Tisma, Alexandar
Tisma, Alexandar. ‒ Scrittore serbo (Orgos 1924 - Novi Sad 2003) tra i più autorevoli e apprezzati della ex Iugoslavia. Originario di un villaggio della Vojvodina (regione caratterizzata dalla mescolanza di etnie differenti), trascorre l’infanzia e la giovinezza a Novi Sad, città che fa da scenario a molti dei suoi libri. Di madre ebrea ungherese e di padre serbo, riesce a sfuggire alla deportazione degli ebrei di Novi Sad, rifugiandosi a Budapest, dove studia economia e letteratura francese e partecipa al movimento di liberazione iugoslavo. Successivamente si laurea in germanistica all’università di Belgrado e lavora come giornalista prima di iniziare la sua lunga attività di redattore presso la casa editrice Matica Srpska. Ricorre nella sua opera la complessa e drammatica realtà del dopoguerra, la riflessione sul senso di colpa e sul labile confine tra vittime e carnefici. Tra i suoi romanzi più significativi per il panorama letterario contemporaneo ricordiamo Kapò (1987; trad. it. 2010), capolavoro della letteratura concentrazionaria: l’autore descrive con rigore documentario la potenza animalesca di un uomo che riesce a sopravvivere a Jasenovac e ad Auschwitz cambiando identità e trasformandosi in un kapò. Con estrema sensibilità, T. indaga su quel che resta di un essere umano quando è costretto ad attingere alle sue più estreme risorse, rimuovendo paura e pietà. Si ricordano anche Knjiga o Blamu (1980; trad. it. Il libro di Blam, 2000), con cui si è aggiudicato il premio Mondello, e alcune opere conosciute dal pubblico italiano in precedenza: la raccolta di racconti Skola bezboznistva (1980; trad. it. Scuola d’empietà, 1988) e il romanzo Koje volimo (1990; trad. it. Pratiche d’amore, 1993), storia di un gruppo di prostitute di Novi Sad.