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KIELLAND, Alexander Lange

di Giuseppe Gabetti - Enciclopedia Italiana (1933)
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KIELLAND, Alexander Lange

Giuseppe Gabetti

Scrittore norvegese, nato a Stavanger il 18 febbraio 1849, morto a Bergen il 6 aprile 1906, fu prima proprietario di una fornace, poi giornalista e scrittore: principale interprete in Norvegia di quella letteratura a fondo sociale, che fu una delle caratteristiche del suo tempo e determinò taluni decisivi orientamenti anche di Ibsen e di Björnson.

Giovane si era esaltato nella lettura di Heine e di Kierkegaard; ma non glie ne restò che il gusto per l'analisi psicologica che informa parte dei suoi romanzi. A spingerlo verso la letteratura fu soprattutto il realismo e radicalismo rivoluzionario di Brandes, sotto la cui influenza si destò il suo naturale istinto di lucido ironico osservatore della vita, nell'intimità delle anime così come nelle convenzioni dell'esistenza sociale. Prese parte con passione ai varî dibattiti d'idee e di tendenze che agitarono il suo tempo. E, riflettendoli nella sua opera, fu lui a iniziare in Norvegia quella polemica contro tutto ciò che è menzogna, ipocrisia e falsità, che doveva alimentare per decennî il romanzo norvegese giù fino a Bojer. Già nelle Noveletter (1879), seguite da Nye Noveletter (1880), To Noveletter fra Danmark (1882), sotto la brillante eleganza dello stile, addestrato alla scuola dei migliori francesi - per due volte il K. soggiornò a lungo a Parigi, prima nel 1878, poi per tre anni dal 1886 al 1889 - si sente ribollire questo fondo aspro di amarezza e di satira. Solo nel primo romanzo Garmann og Worse (1880) e nel suo seguito Skipper Worse (1882) la descrizione della placida vita di provincia dà ancora una tonalità fondamentalmente idillica al racconto; in tutti gli altri romanzi la polemica è sempre visibile e aperta: polemica in favore del popolo contro la burocrazia (Arbejdsfolk, 1881); contro l'ipocrisia morale della cosiddetta buona società (Else, 1882); contro gli antiquati metodi d'insegnamento estranei ai bisogni nuovi della vita (Gift, 1883); contro la disonestà del mondo borghese, causa di sfaceli e rovine (Fortuna, 1884); contro i pregiudizî religiosi (Ine, 1886); contro la corruzione nel mondo degli affari e della politica (Sankt Hans Fest, 1887); contro la società, la quale è organizzata in modo che precisamente colui che più è avido, spregiudicato, ambizioso, brutale, è anche colui che, infine, vince e trionfa (Jacob, 1891). E non altrimenti accade anche nei drammi (Tre Par, 1886; Bettys Formynder, 1887; Professoren, 1888). La poesia si salva dal naufragare nella polemica solo per la mano leggiera con cui il K. tratta la materia senza divenirne schiavo, per l'immediatezza dell'osservazione, per l'istinto dell'artista che, essendo capace di vedere e costruire figure umane di non grande rilievo, ma concrete, nettamente individuate, alla fine è condotto ad amare da artista le sue creature anche dove contro di esse protesta la sua sensibilità di uomo. Non vi si giunge quasi mai a zone di profondità e il tono prevalente è mondano e brillante; ma la pittura dell'ambiente è vivace e colorita, un intimo sentimento della natura nordica anima molte pagine; e nell'opera del K. è forse quanto di meglio il romanzo sociale abbia prodotto in Norvegia nel corso del secolo. E anche la prosa limpida, sciolta, agile del K. ha avuto, nell'evoluzione della lingua dano-norvegese, sia per la prosa d'arte sia per la formazione della prosa di giornale, una notevole influenza: da questo punto di vista poté imparare da K. anche Ibsen.

Opere: Samlede Vœrker, voll. 6, Cristiania 1903-04; Samlede Vœrker, ed. commentata, voll. 5, Cristiania 1919; Gesammelte Werke, voll. 5, Lipsia 1905-08. Cfr. anche la Corrispondenza, voll. 5, Oslo 1907-29.

Bibl.: G. Brandes, Samlede Skrifter, III; M. Schjött, A. K., Cristiania 1904; G. Gran, A. L. K. och hans samtid, Oslo 1922.

Vedi anche
Norvegia Stato dell’Europa nord-occidentale, affacciato per i 3400 km del suo perimetro costiero sull’Oceano Atlantico e sui mari dipendenti (di Barents, di Norvegia, del Nord), mentre per via di terra confina a NE con la Russia (per 120 km) e la Finlandia (per 800 km), a E con la Svezia (per 1650 km). 1. Caratteristiche ... Lie, Jonas Lie ‹lìi›, Jonas. - Romanziere norvegese (Øvre Eiker 1833 - Fredriksvern 1908), amico di Bjørnson e di Ibsen. Romantico evocatore di superstizioni e leggende dell'estremo Nord, esordì col racconto Den fremsynte (1870; trad. it. Il veggente, 1962), nel quale già è delineato a rapidi tocchi impressionistici ... Quisling, Vidkun Quisling ‹kvìsliṅ›, Vidkun. - Uomo politico norvegese (n. prov. di Telemark 1887 - m. Oslo 1945); addetto militare a Pietroburgo (1918-19), rimase quasi ininterrottamente in Russia fino al 1929 per conto del Comitato internazionale di soccorso Nansen; tornato in patria fu ministro della Difesa nazionale ... Haakon VII re di Norvegia Figlio secondogenito (Charlottenlund, Danimarca, 1872 - Oslo 1957) del principe Federico (poi re Federico VIII di Danimarca). Scioltasi (1905) l'unione tra la Svezia e la Norvegia, accettò la corona offertagli dai Norvegesi e cambiò il proprio nome di Carlo in quello di Haakon. Durante l'invasione tedesca ...
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    Scrittore norvegese (Stavanger 1849 - Bergen 1906), il principale interprete, in Norvegia, della letteratura a sfondo sociale, alla quale si volse per influsso di G. Brandes. Nel romanzo Garman og Worse (1880; trad. it. 1945) e nel suo seguito Skipper Worse ("Capitano W.", 1882) la descrizione della ...
Vocabolario
làngio
langio làngio s. m. [etimo incerto]. – In veterinaria, termine usato in passato per indicare un tumore (melanoma) della coda del cavallo e dei bovini.
langite
langite s. f. [dal nome del fisico e cristallografo austr. V. von Lang († 1921)]. – Minerale rombico, di colore azzurro o azzurro verdastro, con splendore vitreo; è un solfato basico idrato di rame, che si rinviene come minerale secondario...
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