DE PAOLIS, Alessio
Nacque a Roma il 5 marzo 1893.
Studiò canto nel liceo musicale di S. Cecilia in Roma, ove dal 1916 al 1922 fu allievo di P. Di Pietro, ed ebbe modo di rivelare, già da studente, promettenti capacità in occasione di una recita al teatro Verdi di Bologna, ove sostenne il ruolo del duca di Mantova nel Rigoletto di G. Verdi (dicembre 1919). Questa prima apparizione gli procurò una scrittura al Politeama di Genova, ove il 28 apr. 1920 cantò nel Don Pasquale di G. Donizetti. Chiamato da Arturo Toscanini per la serata inaugurale della Scala rinnovata, il 26 dic. 1921, impersonò Fenton nel Falstaff di Verdi. Il suo vero esordio ebbe luogo, comunque, nel gennaio 1922 allorché, sostituendo G. Lauri Volpi, interpretò alla Scala il ruolo del duca di Mantova nel Rigoletto verdiano. Il successo riportato gli aprì le porte dei maggiori teatri italiani e, più volte prescelto da Toscanini, nel 1925 tornò alla Scala ove ripropose i ruoli sostenuti nelle due opere verdiane.
Voce tenorile di spicco nel panorama lirico del momento, attore raffinato ed elegante, nel giro di pochi anni preferì abbandonare i ruoli da protagonista per dedicarsi a quelli di carattere, in cui raggiunse vertici altissimi per la padronanza della scena, la versatilità e la sicurezza teatrale.
La sua carriera si svolse inizialmente a Roma, ove cantò quasi ininterrottamente al teatro Costanzi (poi teatro dell'Opera) dal 1923 al 1926, poi - dopo una parentesi al teatro Argentina nel 1927 - dal 1931 al 1938. Richiesto dai maggiori teatri del mondo, cantò al teatro Colón di Buenos Aires, a Cuba, a San Francisco, a Chicago e poi dal dicembre 1938 al Metropolitan di New York, dove insegnò anche arte scenica. Fu sempre in compagnie di prim'ordine, ben figurando accanto ad artisti come M. Favero, P. Tassinari, I. Pacetti, E. Stignani, G. Cigna, C. Galeffi, M. Stabile, avendo quali direttori G. Santini, G. Marinuzzi, P. Mascagni, R. Zandonai, T. Serafin.
Artista di grande temperamento e professionista serio e scrupoloso, il D. avrebbe potuto percorrere una luminosissima carriera da protagonista grazie alle eccellenti qualità vocali e sceniche, ma fu probabilmente intimidito dalla personalità di colleghi quali B. Gigli, G. Lauri Volpi, T. Schipa, F. Tagliavini con i quali preferì non rivaleggiare e si dedicò, invece, ad una intensa carriera in ruoli di carattere. Comprimario di lusso, tra i più grandi che il teatro d'opera abbia mai avuto, grazie ad una piena padronanza scenica unita ad una grande versatilità seppe emergere in un repertorio vastissimo in cui profuse i doni della sua natura musicalissima e della sua arte scenica.
Morì in un incidente automobilistico a New York, dove risiedeva da quasi trent'anni, il 9 marzo 1964.
Tra i ruoli interpretati nei maggiori teatri del mondo si ricordano in particolare: Almaviva (Ilbarbiere di Siviglia di G. Rossini), Rodolfo (La bohème di G. Puccini), Rinuccio (Gianni Schicchi di Puccini), Arlecchino (Le maschere di P. Mascagni), Rustighello (Lucrezia Borgia di G. Donizetti), Filipeto (Iquattro rusteghi di E. Wolf Ferrari), Don Curzio (Le nozze di Figaro di W. A. Mozart), Arturo (Lucia di Lammermoor di Donizetti), El remendado (Carmen di G. Bizet), Laerte (Mignon di A. Thomas), Cassio (Otello di Verdi), Pong (Turandot di Puccini), l'abate di Chazeuil (Adriana Lecouvreur di F. Cilea), un venditore di canzonette (Iltabarro di Puccini), Guillot de Morfontaine (Manon di J. Massenet), Evandro (Alceste di Ch. W. Gluck), Sujskij (Boris Godunov di M. P. Musorgskij), Nick (La fanciulla del West di Puccini), Monostato (Il flauto magico di Mozart), don Alvaro (L'Africana di G. Meyerbeer), Mime (L'oro del Reno di R. Wagner). Il D. prese parte, inoltre, a numerose rappresentazioni di opere di autori contemporanei interpretando i ruoli di Lucenzio (La bisbetica domata di M. Persico), Lando (Madonna Oretta di P. Riccitelli), il mancino (Palla de' Mozzi di G. Marinuzzi), l'improvvisatore (Volti la lanterna di E. Carabella), Gabriello (La cena delle beffe di U. Giordano), il maggiordomo (Arianna a Nasso di R. Strauss), il messaggero (Il Dibuk di L. Rocca), il cantatore (Giulietta e Romeo di R. Zandonai), Cristiano (Cyrano di Bergerac di F. Alfano), Despreaux (Madame sans Gêne di Giordano), Stesicoro (Dafni di G. Mulè), Gismondo (Ginevra degli Almieri di M. Peragallo), il marinaio (Maria Egiziaca di O. Respighi), Arlecchino (Le furie di Arlecchino di A. Lualdi). Prese parte alle prime rappresentazioni assolute di Basi e bote (Florindo) di R. Pick Mangiagalli (Roma, teatro Argentina, 3 marzo 1927), La vedova scaltra (monsieur Le Beau) di Wolf Ferrari (Roma, teatro dell'Opera, 1931), La donna serpente (Alditruf) di A. Casella (ibid., 17 marzo 1932); La farsa amorosa (Frulla) di R. Zandonai (ibid. 1933), La favola del figliocambiato (il principe, l'uomo saputo) di G. F. Malipiero (ibid., 24 marzo 1934), La donna senz'ombra di R. Strauss (ibid., 20 apr. 1938, prima rappr. italiana). Partecipò, infine, nel ruolo di Mastro Trabuco ad una registrazione della Forza del destino di Verdi con l'orchestra del Metropolitan di New York diretta da B. Walter (dopo il 1943).
Fonti e Bibl.: Necrologi in IlTempo, 11 marzo 1964; Il Messaggero, 12 marzo 1964; Boll. dell'Istituto di studi verdiani, II (1961), 1-3, pp. 187, 552; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, II, Milano 1964, pp. 75, 80; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, IV, Roma 1978, pp. 144 s., 148, 150, 154, 161-177; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, III, Firenze 1978, pp. 1378 s., 1383; P. Caputo, Cotogni, Lauri Volpi e..., Bologna 1980, pp. 52, 103, 107 s., 114 s., 125, 1137; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, II, Genova 1980, pp. 136, 181; Enc. dello spett., IV, coll. 487 s.; H. Rosenthal-J. Warrack, Diz. dell'opera lirica, Firenze 1974, p. 205; Diz. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, II, p. 461.