RAVERI, Alessandro
RAVERI (Raverii, Raverio), Alessandro. – Nacque nel 1553 da Costantino Raveri e Pirrina Bindoni, non si sa se a Venezia o a Cesena, luogo d’origine della famiglia paterna. Costantino, stampatore-editore, attivo a Cesena nel secondo quarto del Cinquecento (edizioni tra il 1525 e il 1553), si trasferì in data finora imprecisata a Venezia, dove si unì in matrimonio con Pirrina, figlia dell’importante editore Agostino Bindoni. Dalle nozze nacquero almeno tre figli: Bartolomeo, il primogenito, attivo brevemente prima a Venezia, nel 1564 in società con Comin da Trino, e poi dal 1570 al 1587 a Cesena come «stampatore camerale»; Francesco, che dopo la morte di Bartolomeo assunse la gestione dell’officina tipografica di famiglia (sono note edizioni dal 1594 al 1612); infine Alessandro, che fissò le basi della propria attività in laguna in virtù dell’apparentamento dei Raveri con un’importante famiglia di editori musicali: Antonio Gardano aveva infatti sposato (intorno al 1539) la primogenita di Agostino Bindoni, sicché Raveri era cugino per parte materna di Angelo, Alessandro e Matteo Gardano, eredi d’una delle massime aziende nel campo dell’editoria musicale.
Alcuni recenti ritrovamenti documentari mettono in luce fino a che punto Raveri fosse implicato nelle attività editoriali e commerciali dei Gardano. Nel 1593 risulta che egli risiedeva in casa di Angelo Gardano, facendo parte del suo nucleo familiare insieme a Matteo, alla di lui consorte, Angela Cappi, e a Diamante, futura erede di Angelo, qualificata come sua «nexa» (nipote), ma più probabilmente figlia adottiva (Venezia, Archivio storico del Patriarcato, Curia, Sezione antica, Status animarum, b. 3, Parrocchia di S. Salvador, 1593, cc. nn.). Che Raveri facesse parte dello staff della «libraria» Gardano è confermato da due altri documenti, rispettivamente del 1588 e del 1596 (ibid., Parrocchia di S. Salvador, Matrimoni, reg. 1, c. 5v, 28 febbraio 1588; ibid., Parrocchia di S. Zulian, Battesimi, reg. 3, c. 6, 20 agosto 1596), che lo qualificano come «libraro alla insegna da l’Orso et Lion» (l’emblema dei Gardano da mezzo secolo). Della sua competenza tipografica (oltre che dell’aiuto del fratello Matteo, di un garzone e di alcuni collaboratori esterni) si avvalse Angelo Gardano per far funzionare l’importante officina editoriale.
In questo contesto il giovane Raveri si formò nell’arte della stampa musicale. Dalle attività dei Gardano (che, in un’ottica di economia integrata tipicamente veneziana, alla produzione libraria avevano affiancato la gestione di una merceria) discese gran parte delle sue più strette relazioni: quella annodata nel 1588 col compositore di stampa Andrea Betanio di Biagio, fratello del Fausto che nel 1566 aveva avviato con Claudio Merulo un’officina tipografica indipendente (che stampò musica fino al 1570), e probabile collaboratore, oltre che della «libraria all’Orso et Lion», della nuova impresa concorrente di Ricciardo Amadino; ma anche quelle allacciate con i profumieri Marco Bon e Michiel Campi, fornitori (con tanti altri produttori di beni di lusso) della merceria di famiglia, ubicata all’insegna della Chiesa, nei pressi della libraria. Rinviano invece alla sfera prettamente musicale, suggerendo una sua competenza anche di esecutore, i rapporti intrattenuti da Raveri con Bernardo Fedrici, un operoso organista di S. Sofia, a sua volta legato ad alcuni tra i più significativi violinisti professionisti in laguna, con i quali fu forse in «compagnia»: Giacomo Muracha dal violin, Antonio Barizenda dal violin e Giacomo Coron.
A Raveri non mancò un’ambiziosa tempra intellettuale. Nel 1595, quasi a voler marcare una propria autonomia rispetto ai più fortunati cugini, avviò con l’editore Giovanni Guerigli un complesso progetto editoriale, come traduttore e promotore della versione italiana dell’Academie françoise, en laquelle il est traité de l’institution des mœurs (1577-1588) di Pierre de La Primaudaye, un’opera enciclopedica di filosofia morale, la cui traduzione impegnò Raveri per molti anni (la prima parte dell’opera, apparsa col titolo Academia francese e da lui dedicata al granduca Ferdinando de’ Medici, uscì nel 1595; la seconda, con dedica a Ferdinando arciduca dell’Austria interiore, nel 1596; la terza postuma a cura del fratello Francesco nel 1610 per i tipi di Sebastiano Combi). A fronte di tanto impegno, che rivela specifiche competenze linguistiche e letterarie, e di un tale saggio di autonomia progettuale, non stupisce se nel corso del 1606, quando la produzione editoriale all’«Orso et Lion» registrò alcune difficoltà, Raveri decise di separarsi dai Gardano, aprendo in S. Salvador (la stessa contrada ov’era ubicata la libraria Gardano) una propria officina e «bottega di librer» all’insegna dell’Aldo. A fornirne l’occasione e i capitali necessari fu probabilmente la dote proveniente dal matrimonio che Raveri, a cinquant’anni suonati, contrasse nel 1605 con una tal Anzola dalla quale, nel giugno 1606, nacque Franceschina, unico frutto di un’unione tardiva e dai risvolti tipicamente ‘aziendali’.
Per le sue edizioni musicali Raveri si servì della marca tipografica di famiglia – un cigno (non un’aquila, come si legge in Sartori 1958) che col becco sorregge un nastro con il motto «Eternitati» (Zappella, 1986, fig. 351) – e di un set di caratteri tipografici diversi da quelli dell’officina dei cugini Gardano. L’atteggiamento di Raveri, la cui scelta di mettersi in proprio avvenne in un momento delicato per l’officina dell’«Orso et Lion», parve fin da subito orientato a una diretta concorrenza. Significativo in tal senso l’alto numero di ristampe di titoli già pubblicati all’insegna dell’«Orso et Lion». Emblematico è il caso del Primo libro de madrigali a cinque voci di Benedetto Pallavicino: apparsa per la prima volta nel 1581 per i tipi di Angelo Gardano, la raccolta venne ristampata nel 1606 sia da Raveri sia da «Angelo Gardano e fratelli»; qualcosa di simile accadde anche per il secondo e il terzo libro di madrigali a cinque dello stesso Pallavicino: apparse rispettivamente nel 1584 e nel 1585 per i tipi di Angelo Gardano, entrambe le raccolte furono ristampate da Raveri nel 1606, quindi l’anno dopo da «Angelo Gardano e fratelli».
Di Raveri sono attualmente note 63 edizioni: 30 dedicate alla musica da chiesa, 30 a quella madrigalistica, 3 a quella strumentale. Significativa è l’incidenza delle ristampe, pari a quasi un terzo del totale. Tra il 1607 e il 1608 Raveri ristampò tre libri apparsi in precedenza per i tipi del fiorentino Giorgio Marescotti, sintomatici dell’attenzione verso generi musicali d’avanguardia, come le Nuove musiche di Giulio Caccini e L’Euridice di Jacopo Peri. Degna di nota è poi la ristampa del Quarto libro di mottetti a cinque voci del Palestrina apparsa nel 1608, alla quale Raveri aggiunse un libro-parte per l’organo: innovazione immediatamente ripresa dai cugini Gardano.
Pur senza il taglio innovativo che caratterizzò l’attività di editori coevi come Vincenti e Amadino, l’officina Raveri riuscì a garantirsi fin da subito – oltre a un buon ritmo di produzione – repertori musicali inediti di qualità. Tra i compositori più presenti in catalogo si ricordano il romagnolo Giulio Belli (Raveri pubblicò nel 1607 tre sue raccolte di musica sacra), e i lombardi Tiburzio Massaino (quattro libri di composizioni sacre tra il 1607 e il 1609) e Giovanni Ghizzolo (tre di musica profana tra il 1608 e il 1609).
Raveri morì nella sua abitazione in contrada S. Salvador il 16 giugno 1609, dopo tre mesi di malattia causata da «una vena offesa nel petto et cataro» (Venezia, Archivio di Stato, Provveditori alla sanità, Necrologi, reg. 839 [1609], 16 giugno 1609 e Archivio Storico del Patriarcato, Parrocchia di S. Salvador, Morti, reg. 9, c. 39, 16 giugno 1609). La sua scomparsa determinò la chiusura dell’officina tipografica. La data del 1612 che si legge sul frontespizio di un esemplare dei Sacri hymni cantiones et litaniae Deiparae Virginis Mariae di Oliviero Ballis è il frutto di un ritocco della data effettiva (1609).
Fonti e bibl.: Venezia, Archivio storico del Patriarcato, Parrocchia di S. Salvador, Matrimoni, reg. 1, c. 5v, 28 febbraio 1588 (more veneto 1587); ibid., Parrocchia di S. Fosca, Battesimi, reg. 1, cc. nn., 11 giugno 1589; ibid., Curia, Sezione antica, Status animarum, b. 3, Parrocchia di S. Salvador (1593), cc. nn.; ibid., Parrocchia di S. Zulian, Battesimi, reg. 3, c. 6, 20 agosto 1596; ibid., Parrocchia di S. Geremia, Matrimoni, reg. 1, cc. nn., 14 ottobre 1601 e 3 febbraio 1603 (more veneto 1602); ibid., Parrocchia di S. Polo, Battesimi, reg. 3, c. 159, 15 giugno 1606; ibid., Parrocchia di S. Salvador, Morti, reg. 9, c. 39, 16 giugno 1609; Venezia, Archivio di Stato, Provveditori alla sanità, Necrologi, reg. 839 (1609), 16 giugno 1609; C. Sartori, Una dinastia di editori musicali. Documenti inediti sui Gardano e i loro congiunti Stefano Bindoni e Alessandro Raverij, in La Bibliofilia, LVIII (1956), p. 191; Id., Dizionario degli editori musicali italiani, Firenze 1958, p. 128; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, II, Baden-Baden 1980, p. 348; B.L. Masetti Zannini, Stampatori e librai a Roma nella seconda metà del Cinquecento, Roma 1980, p. 217; G. Zappella, Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento, I, Milano 1986, ad ind.; T. Carter, Music publishing in Italy, c. 1580-1625, in RMA Research Chronicle, XX (1986-1987), pp. 19-37; S. Boorman, R. A., in Music printing and publishing, a cura di D.W. Krummel e S. Sadie, New York 1990, p. 387; The new Grove dictionary of music and musicians, XX, London-NewYork 2001, pp. 881 s.; F. Fioravanti, Annali della tipografia cesenate 1495-1800, Manziana 1997, ad ind.; R.J. Agee, The Gardano music printing firms 1569-1611, Rochester 1998; F. Dell’Amore, La tipografia musicale di Alessandro Raverio (1606-1609), in Il libro in Romagna. Produzione, commercio e consumo dalla fine del secolo XV all’età contemporanea, I, a cura di L. Baldacchini e A. Manfron, Firenze 1998, pp. 333-352; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XIII, Kassel 2005, coll. 1363 s.; R. Baroncini - L. Collarile, Alessandro Raveri (1553-1609). Editore di musica, in preparazione.