Alessi
Nome di pastore, introdotto e consacrato nell'onomastica bucolica - della quale è caratteristico - da Virgilio. Nelle Bucoliche il personaggio di tal nome non compare mai come interlocutore, ma viene delineandosi con una ben definita fisionomia nelle parole di Coridone che l'ama non corrisposto.
Celebrato quale " Formosum... Alexim, / delicias domini " da Coridone che ne lamenta i disdegni e l'invoca " formose puer " (Buc. II 1, 17, 45), A. ritorna ancora - sempre connotato dall'epiteto formosus che ne accompagna la menzione in una formula pressoché fissa - in Buc. VII 55 (e cfr. V 86). Secondo varie testimonianze antiche Virgilio avrebbe cantato sotto il nome di A. un Alessandro, giovane schiavo di Asinio Pollione (o di Mecenate; cfr. Marziale Epigr. VIII 56) raffigurando sé stesso nel personaggio di Coridone. Oltre ad Apuleio (Apol. X), riferiscono questa notizia Donato nella Vita Vergilii e Servio (ad Buc. II 1 e 15), donde soprattutto poterono conoscerla i lettori medievali: si trattava evidentemente, per questi ultimi, di un dato biografico quanto mai imbarazzante, tanto per sua intrinseca natura (Donato informa al riguardo che Virgilio fu " libidinis in pueros pronioris ") quanto perché nella Vita donatiana esso è immediatamente contiguo alle ben note affermazioni sull'eccezionale verecondia e castità del poeta (ed. Hardie, §§ 9-10).
Non mancano nel Medioevo tracce di perplessità circa il problematico personaggio di A., e persino di giudizi moralistici assai poco favorevoli allo stesso Virgilio; ma a tutto ciò D. non allude mai, sia che ignorasse la questione sia che - più probabilmente - intendesse respingerla con uno sdegnoso silenzio. Sta di fatto che nelle egloghe dantesche, dove l'onomastica bucolica ricalca attentamente quella virgiliana, il nome di A. non è ripreso e compare solo nell'egloga responsiva di Giovanni del Virgilio. A. VI è detto, con Nisa, compagno abituale del grammatico (Carm. III 8-9) e parteciperà alle accoglienze che Bologna prepara a D. (v. 56). L'identificazione del personaggio, nel quale è probabilmente da vedere un giovane amico di Giovanni del Virgilio, noto, almeno di fama, anche a D., è quanto mai incerta. Il Boccaccio nel codice Laurenziano XXIX 8 chiosa semplicemente " famulus ", mentre Wicksteed-Gardner hanno avanzato con molte cautele l'ipotesi che possa trattarsi di Graziolo dei Bambagliuoli.
Bibl. - D. Comparetti, Virgilio nel Medio Evo, rist., Firenze 1967, I 269-270; Ph. H. Wicksteed-E.G. Gardner, D. and Giovanni del Virgilio, Westminster 1902, 233.