PICCOLOMINI, Alessandro
Scrittore, nato il 13 giugno 1508 a Siena, ivi morto il 12 marzo 1578. Visse molto a Padova, dove fino dal 1540 fu lettore di filosofia morale, e a Roma, donde tornò in età avanzata a Siena. Quivi, creato arcivescovo di Patrasso (1574), fu sino alla morte coadiutore dell'arcivescovo Fr. Bandini Piccolomini.
Uomo di varia cultura, scrisse molte opere di materia filosofica e scientifica, tradusse da Ovidio e Virgilio, e dal greco l'Economico di Senofonte, la Rettorica e la Poetica di Aristotele. A quest'ultima fece seguire delle Annotazioni, in cui espresse idee che suscitarono polemiche e lasciarono traccia nella storia delle teoriche sull'arte. Si hanno ancora di lui una raccolta di cento sonetti; tre commedie, Amor costante, Alessandro, Ortensio e un dialogo, la Raffaella ovvero la bella creanza delle donne, che ritrae non senza vivacità una scena di seduzione.
Bibl.: G. B. Pellizzaro, I sonetti di A. P., in Rass. crit. d. lett. ital., VIII, p. 97; M. Rossi, Le opere letterarie di A. P., in Bull. senese di storia patria, XVII (1910), pag. 289, XVIII (1911), p. 1; B. Croce, La Commedia del Cinquecento, in La critica, XXVIII (1930), p. 21; E. Casanova, Lettere di A. P., in Bull. senese di st. patria, XIII (1906), pp. 187-219; I. Sanesi, Per una lettera di A. Piccolomini, in Studi letter. e linguistici dedicati a Pio Rajna, Firenze 1915, p. 757; G. Toffanin, Il Cinquecento, Milano 1929, pp. 497-499.