PASSERIN d’ENTRÈVES, Alessandro
– Nacque a Torino il 26 aprile 1902 da Ettore Passerin d’Entrèves et Courmayeur, di antica e nobile famiglia valdostana, e da Maria Gamba.
Ottenuta la maturità classica al liceo Massimo d’Azeglio di Torino, si iscrisse nell’a.a. 1918-19 alla facoltà di giurisprudenza dell’Ateneo torinese. Fra i suoi maestri ebbe Francesco Ruffini, Gaetano Mosca, Gioele Solari e Luigi Einaudi. Nel 1922 si laureò con Solari discutendo una tesi in filosofia del diritto su «La filosofia giuridica di Hegel», poi pubblicata con il titolo Il fondamento della filosofia giuridica di G.G.F. Hegel (Torino 1924; nuova ed., con postfaz. di G.M. Bravo, Roma 2012). Strinse una forte amicizia con Piero Gobetti, e, fra il 1922 e il 1925, collaborò alle riviste da lui dirette – La Rivoluzione liberale e Il Baretti – scrivendo articoli sul marxismo e il materialismo storico. L’amico di un tempo fu sempre ricordato da Passerin d’Entrèves come una persona chiave per la sua formazione morale e spirituale.
Nel 1925 si recò in Germania per un breve periodo di studio, a seguito del quale pubblicò Il concetto di diritto naturale cristiano e la sua storia secondo E. Troeltsch (in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, LXI [1925-26], pp. 664-704), che inaugurò il filone di studi sul diritto naturale.
Grazie a Luigi Einaudi vinse una “borsa Rockefeller” che gli permise un lungo soggiorno a Oxford, presso il Balliol College, dal 1926 al '28. Qui conobbe i celebri fratelli Carlyle, grazie ai quali approfondì gli studi sul pensiero politico medievale, con particolare riferimento a San Tommaso e al pensiero politico inglese. Nel 1928 si recò a Berlino dove ebbe modo di frequentare studiosi come Friedrich Meinecke e Carl Schmitt. In quello stesso anno trascorse alcuni mesi a Vienna dove frequentò le lezioni di Hans Kelsen.
L’8 aprile 1931 si unì in matrimonio con Giuseppina d’Orsara, dalla cui unione nacquero Maria Rosa e Teodoro.
Nel 1932 conseguì il dottorato in filosofia presso l’Università di Oxford con una monografia sul pensiero filosofico giuridico e politico di Richard Hooker, considerato da Passerin d’Entrèves un pensatore il cui sistema di filosofia del diritto è uno snodo fondamentale per intendere il preilluminismo in Inghilterra, con particolare riferimento al pensiero di John Locke, e ai problemi della giustizia e dello Stato. Sulla scorta di questi studi d’Entrèves sviluppò ulteriormente le ricerche sul diritto naturale, e mise a fuoco i temi cui dedicò gran parte delle sue ricerche: il problema dell’obbligo politico, della legittimità dello Stato e del governo, poi sistematizzate in The medieval contribution to political thought. Thomas Aquinas, Marsilius of Padua, Richard Hooker (Oxford 1940).
Nel 1928 ottenne la libera docenza in storia delle dottrine politiche, e l’anno successivo l’incarico per il corso di filosofia del diritto. Nel 1935 vinse il concorso di storia delle dottrine politiche a Messina e risultò terzo classificato nel concorso di filosofia del diritto a Ferrara. Nominato professore straordinario a Messina, l’anno seguente fu chiamato a Pavia. Nel 1938 fece ritorno all’Università di Torino come docente di diritto internazionale. I suoi corsi vertevano principalmente sulla storia della filosofia politica medievale, con particolare riferimento al problema dell’obbligazione politica, che rimase sempre uno fra i suoi temi prediletti di studio.
Richiamato alle armi, ufficiale con il grado di capitano, nel1942 fece parte della commissione d’armistizio italo-francese. Partecipò alla lotta antifascista in Valle d’Aosta: dopo la Liberazione fu nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) prefetto di Aosta e, insieme con Federico Chabod, si batté per l’autonomia della Valle d’Aosta contro l’annessione alla Francia.
Dal 1945 al 1956 tenne a Oxford la cattedra di studi italiani (Serena Professor of Italian).
Risalgono a questi anni gli studi su Dante, Machiavelli, Guicciardini, Alfieri e Manzoni. Sviluppò altresì una serie di ricerche di carattere più politologico sui temi del liberalismo, del conservatorismo e sul valore delle autonomie locali in contrapposizione al centralismo statualista. E continuò a coltivare gli studi sul diritto naturale, concepito all’intersezione tra diritto e morale, e contro il positivismo giuridico, che vennero poi sistematizzati in uno dei suoi libri più famosi: Natural Law. An introduction to legal philosophy (London-New York-Melbourne 1951; trad. it., La dottrina del diritto naturale, Milano 1954; 2ª ed. ampl., ibid. 1962; 3ª ed. ampl., ibid. 1980).
Nell’autunno del ’57, dopo aver tenuto un corso di storia delle dottrine politiche alla Harvard University, rientrò in Italia, chiamato dalla facoltà di giurisprudenza di Torino per insegnare dottrina dello Stato.
In questo periodo sviluppò una riflessione organica sul potere, la forza e l’autorità, compendiata in La dottrina dello Stato: elementi di analisi e di interpretazione (Torino 1962), considerata da molti la sintesi del suo pensiero storico filosofico e politico. Gli studi sull’obbligo politico vennero ulteriormente sviluppati in una serie di scritti con particolare riferimento alla società contemporanea, alla libertà politica, al rapporto tra legalità e legittimità, e al tema della disobbedienza civile, poi raccolti in Obbedienza e resistenza in una società democratica e altri saggi (Milano 1970).
Dal 1960 al '64, fu chiamato dalla Yale University a tenere corsi semestrali di storia delle dottrine politiche e di filosofia del diritto. Negli anni Sessanta fu tra i protagonisti, insieme con Luigi Firpo e Norberto Bobbio, del dibattito per il riconoscimento di uno statuto autonomo alle facoltà di scienze politiche e, nello stesso tempo, si batté per l’inserimento nei piani di studi dell’Università italiana del corso di filosofia politica. Nel 1969 venne eletto preside della neo costituita facoltà di scienze politiche dell’Università di Torino, rimanendo in carica per un triennio, e ricoprendo la prima cattedra italiana di filosofia politica.
Abbandonato l’insegnamento accademico nel dicembre del 1972, iniziò una collaborazione con il quotidiano La Stampa. Gli articoli, variamente improntati su temi politici, morali e religiosi dell’Italia del tempo, vennero raccolti poi nel volume Il palchetto assegnato agli statisti e altri scritti di varia politica (Milano 1979). Negli ultimi anni tornò a riflettere sulla sua “piccola patria”, la Valle d’Aosta, e sul valore dell’autonomismo, delle tradizioni e delle identità locali.
Fu socio di prestigiose istituzioni culturali nazionali e internazionali, fra cui: l’Accademia nazionale dei lincei, L’Accademia delle scienze di Torino (di cui fu anche presidente nel 1982), la Deputazione subalpina di storia patria, l’International law association, la Royal historical society, L’American Academy of art and sciences, l’Institut international de philosophie politique. Fu inoltre membro del comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Venne insignito della medaglia d’oro dei benemeriti della Scuola, della cultura e dell’arte, e ricevette nel 1978 la laurea ad honorem dall'Università di Parigi «La Sorbona».
Passerin d'Entrèves trascorse gli ultimi anni della sua vita nella sua casa di Cavoretto, a Torino, dove morì il 15 dicembre 1985.
Opere. Tra le opere non citate nel testo: La teoria del diritto e della politica in Inghilterra all’inizio dell’età moderna, Torino 1929; R. Hooker. Contributo alla teoria e alla storia del diritto naturale, Memorie dell’Istituto giuridico, s. 2, XXII (1932); Il negozio giuridico. Saggio di filosofia del diritto, Torino 1934; Appunti di storia delle dottrine politiche: la filosofia politica medioevale, ibid. 1934; Morale, diritto ed economia, Pavia 1937; Alessandro Manzoni: annual italian lecture of Bristish Academy (1949), London s.d.; Dante politico e altri saggi, Torino 1955 (trad. inglese, Dante as a political thinker, Oxford 1965); Per la storia del pensiero politico medievale: pagine sparse, Torino 1970; La filosofia della politica, ibid. 1972; Scritti sulla Valle d’Aosta, Bologna 1979; Les bornes du royaume: écrits de philosophie politique et d’histoire valdôtaine, Milano 1984.
Fonti e Bibl.: Per approfondimenti sulla vita e le opere di P.d’E. si vedano la nota bio-bibliografica e la bibliografia in A. Passerin d’Entrèves, Potere e libertà politica in una società aperta, a cura di S. Cotellessa, Bologna 2005, in partic. pp. 31-34, 301-313; l’Introduzione e la Nota critica e bibliografica di G.M. Bravo, e il Profilo di A. P.d’E. di P. Polito, in A. Passerin d’Entrèves, Saggi di storia del pensiero politico dal Medioevo alla società contemporanea, a cura di G.M. Bravo, Milano 1992; A. P.d’E. (1902-1985). Politica, filosofia, accademia, cosmopolitismo e «piccola patria», a cura di Id., Milano 2004.