PAVOLINI, Alessandro
Gerarca fascista, nato a Firenze il 27 settembre 1903, da Paolo Emilio P. (v.). Fece parte, giovanissimo, delle squadre d'azione fasciste fiorentine. Fattosi strada nel fascismo provinciale, fu segretario federale del fascio fiorentino, donde passò al direttorio nazionale del partito e, per certe velleità giornalistico-letterarie, alla presidenza della Confederazione professionisti e artisti.
È autore, infatti, oltre che di alcuni scritti politici sui problemi del Baltico (L'indipendenza finlandese, Roma 1928 e Nuovo Baltico, Firenze 1935), di un romanzo sportivo (Il Giro d'Italia, Foligno 1928), di un altro romanzo (Scomparsa d'Angela, Milano 1940) e di un documentario sulla spedizione di Etiopia (Disperata, Firenze 1937), a cui prese parte nell'arma aerea, camerata di G. Ciano, per l'amicizia del quale divenne (ottobre 1939) ministro della Cultura popolare. Dal febbraio al 25 luglio 1943, direttore de Il Messaggero.
Nel settembre 1943 fu da Musiolini nominato segretario del Partito fascista repubblicano e come tale spiegò febbrile attività per la ricostituzione di esso sulla base dell'alleanza con la Germania nazista. Durante tutto il periodo della repubblica di Salò, il P. rappresentò l'anima del fascismo più acceso delle squadre d'azione e la volontà disperata della resistenza a fianco dei Tedeschi e della lotta spietata contro l'antifascismo e l'attendismo. Nell'ultima difesa di Firenze (luglio-agosto 1944), egli lanciò i suoi uomini contro le formazioni partigiane piuttosto che contro l'esercito angloamericano, che avanzava. Appoggiò d'altra parte la politica della socializzazione, ma senza risultato. Rimasto a fianco di Mussolini sino al crollo finale, rappresentò sempre la tendenza intransigente, che contava su un'ultima resistenza armata, ancora dopo la capitolazione tedesca. Catturato assieme a Mussolini, fu fucilato a Dongo dai partigiani, il 28 aprile 1945.