STOPPATO, Alessandro
Giurista, nato a Cavarzere (Venezia) il 31 dicembre 1858, morto a Milano il 23 giugno 1931. Laureatosi a Padova nel 1879, vi conseguì nel 1885 la libera docenza in diritto e procedura penale; fu professore straordinario a Bologna dal 1898, poi ordinario. Esercitò anche nobilmente in processi famosi l'avvocatura. Fu deputato al parlamento per le legislature XXII-XXIV: di particolare importanza è la sua relazione sul codice di procedura penale del 1913 (Finocchiaro-Aprile) del quale egli fu con L. Mortara il principale artefice: ciò che non gl'impedì di muovere, alcun tempo dopo, qualche critica alla sua opera. Chiamato nel 1919 a far parte della commissione incaricata di esaminare il progetto Ferri per un nuovo codice penale, si dimise allorché la commissione accolse principî ispirati alle teoriche positivistiche. Fu nominato senatore il 3 ottobre 1920.
Lo St. fu seguace della scuola classica che riteneva avesse in sé tanta vitalità da poter reggere le rinnovantisi condizioni sociali, e riguardò Francesco Carrara come maestro. Posto come base il principio dell'imputabilità morale, riconobbe che non lo contrastavano, nel campo delle applicazioni, alcuni istituti diretti a conseguire una più intensa sicurezza sociale. A guardare in fondo al sistema dello St., quale lo si ricava specialmente dai suoi discorsi: Dell'elemento etico nel magistero penale (1898); La scuola giur. ital. e il progr. del dir. pen (1909), esso non è lontano, nel suo nucleo fondamentale, dalle direttive essenziali che furono accolte dal nuovo codice penale del 1930. Nel 1913 fondò e diresse un Istituto di studî criminali e di polizia scientifica, che fu annesso alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Bologna.
Opere principali: Infanticidio e procurato aborto, Verona-Padova 1887; L'azione civile nascente da reato, in Rivista penale, 1898; Commento al codice di procedura penale (del 1913): Disposizioni generali, Torino 1918; L'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, Verona-Padova 1896; L'evento punibile, ivi 1898. Queste due ultime opere, forse le più notevoli fra tutte, ebbero grande influenza anche sulla giurisprudenza.
Bibl.: A. Del Giudice, in Giustizia penale, 1931, I, p. 865; S. Longhi, in Rivista penale, 1931, II, pp. 1-3; A. Oviglio, in Giornale dell'avv., 1931 (1° luglio); G. Marciano, in Riv. it. dir. pen., 1932, pp. 473-486; C. Bianchedi, in Annuario dell'Un. di Bologna, 1931-32; A. De Marsico, ibid., 1932-1933.