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Alessandro

di M.L. Fobelli - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)
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Alessandro

M.L. Fobelli

Scultore attivo in Abruzzo fra la fine del 12° e i primi anni del 13° secolo. L'unica opera da lui firmata è il portale del fianco settentrionale, prospiciente il chiostro, della chiesa abbaziale di S. Giovanni in Venere presso Fossacesia (Chieti). L'intervento di A. consistette nel rimontaggio, al centro della lunetta e ai lati del nuovo portale, di alcuni frammenti litici, appartenenti alla chiesa distrutta per far posto alla nuova costruzione innalzata dall'abate Oderisio II (1165-1204). Secondo Gavini (1927) tali frammenti sarebbero della fine del sec. 10° e apparterrebbero alla recinzione presbiteriale, mentre per Episcopo (1980) non risulterebbero riferibili a nessuna specifica fase architettonica dell'edificio.

È improbabile che l'iscrizione "A(nno) D(omini) MCCIIII / magister Alexander hoc o / pus fecit", inserita a destra in basso sotto i due pilastrini di spoglio, in origine fosse situata altrove, data la stretta connessione della lastra con gli altri elementi della porta (Buschhausen, 1978).

Contemporaneamente il maestro dovette eseguire anche il portale del fianco meridionale (Gavini, 1927), rivolto sul piazzale esterno, che presenta una struttura quasi identica al precedente e nell'architrave replica la medesima cornice a foglie; il suo disegno, tuttavia, non condizionato dalla necessità di utilizzare materiale di reimpiego, appare più organico. La lunetta accoglie un rilievo frammentario raffigurante S. Michele Arcangelo e la Vergine in trono con il Bambino, probabilmente ivi trasportato in un secondo tempo.

È probabile che ad A. e alla sua équipe si debba anche il monumento di Oderisio II, inserito nella facciata, a sinistra del portale principale. Costituito da un frammentario sarcofago di marmo cipollino, è sormontato da sei cornici a linea spezzata, i cui spazi erano un tempo riempiti da tessere di pietra colorata (Gavini, 1927); al centro, su due tavole racchiuse da una cornice ad arcatelle, è inciso l'epitaffio dell'abate e il nome del committente (Johannes Ciconie). Nonostante l'indubbia singolarità del monumento, il cui prototipo sembrerebbe un arcosolio tardoantico (Buschhausen, 1978), la sua tipologia rammenta le formelle poligonali incassate nelle facciate o nei fianchi delle chiese pugliesi, quali per es. S. Maria di Siponto (prima metà del sec. 11°) e la cattedrale di Troia (1093-1120). I caratteri epigrafici dell'epitaffio si mostrano molto vicini a quelli dell'iscrizione sul portale settentrionale, benché eseguiti da una mano diversa, più accurata nella grafia e nella disposizione delle lettere.

La formazione di maestro A. va ricondotta a uno dei cantieri della Capitanata che, fra l'ultimo quarto del sec. 12° e i primi decenni del successivo, elaborarono una nuova plastica architettonica, innestando gli apporti del linguaggio protogotico di marca francese sulle residue tradizioni romaniche. I partiti decorativi e la tipologia degli archi dei tre portali di S. Giovanni in Venere trovano, infatti, stringenti raffronti nei capitelli del fianco meridionale di S. Maria Icona Vetere a Foggia (1172 o 1179) e nella facciata della cattedrale di Termoli (fine sec. 12°-inizi 13°).

Nonostante alcuni studiosi, in passato, abbiano ritenuto A. artefice anche del chiostro (Salazaro, 1877a; 1877b; Bindi, 1882; 1889; Bellini, 1897) oggi in gran parte ricostruito, i pochi elementi superstiti di esso - alcune trifore con colonnine e capitelli - indirizzano piuttosto verso soluzioni plastiche di gusto lombardo (Gavini, 1927) e sembrano risalire ai primi anni della ricostruzione oderisiana.

Infine appare da respingere l'attribuzione al maestro di un portale frammentario (Zecca, 1910), oggi murato all'interno della casa parrocchiale annessa alla chiesa di S. Francesco di Paola a Chieti, nonostante l'omonimia dell'esecutore - "Magister Alexander h(an)c porta(m) fe(cit)" si legge nell'iscrizione sull'architrave -, a causa della totale difformità della concezione plastica e strutturale ivi espressa rispetto ai portali dell'abbazia di Fossacesia.

Bibliografia

D. Salazaro, Studi sui monumenti dell'Italia Meridionale dal IV al XIII sec., II, Napoli 1877a, p. 39.

Id., La chiesa di S. Giovanni in Venere, Archivio storico per le provincie napoletane 2, 1877b, pp. 391-397: 395.

V. Bindi, S. Giovanni in Venere e tre dissertazioni inedite di Pietro Polidoro, Napoli 1882.

Id., Monumenti storici e artistici degli Abruzzi, Napoli 1889, pp. 394-395.

G.M. Bellini, In Abruzzo. Storia, critica ed arte, III, La Badia di S. Giovanni in Venere, AS 16, 1897, pp. 3-4.

E. Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, Paris 1903, pp. 529-530.

A. Muñoz, s.v. Alexander, in Thieme-Becker, I, 1907, p. 263.

V. Balzano, L'arte abruzzese, Bergamo 1910, p. 30.

V. Zecca, La basilica di S. Giovanni in Venere nella storia e nell'arte, Pescara 1910, p. 103.

I.C. Gavini, Storia dell'Architettura in Abruzzo, I, Milano-Roma [1927], pp. 407-408, 438 n. 4.

Toesca, Medioevo, 1927, p. 888 n. 72.

I.C. Gavini, Sommario della storia della scultura in Abruzzo, Casalbordino 1932, p. 3.

D. Priori, Badie e Conventi benedettini d'Abruzzo, Lanciano 1950, p. 204.

R. Wagner-Rieger, Die italienische Baukunst zu Beginn der Gotik. II. Sud und Mittelitalien, Graz-Köln 1957, p. 87.

M. Moretti, Architettura medievale in Abruzzo (dal VI al XVI secolo), Roma [1971], I, p. 276.

H. Buschhausen, Die Süditalienische Bauplastik in Königreich Jerusalem von König Wilhelm II bis Kaiser Friedrich II, Wien 1978, pp. 344-345, 349-350.

S. Episcopo, I rilievi del S. Giovanni in Venere a Fossacesia, in L'architettura in Abruzzo e nel Molise dall'antichità alla fine del secolo XVIII, "Atti del XIX congresso di storia dell'architettura, L'Aquila 1975", L'Aquila [1980], I, pp. 57-65.

O. Lehmann-Brockhaus, Abruzzen und Molise. Kunst und Geschichte, München 1983, pp. 86, 158.

A. B. Di Risio, L'abbazia di S. Giovanni in Venere, Chieti 1987.

Vedi anche
Alexandre Dumas (Dumas, Alexandre fils). - Scrittore (Parigi 1824 - Marly-le-Roi 1895), figlio naturale di A. Dumas, Alexandre père. Ottenne il primo successo letterario col romanzo La Dame aux camélias (1848) da cui trasse il dramma di uguale titolo (prima rappr.: Parigi 1852), che divenne celebre in tutto il mondo ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... scultura Arte e tecnica dello scolpire, cioè di raffigurare il mondo esterno, o meglio di esprimere l’intuizione artistica per mezzo di materiale opportunamente modellato; con valore concreto, l’opera stessa. Nella denominazione di scultura si comprende ogni opera plastica (statue, gruppi, rilievi), sia essa ... Bergamo Comune della Lombardia (38,8 km2 con 115.645 ab. nel 2007), capoluogo di provincia. La città ha un nucleo più antico posto su un colle (366 m s.l.m.) e una parte moderna, ai piedi del colle, accresciuta in seguito all’espansione industriale e all’incremento demografico. Estesi quartieri residenziali ...
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