ANGENNES, Alessandro Vincenzo Ludovico Reminiac marchese d'
Discendente da una famiglia di antica nobiltà francese, stabilitasi in Italia nel sec. XVII, nacque a Torino il 9 giugno 1781 da Carlo e da Eleonora Chabod de St.Mauríce. Compì a Torino i suoi studi di teologia e di ebraico, avendo come maestri gli abati Tommaso di Caluso G. Biamonti e P. Regis, condiscepolo A. Peyron. Laureatosi in teologia e ordinato sacerdote, fu per qualche tempo elemosiniere dell'ospedale militare francese di S. Croce, quindi canonico onorario della cattedrale. Nel 1812 fu nominato curato della parrocchia di Vigone, presso Torino.
Preconizzato vescovo di Alessandria il 16 marzo 1818, introdusse nella diocesi le suore della Carità e si adoperò per il ritomo (1823) dei domenicani nel convento di S. Croce di Bosco, chiuso dai Francesi. Migliorò gli studi del clero, promosse la istruzione religiosa tra i soldati e i prigionieri. Nei giorni 2-4 giugno 1829 tenne il sinodo generale della diocesi, pubblicandone poi le costituzioni (Synodus Dioecesana Alexandrina XVI, quam ill. et rev. D.D. Alexander ex marchionibus d'Angennes, Ep. Alexandrinus et comes habuit diebus 2. 3... et 4. Iunii 1829, Alexandriae 1829). Il 25 febbr. 1832 venne nominato arcivescovo di Vercelli, ma si trattenne ad Alessandria fino all'aprile successivo, data di arrivo del suo successore.
Spirito eminentemente caritatevole, l'A. meritò l'affetto e la stima di tutti i suoi fedeli. Anche nella nuova diocesi egli tenne, nei giorni 7-9 giugno 1842, il sinodo generale, curandone poi la pubblicazione delle costituzioni (Acta Synodi Dioecesanae Vercellensis priniae..., Vercellis, MDCCCXLII). Favorì la nascita di una società operaia cattolica (1852).
Aperto a tendenze moderatamente liberali, favorevole all'indipendenza, ebbe una certa parte nel convincere Carlo Alberto a vincere le sue residue esitazioni a concedere lo statuto. Da Carlo Alberto (dei quale l'A. tenne poi l'orazione funebre) venne insignito del gran cordone dei santi Maurizio e Lazzaro e del collare dell'Annunziata e, con decreto del 3 apr. 1848, nominato senatore. L'A. intervenne nelle discussioni dei senato subalpino per opporsi al voto delle leggi Siccardi sull'abolizione del foro e delle immunità ecclesiastiche e per esortare il governo a proseguire le trattative con Roma in vista di un concordato (6 apr. 1850), e ancora (16 dic. 1852) per opporsi al disegno di legge sull'istituzione del matrimonio civile. Sembra che Vittorio Emanuele II gli proponesse, nel 1862, la nomina ad arcivescovo di Torino: l'A. avrebbe rifiutato a causa della sua età ormai avanzata. Morì a Vercelli l'8 maggio 1869.
Sono rimasti, a stampa, numerosi suoi discorsi, omelie, pastorali, ecc., tra cui: Allocuzione a un reggimento di cavalleria, Vercelli 1832; Per l'inaugurazione del ricovero di mendicità solennemente celebrata nella basilica metropolitana di Vercelli, Orazione...,V ercelli 1842; Nei solenni funerali del re, Carlo Alberto il Magnanimo... Orazione..., Torino MDCCCXLIX; Radunandosi gli operai di Vercelli nella Chiesa Metropolitana il 22 agosto 1852 per inaugurare nella religione la loro società, Allocuzione..., Vercelli s.d. (ma 1852); una Omelia pronunciata il 29 apr. 1855 nella cattedrale di Alessandria sulla fede, cattolica e la credenza nell'Immacolata Concezione, ed. ad Alessandria nel 1855; Lettere pastorali dal 1837 al 1854, Vercelli s.d.
Fonti e Bibl.: Atti d. Parlamento Subalp., Senato, Legislatura IV, sessione del 1850, Torino 1865, pp. 183 s.; sessione del 1852, Firenze 1868, pp. 290-293; p. L. Bima, Serie cronologica dei Romani Pontefici e degli Arciv. e Vescovi di tutti gli stati di terraferma di S. S. R. M. e dialcuni del regno di Sardegna, 2 ediz., Torino 1842, pp. 159, 168; L. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XIV, Venezia 1858, pp. 425, 429, 559, 562; F. Predari, I primi vagiti della libertà italiana in Piemonte, Milano 1861, p. 261; L. Biginelli, Biografia di Mons. A. Reminiac de' marchesi d'Angennes, arcivescovo di Vercelli, Torino 1869; A. Manno-V. Promis, Bibliografia storica degli Stati della monarchia di Savoia, Torino 1884-1902, I, n. 4406; II, nn. 7816 s., 7893, 7902, 8405, 11.551; IV, nn. 15.231, 18.168; V, n. 18.765; T. Chiuso, La Chiesa in Piemonte dal 1797 ai giorni nostri, III, Torino 1888, pp. 45, 53, 161, 326; IV, ibid. 1892, p. 153; V, ibid. 1892, p. 2; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale,Terni 1890, p. 340; P. L. Bruzzone, Fatti accaduti nel convento di S. Croce di Bosco (1566-1902), in Riv. di storia, arte, archeol. d. prov. di Alessandria, XIII(1904), f. XVI, p. 117; R. Orsenigo, Vercelli sacra, Como 1909, pp. 413-417; L. Ferrara Mirenzi, Due vescovi senatori del Regno, in Rass. stor. del Risorg., XXIV (1937), p. 797; E. Vitale, Il tentativo d'introdurre il matrimonio civile in Piemonte (1850-1852), Roma 1951, pp. 49, 53, 80; Diz. del Risorgimento naz., II, p. 832; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III, Coll. 76 s.