ALESSANDRO principe di Moldavia, detto il buono (cel Bun, probabilmente nel senso di "vecchio", in romeno bun, bunic significa "avo")
Fu l'organizzatore del principato moldavo, fondato dai suoi antenati verso la metà del sec. XIV. Figlio di Romano e di Anastasia, salì nel 1399 al trono insieme col fratello Bogdan, dopo la morte di un terzo fratello, Inga. Il paese era allora sotto la soggezione del vicino regno di Polonia; ma A. seppe fargli acquistare una larga autonomia, di modo che, dopo pochi anni, egli poté intitolarsi autocrata (samoderžec, nella lingua paleo-slava dei suoi documenti). L'anno 1407 andò fino a Leopoli per rinnovare e prestar personalmente l'omaggio a Vladislav Iagellone re di Polonia, al quale si offrivano doni e si mandavano uomini in servizio militare, come nella guerra contro l'Ordine Teutonico, ma senza che i rappresentanti moldavi partecipassero alle diete del regno. La prima moglie di A. fu la cugina del re, Ryugata, cattolica; e perché essa potesse professare il suo culto, fu edificata a Baia, capitale antica del principato e residenza di un vescovo latino, una chiesa di stile gotico, ora caduta in rovina. Ma ben presto questo matrimonio, rimasto infecondo, fu sciolto. Una certa minaccia per il dominio di A. parve costituire il riavvicinamento, avvenuto sulla fine del 1411, tra l'imperatore Sigismondo, re d'Ungheria, e Vladislav Iagellone. I due sovrani nel trattato di pace e di alleanza, stipulato il 10 marzo 1412 a Lublau, avevano infatti preso importanti deliberazioni nei riguardi della Moldavia: Sigismondo, in considerazione dell'omaggio prestato da Alessandro al re di Polonia, s'impegnava la non turbare l'alto diritto del suo alleato sulla Moldavia; ma, in compenso, veniva affermato l'obbligo del principe moldavo, qualora l'Ungheria fosse assalita dai Turchi, di prestarle aiuto. Non obbedendo Alessandro, la Moldavia sarebbe andata divisa tra i due alleati. Ma l'accorto signore, facendo buon viso a quel trattato, gli tolse quasi ogni efficacia. Tuttavia, negli ultimi suoi anni, A., preoccupato della sicurezza della regione settentrionale del suo dominio, detta la Pocuzia, che i Moldavi avevano ricevuta dal re di Polonia in compenso dell'aiuto prestato nella guerra contro l'Ordine Teutonico, profittò della guerra tra la Lituania e la Polonia, scoppiata nel 1430, per coltivare rapporti di amicizia con la giovane potenza lituana, a danno dei Polacchi. Dalla parte dei Turchi, A. vigilò attentamente. Non partecipò a quei progetti di crociata, che sempre rifiorivano nell'Europa orientale, minacciata dai Sultani; ma seppe difendere il suo porto principale di Moncastro (Cetatea Albă) contro la flotta di Murād II. Alla fine del suo governo, inflisse anche una disfatta alle forze turche penetrate dalla Valachia. Cordiali furono i suoi rapporti con Costantinopoli, che resisteva ancora all'ondata degl'infedeli; da vecchio, anzi, ebbe per moglie Marina, imparentata con la corte bizantina. Tuttavia, sebbene ospitasse l'imperatore Giovanni, di ritorno dall'Occidente, non permise al patriarca d'imporre alla Moldavia, come alla Valachia vicina, un arcivescovo greco. Morì nel 1432, e fu sepolto nel convento di Bistrita, che, con quello di Moldovita, fu il primo edificio in pietra fatto costruire da Alessandro.
Bibl.: E. Picot e G. Bengesco, Alexandre le Bon, prince de Moldavie, Vienna 1882.