PAPADIÁMANTĒS, Aléxandros (‛Αλέξανδρος Παπαδιαμάντης)
Prosatore greco, nato a Skíathos il 1831, ivi morto il 3 gennaio 1911. Figlio di un prete di villaggio, visse solitario ad Atene, tutto dedito alle pratiche della religione ortodossa, campando poveramente coi proventi delle novelle, pubblicate in vari periodici.
Spesso in lingua pura, talvolta in volgare, ma con uno stile personale e che spesso rivela l'appassionato lettore di libri sacri, egli descrive nei suoi racconti tipi e cose della nativa Skíathos. È uno dei migliori fra i tanti che trattarono in Grecia la novella realistico-naturalista: lo distinguono un forte sentimento religioso, molta sensibilità per il dolore umano e per gli spettacoli naturali, una certa tendenza all'indagine psicologica, che però spesso appesantisce i suoi racconti. Tra le numerose raccolte di novelle, tutte pubblicate postume (Atene 1912 segg.), citiamo: Πασκαλινὰ διηγήματα (Racconti di Pasqua); Χριστουγεννιάτικα διηγήματα (Racconti di Natale); Πρωτοχρονιάτικα δ. (Racconti di Capodanno); ‛Η γυϕτόπουλα (La giovane zingara); ‛Η ϕονίσσα (L'assassina: curiosa storia di una donna che uccide nella convinzione che la morte sia l'unico bene per gli uomini: la più lunga delle novelle, quasi un romanzo); ‛Η νοσταλγός (La nostalgica), ecc.
Bibl.: D. C. Hesseling, Hist. de la litt. grecque moderne, Parigi 1924; K. Palamas, Τὰ πρῶτα κριτικά (Primi studî critici), Atene 1913.