OROLOGIO, Alessandro
OROLOGIO (de Aurava), Alessandro. – Discendente da una dinastia di fabbri e costruttori di orologi da torre attivi in diversi centri del Friuli, nacque il 14 gennaio 1551 verosimilmente ad Aurava di San Giorgio della Richinvelda (Pordenone).
La sua formazione musicale avvenne probabilmente in Udine ove il padre, Pellegrino di Aurava «faber ferrarius et magister horologiorum», risultava attivo già negli anni Cinquanta (Udine, Biblioteca civica, Comunale antico, Annales civitatis Utini, LV, c. 162v). Il suo primo impiego documentato fu quello di suonatore nella compagnia strumentale udinese, dal 18 maggio 1573, insieme, tra gli altri, a Nicolò e Giovanni Battista Mosto: la compagnia aveva il compito di suonare in duomo durante le liturgie festive e nelle ricorrenze civili a discrezione dei deputati cittadini. Il 26 gennaio 1574, pur mantenendo il ruolo di strumentista, subentrò al padre, da poco deceduto, nell’incarico di manutentore dell’orologio pubblico di piazza Contarena a Udine e dell’armamentario cittadino. Da quel momento nei documenti cominciò a essere registrato come Alessandro «de relogi» o «Horologius» in luogo di Alessandro «de Aurava» «de la Aurava» «de la Vrava» (cfr. Colussi, 2008, pp. 223 s., 226 s.). Il 25 agosto 1577 presentò una supplica per ottenere un aumento stipendiale: da essa si evince che oltre a suonare diversi strumenti «da mano et da fiato» era stato autore di molte composizioni (ibid., p. 228). Nonostante l’aumento ottenuto, il 6 aprile 1578 presentò al Consiglio cittadino le dimissioni (altrettanto fecero Florindo Sertorio, Francesco Sagabria e Andrea Mosto).
Da Udine passò, con questi tre compagni, a Praga al servizio dell’imperatore Rodolfo II, cui indirizzò nel maggio 1586 il Primo libro de madrigali a cinque voci (pubblicato a Venezia, da Angelo Gardano), definiti nella dedicatoria «umili primizie raccolte dal non ancor ben coltivato mio giardino dei fiori della musica». Lasciò Praga verso la fine di giugno 1587 iniziando, talvolta in compagnia di Sagabria, una serie di peregrinazioni in diverse corti dell’Europa centro-settentrionale. Nel 1589 era a Dresda, dove stampò il Secondo libro de madrigali a quatro, cinque et sei voci («typis elect. Saxoniae»; oggi incompleto) dedicandolo al duca Cristiano I di Sassonia e dove, insieme a Sagabria, figurava tra i membri della cappella di corte nel 1590; i legami con Dresda, sia pur non continuativi, andarono ben oltre la morte del duca Cristiano, sopraggiunta nel 1591 (Alessandro figura infatti occasionalmente nei libri paga fino al 1612). Negli anni seguenti fu forse al servizio dei nobili polacchi Pietro e Sigismondo Myszkowski, ai quali dedicò due libri di canzonette a tre voci; certa è la sua presenza tra il 1594 e il 1595 alla corte del langravio Maurizio d’Assia a Kassel cui dedicò il Secondo libro de madrigali a cinque voci (Venezia, Angelo Gardano, 1595) e per conto del quale scese in Italia a comprare un buon numero di strumenti musicali. Lasciata Kassel, entrò al servizio del duca Enrico Giulio di Brunswick-Wolfenbüttel (destinatario nel 1596 di una sua raccolta di canzonette intavolate per liuto, compilata da Sagabria). La sua presenza nella cappella musicale ducale è documentata, oltre che nel 1597 (anno in cui pubblicò le Intradae […] quinque & sex vocibus, quarum in omni genere instrumentorum musicorum usus esse potest. Liber primus, Helmstedt, Jakob Lucius, 1597), dal 1599 al Natale 1601. Il 1° aprile 1603 era nuovamente a Praga per assumere la carica di vicemaestro della cappella imperiale, incarico questo senza obblighi rigorosi di residenza che gli permise di continuare occasionalmente l’attività di cornettista a Dresda. Morto Rodolfo II, l’imperatore Mattia a fine ottobre 1613 lo pensionò, dopo avergli concesso un atto di nobilitazione e la possibilità di mantenere il titolo di ‘musico di sua maestà imperiale’.
Negli anni seguenti Orologio continuò a viaggiare molto, ma probabilmente senza assumere servizi stabili: nel giugno 1615 era a Venezia, nel 1616 a Dresda e poi di nuovo a Praga per sollecitare pagamenti arretrati. Dalla fine del 1617 al 1622 dimorò a Steyr, nell’Alta Austria, ospite del burgravio Giorgio Sigmundo di Lamberg, avendo modo di ricoprire temporaneamente nel luglio 1618 la carica di prefetto del coro nella vicina abbazia di Garsten. Negli anni seguenti fu prevalentemente a Vienna ospite ora presso una nipote, ora del conte Dietrichstein (figlio della terza moglie del Lamberg), afflitto spesso dalla podagra e da momenti di difficoltà economica in quanto non gli giungeva regolarmente la provisione annuale imperiale di 300 fiorini, né riusciva a riscuotere i crediti arretrati dalla camera imperiale: per cercare di ottenerli aveva dedicato nel 1627 i Cantica Sion in terra aliena a mysticis Israelitis, octo vocibus concinenda (Venezia, Giacomo Vincenti; oggi incompleto) all’abate di Kremsmünster, Franz Anton Wolfrath (o Wolfradt), presidente della camera imperiale, e nel 1628 aveva affrontato inutilmente un ennesimo viaggio a Praga. Dettò testamento a Vienna, il 27 febbraio 1633, nominando eredi universali ed esecutori Pietro Verdina, maestro di cappella del re d’Ungheria e Boemia, e Giovanni Sansone, musico da camera di sua Maestà Cesarea; l’atto fu sottoscritto tra gli altri da Martin Keller, da Gian Giacomo Arrigoni e da Agostin Rossini, tutti musici imperiali.
Morì poco prima del 29 ottobre 1633, data della lettura del testamento.
Un suo bel ritratto (olio su tela) si conserva al Grassi Museum für Musikinstrumente (Università di Lipsia) mentre risulta perduto un busto che si trovava nella camera dei pifferi a Dresda.
Oltre a quelle già citate sono note le seguenti opere a stampa: Canzonette a tre voci [...] Libro primo, Venezia, Angelo Gardano, 1593; Canzonette a tre voci [...] Libro secondo, ibid., 1594; Canzonette a tre voci [...] intavolate per sonar di liuto, Venezia, Giacomo Vincenti, 1596; Terzo libro de madrigali a cinque et a sei voci, ibid., 1616 (solo la parte del cantus). Sopravvivono inoltre circa 30 composizioni, alcune manoscritte (in prevalenza sacre), presenti in importanti raccolte dell’epoca, tra cui un Magnificat (Kremsmünster, Benediktinerstift, Musikarchiv, L5), un Miserere mei Deus (edito in Promptuarii musici [...] pars prima, Straßburg, K. Kieffer, 1611) e la messa Quando fra bianche perle (solo l’altus e la quinta vox, già a Breslavia e oggi a Berlino, Staatsbibliothek Preußischer Kulturbesitz, Bohn, Ms.mus.99), tutte a cinque voci. Rimane infine solo la memoria di alcune opere non meglio identificate («cantiones Italicas novas. I. Madrigali quinque, sex, septem. p. II. Madrigali per concerti ut vocamus. III. Dialogos per concerti: Et denique librum de coloratura») che Orologio, in una lettera del 12 ottobre 1599 al re Cristiano IV di Danimarca, affermava di aver dedicato al sovrano stesso (Eitner, 1899, p. 43). Tra le sue composizioni risaltano le canzonette, per la freschezza dell’invenzione melodica e la vivacità ritmica, e le intrade (tra i migliori brani del Cinquecento per complesso strumentale) che godettero di una discreta fortuna e contribuirono alla nascita della suite strumentale; la produzione madrigalistica e mottettistica, pur non distinguendosi per particolari novità di linguaggio, raggiunge comunque spesso esiti artistici interessanti.
Sono disponibili diverse edizioni della musica di Orologio: si vedano in particolare gli Opera omnia, I-VIII, a cura di F. Colussi et al., Udine 1992-2001.
Fonti e Bibl: R. Eitner, Drei Briefe von A. O., in Monatshefte für Musikgeschichte, XXXI (1899), pp. 42-45; K. Nef, Die Intraden von Alexander O., in Gedenkboek aangeboden aan Dr. D.F. Scheurleer, ’s-Gravenhage 1925, p. 219; M. Reimann, Materialien zu einer Definition des Terminus und des Begriffs der Intrada, in Musikforschung, X (1957), pp. 337-364; R. Flotzinger, A. O. und seine Intraden (1597), in Dansk åarbog for musikforskning, XVII (1986), pp. 53-64; F. Colussi, Scheda biografica di A. O. e alcuni documenti inediti e La compagnia strumentale della magnifica città di Udine, in A. O. (1551-1633) musico friulano e il suo tempo. Atti del Convegno ... 2004, a cura di F. Colussi, Udine 2008, pp. 79-90, 125-262; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, V, p. 463; The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVIII, p. 748; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XII (2004), coll. 1428-1430; Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, II, L’età veneta, a cura di C. Scalon - U. Rozzo, Udine 2009, pp. 1854-1860.