TASSONI, Alessandro
– Nacque a Modena da Bernardino e da Polissena Calori il 19 agosto 1488. Di famiglia filopontificia, ebbe quattro fratelli: Giovanni (nato il 7 ottobre 1492, responsabile delle fortezze papali del Modenese), Daniele (25 agosto 1494), Girolamo (4 maggio 1498, morto precocemente nel 1504) e Girolamo II (29 marzo 1505).
Il 12 aprile 1535, in età già avanzata, si sposò con Barbara Guidoni, da cui ebbe due figli. La primogenita, Polissena, nacque il 24 marzo 1536: nel 1559 sarebbe andata in sposa a Ercole Milano con una dote di 24.000 lire modenesi, premorendo al padre che, il 12 marzo 1561, ne annotò la dolorosa perdita («mortua est Polissena filia mea dulcissima», Cronache..., a cura di L. Vischi - T. Sandonnini - O. Raselli, 1888, p. 3). Il 23 dicembre 1537, infine, arrivò l’atteso figlio maschio, Bernardino, da cui, nel 1565, sarebbe nato il più celebre discendente della famiglia, Alessandro iuniore (v. la voce in questo Dizionario), autore della Secchia rapita.
La fama di Tassoni è legata soprattutto alla cronaca modenese composta a partire dal 1528, nel solco di una radicata tradizione cittadina. Nei suoi annali, riunì le memorie degli eventi succedutisi dal 472 in poi, trascrivendo, come egli stesso spiegò, diversi appunti capitatigli tra le mani, confusi e senza un ordine cronologico preciso («quedam cedule in quibus breviter scripte extabant complures memoriae rerum preteritarum», Cronache..., cit., p. 2). Ai fogli, pazientemente ricopiati e sistemati, aggiunse la testimonianza degli accadimenti della sua epoca. L’importanza dell’opera non sfuggì all’erudito Ludovico Antonio Muratori che, nei suoi Rerum Italicarum Scriptores (XI, coll. 49-86), pubblicò una parte della cronaca (per il periodo 1131-1501), prima che nel 1888 intervenisse l’edizione promossa dalla Deputazione modenese di storia patria.
L’edizione ottocentesca mise in sinossi il testo di Tassoni con quelli dei cronisti Giovanni da Bazzano e Bonifacio Morano, consentendo così un raffronto che mirava a identificare eventuali fonti comuni ai tre compilatori. Sulla natura della cronaca e degli appunti che compendiava si sono fatte varie congetture, ma a tutt’oggi resta in gran parte ignota l’origine delle cedule raccolte da Tassoni. Secondo un’ipotesi suggestiva, alcuni materiali derivavano dalla dispersione dei memoriali e dei libri conservati nel Palazzo comunale di Modena, assaltato da un tumulto di popolo nel 1306 («strapparono ovunque in piazza i libri segreti dei notai che erano collocati nel palazzo, i verbali e gli strumenti giuridici e le scritture e anche i libri degli estimi»; cit. in Cronaca di San Cesario..., 2014, p. 107).
Dal possesso di una casa nella parrocchia in cui abitava scaturì una lunga lite tra Tassoni e il concittadino Paolo Fortezza, che ne contestava la proprietà: dopo la scomparsa di Tassoni, la causa proseguì a carico del figlio Bernardino che fu condannato dal pretore di Modena a liberare l’immobile e a pagare l’affitto per il possesso indebitamente goduto. Nonostante il tentativo di appellarsi, la sentenza fu confermata e, dopo la prematura morte di Bernardino, le conseguenze della sentenza si abbatterono sul giovane figlio, Alessandro, ancora sotto la tutela di Giovanni Pellicciari.
Il frangente storico che Tassoni si trovò ad attraversare fu, per la città che gli aveva dato i natali, tra i più tumultuosi sotto il profilo politico e religioso. In quegli anni, prosperarono infatti a Modena gruppi eterodossi che guardavano con simpatia alle idee provenienti dal mondo protestante. Di certo, il cronista poté avere uno sguardo lucido e informato sugli eventi, essendo stato più volte estratto tra i Conservatori della Comunità cittadina (risulta al governo del Comune negli anni 1520, 1522, 1537, 1559 e nel 1561 con la carica di sottopriore).
Nei rivolgimenti religiosi dell’epoca, rimase comunque fedele alla Chiesa di Roma. Una deposizione di Carlo Tassoni del 12 maggio 1563, oltre ad attestarne la morte («la buona memoria di messer Alessandro Tassono»), ricorda come il modenese fosse solito disputare di questioni di fede con alcuni suoi conoscenti che avevano aderito alla fede riformata, tra cui il nobile Giovanni Rangoni (cfr. Archivio di Stato di Modena, Inquisizione, 3, 35). Allo stesso tempo, si dimostrò in prima linea contro i predicatori eterodossi che, nei decenni centrali del Cinquecento, salirono sul pulpito cittadino. Nel 1544 denunciò al tribunale dell’Inquisizione il predicatore Bartolomeo della Pergola, uno dei principali ispiratori delle dottrine radicali diffusesi in città negli anni Quaranta e Cinquanta. Il 14 maggio 1558 depose contro un altro predicatore, Giovanni Francesco da Bagnacavallo, di cui svelò le pericolose posizioni teologiche (cfr., ibid., 3, 24). In questo come in altri episodi, si dimostrò tra i più ferventi sostenitori della Compagnia di Gesù che, per il tramite di padre Silvestro Landini, aveva tentato di contrastare le eresie del Bagnacavallo.
Il 25 agosto 1555 intervenne anche nel processo intentato da Paolo IV Carafa contro il cardinale Giovanni Morone, già vescovo di Modena (1529-50): nel corso dell’interrogatorio fece i nomi di molti esponenti del dissenso religioso locale, pur non formulando particolari accuse contro il cardinale.
L’11 settembre 1562 perse la moglie Barbara, di cui avrebbe seguito le sorti di lì a poco. Lo rivela, tra l’altro, l’interruzione della cronaca, che il nipote avrebbe successivamente corredato con alcune sue annotazioni («cum supradicto anno 1562 mortuus esset Alexander Tassonus avus meus [...] avi mei simplicitate in hoc volumine scripta animadverterem»; cit. in Muratori, 1744, pp. 3 s.). I documenti comunali registrano in effetti la sua morte il 20 novembre 1562, nella parrocchia di S. Agata, e la sua sepoltura nella vicina chiesa di S. Domenico.
Edizione. Cronache modenesi di Alessandro Tassoni, di Giovanni da Bazzano e di Bonifacio Morano, a cura di L. Vischi - T. Sandonnini - O. Raselli, Modena 1888; Cronaca di San Cesario (dalle origini al 1547). Cronaca di Modena (1106-1562), a cura di R. Bussi, Modena 2014, passim.
Fonti e Bibl.: Modena, Archivio storico del Comune, Registro 1554-1568, c. 149r; L.A. Muratori, Vita di Alessandro Tassoni [iuniore], in La Secchia rapita, Modena 1744, pp. 3 s.; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, V, Modena 1784, p. 180; V. Santi, Il fico di A. T., in Memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Modena. Sezione di lettere, s. 3, XIV (1922), pp. 11-136 (in partic. p. 15); Al governo del Comune. Tremilacinquecento modenesi per la comunità locale dal XV secolo ad oggi, a cura di M. Cattini, Modena 1996, pp. 71, 73, 80, 94 s.; M. Al Kalak, L’eresia dei fratelli. Una comunità eterodossa nella Modena del Cinquecento, Roma 2011, pp. 146 s.; Il processo inquisitoriale del cardinal Giovanni Morone. Nuova edizione critica, a cura di M. Firpo - D. Marcatto, I, Roma 2011, pp. 294-303; M. Al Kalak, Il riformatore dimenticato. Egidio Foscarari tra Inquisizione, concilio e governo pastorale (1512-1564), Bologna 2016, pp. 140-144.