BAIN, Alexander
Filosofo inglese, nato ad Aberdeen (Scozia) nel 1818 e ivi morto il 18 settembre 1903. Di famiglia assai povera, riuscì, per il suo zelo nello studio, a farsi ammettere, nella sua città, al Marischal College, donde uscì a 22 anni magister artium. Nel 1841 fu chiamato come supplente alla locale cattedra universitaria di filosofia morale; e quattro anni più tardi divenne professore di matematica e filosofia naturale all'università di Glasgow. Fu poi esaminatore di logica e di morale all'università di Londra: donde tornò nel 1860 a quella della sua città natale, a professarvi logica e letteratura inglese e indi ad assumervi per due volte la carica di rettore.
È una delle figure più rappresentative della filosofia inglese del sec. XIX. Malgrado la sua netta opposizione al materialismo di H. Spencer, aderisce sostanzialmente al positivismo. La sua logica presuppone la stessa concezione empiristica propria di quella di John Stuart Mill. Ma più importante è l'opera da lui svolta nel campo della psicologia, che egli volle rinnovare dandole un indirizzo rigorosamente sperimentale e ponendola così in stretta connessione con la fisiologia, secondo la convinzione espressa nella formula psychologus nemo nisi physiologus. Diede così vivo impulso alle ricerche associazionistiche ed elaborò particolarmente la teoria del parallelismo psicofisico, respingendo cioè la recisa affermazione realistica dell'esistenza di un mondo fisico meramente rispecchiato nell'interiorità psichica (we can speak only of a world presented to our own minds) e considerando invece il fisico e lo psichico come due aspetti paralleli, a noi soltanto noti, di una stessa realtà. D'altronde, se le sensazioni sono sempre condizionate dai movimenti, agli organismì viventi il Bain attribuì tuttavia una spontaneous activity, di carattere essenzialmente pratico, come prima origine della funzione della volontà, che se ne sviluppa come ogni altra formazione spirituale dai primi elementi del senso, mediante l'associazione. Il Bain si occupò anche di problemi pedagogici e scolastici e scrisse libri di volgarizzazione scientifica.
Opere principali: The Senses and the Intellect (Oxford 1855, 4ª edizione, Londra 1894); The Emotions and the Will (Oxford 1859, 4ª edizione, Londra 1899); The Study of Character (Oxford 1861); A compendium of Psychology and Ethics (Londra 1868); Logic, deductive a. inductive (Londra 1870); The Relation of Mind and Body (Londra 1873); Education as a Science (Londra 1879); Autobiography (Londra, 1904), con ampia bibliografia. Inoltre molti articoli nella rivista Mind, da lui fondata nel 1876.
Bibl.: L. Ferri, La psychologie de l'association depuis Hobbes jusqu'à nos jours, Parigi 1883; T. Ribot, La psychologie anglaise contemporaine, 3ª ed., Parigi 1887; W. L. Davidson, in Mind, n. s., XIII (1904); F. Ueberweg, Grundriss d. Gesch. d. Philos., 12ª ed., V, Berlino 1928, p. 99 segg.