Stucchi, Alessandro
Archeologo, nato a Gorizia il 19 luglio 1922, morto a Roma il 21 giugno 1991. Funzionario della Soprintendenza, prima di Ancona (dal 1955), poi di Roma; dal 1956 professore nella facoltà di Lettere (in quell'anno fondata) dell'università di Urbino, dal 1976 insegnò archeologia greca e romana all'Università di Roma "La Sapienza". Diresse la rivista Archeologia classica dal 1986. Fu socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei (1976).
Dagli studi iniziali relativi al territorio di origine, come Forum Iulii - Cividale del Friuli (1951), S. ampliò i propri orizzonti fino a occuparsi di gran parte del mondo antico, prediligendo Cirene e la Cirenaica e temi relativi alla statuaria e all'architettura. Diresse importanti campagne di scavo: a Siracusa, nell'area compresa tra il teatro e l'anfiteatro e presso l'ara di Ierone; a Cirene, dal 1957, per 35 anni; a Sestino (1970-72); a Roma, sul Palatino, dove avviò uno scavo per studenti.
Il suo lavoro di archeologo sul campo a Cirene è esemplare sia per metodologia di scavo sia per tempestività di pubblicazione dei resoconti. Nonostante le difficili condizioni di lavoro in Libia, le competenze dell'archeologo unite a quelle dello storico dell'arte permisero a S. di ricostruire l'aspetto e la vita di un'importante città greca. Fondamentali tutti gli studi riguardanti la topografia e l'architettura di Cirene, della quale scavò e studiò l'agorà (L'Agorà di Cirene, I: i lati Nord ed Est della platea inferiore, 1965, e L'Agorà di Cirene, II 4: il lato Sud della platea inferiore e il lato Nord della terrazza superiore, 1983) e poi il ginnasio, il Cesareo, il tempio di Zeus e infine il santuario di Apollo (Cirene 1957-1966. Un decennio di attività della Missione Archeologica Italiana a Cirene, 1967; Architettura cirenaica, 1975); avviò il restauro, tra l'altro, del tempio di Zeus. Nel 1970 gli fu affidato il restauro dell'arco quadrifronte severiano a Leptis Magna.
I principali contributi di S. sulla statuaria e sull'architettura riguardano i bronzi di Cartoceto, i bronzi di Riace, la statua di Mozia, la colonna Traiana, la statua equestre romana di Marco Aurelio, il Partenone, i templi di Priniás a Creta. Tra le altre opere si ricordano: I monumenti della parte meridionale del Foro Romano (1958); Contributo alla conoscenza della topografia, dell'arte e della storia nella Colonna Traiana. Il viaggio marittimo di Traiano all'inizio della seconda guerra dacica (1960); Divagazioni archeologiche (2 voll., 1981); Il gruppo bronzeo tiberiano da Cartoceto (1988); La comunicazione nella storia. Un itinerario nello sviluppo dei rapporti sociali (1991, con F. Gschnitzer).
bibliografia
A. Di Vita, Sandro Stucchi (1922-1991), in Quaderni di archeologia della Libia, 1992, 15, pp. 333-35.
J. Reynolds, Professor Alessandro Stucchi, in Libyan studies, 1992, 23, pp. i-iii.
M.F. Squarciapino, In ricordo di Sandro Stucchi (1922-1991), in Archeologia classica, 1992, 14, pp. vii-ix.
C. Bo, M. Luni, Ricordo di Sandro Stucchi, in Monumenti e culture nell'Appennino in età romana, Atti del Convegno: Sestino, Arezzo, 12 novembre 1989, a cura di A. Calbi, W. Monacchi, G. Renzi, Roma 1993, pp. 11-14.