neve e fango, i rovelli esistenziali di un medico e l’apprendistato alla vita e alla morte degli ufficiali cosmonauti, raccontando un’epoca di ansia e incertezza, gli anni Sessanta del disgelo sovietico.