OLIVA, Alessandro
OLIVA, Alessandro (Alessandro da Sassoferrato). – Nato a Caboccolino di Sassoferrato (Ancona) nel 1407 da umile famiglia, fu affidato precocemente (secondo quanto riferisce Giovanni Antonio Campano [1495, c. 92]) agli eremitani (dapprima a S. Maria del Pianto, nella città natale, e successivamente a Matelica).
La formazione scolastica ivi ricevuta fu perfezionata nel convento di S. Agostino a Perugia, dove nel 1418 intraprese il noviziato e iniziò lo studio della logica e della dialettica. Nel 1423 fu inviato a S. Giovanni Evangelista di Rimini presso lo Studio generale dell’Ordine (retto allora da Gerardo da Rimini) per compiere gli studi filosofici e teologici. Seguì poi il celebre maestro a Bologna (1426). Furono anni di studio teologico intenso, come egli stesso avrebbe raccontato nel Sermone di Monte Oliveto. Nello Studio di Bologna, a partire dal 1431, svolse anche il suo tirocinio in qualità di cursore, come era consuetudine per gli eremitani, prima di conseguire il titolo di lector ed essere assegnato, il 17 ottobre 1433, al convento di Perugia. Qui, nel 1437, promosso baccelliere sentenziario da Gerardo da Rimini, divenuto priore generale dell’Ordine, lesse le sentenze di Pietro Lombardo e l’anno successivo divenne magister, completando il cursus honorum accademico.
Iniziò allora, stando allo stereotipo biografico proposto da Campano, la dialettica tra la virtuosa aspirazione agli studi e alla docenza e gli obblighi di governo dell’Ordine, assunti di malavoglia. Per tre anni (1439-42) fu priore provinciale della Marca anconitana e per pochi mesi nel 1442 anche procuratore generale, per volere di papa Eugenio IV. Il biografo colloca qui la sua entrata nella congregazione osservante di S. Maria del Popolo, detta anche perugina (composta dai conventi riformati che facevano capo all’omonimo convento romano), e la fuga da Roma, in un imprecisato eremo. Si potrebbe trattare, anche in quest’ultimo caso, di uno schema agiografico, ma in effetti la carriera di Oliva ebbe una svolta, sancita forse nel 1443 al capitolo generale celebrato a Siena: assegnato al convento di S. Agostino a Perugia, dal 1444 al 1459 insegnò teologia nello Studio dell’Ordine e filosofia nello Studium perusinum (ove compare nel 1447). Si dedicò inoltre con successo alla predicazione e contestualmente alla diffusione e al consolidamento dell’osservanza, come visitatore (1451-56) e come vicario della congregazione perugina, che comprendeva i conventi riformati delle province romana e spoletana.
Il 16 aprile 1456 fu nominato vicario generale dell’Ordine dal priore generale Giuliano da Salemi, al quale succedette il 12 maggio 1459, nel corso del capitolo generale che egli stesso aveva contribuito a organizzare a Tolentino. Ma rimase solo pochi mesi al vertice degli eremitani, perché Pio II il 5 marzo 1460 lo nominò cardinale presbitero col titolo di S. Susanna.
Con papa Piccolomini Oliva aveva un rapporto di solida fiducia, essendo stato da lui inviato nell’ottobre 1458 presso Francesco Sforza per indurlo a partecipare alla crociata contro i turchi (del che riferì al papa qualche mese dopo a Mantova, nel corso della dieta).
Il neocardinale fu inviato come legato a Siena, Perugia e nelle Marche, ove fece opera di pacificazione; si occupò anche della traslazione del capo di s. Andrea apostolo, proveniente dall’Oriente.
Non ebbe modo tuttavia di mettere alla prova sino in fondo le sue capacità, perché morì nell’agosto 1463, a Tivoli.
L’orazione funebre fu letta nella chiesa eremitana di S. Agostino a Roma − ove Oliva fu sepolto – dal celebre umanista di Curia Giovanni Antonio Campano, pubblico lettore nello Studio perugino e vescovo di Crotone, che Oliva negli ultimi anni di vita aveva avuto tra i suoi collaboratori.
La produzione (omiletica e trattatistica) di Oliva si concentra verosimilmente nel periodo dell’insegnamento perugino. È tutta perduta, e anche i titoli che l’erudizione settecentesca tramanda non sono che la ripresa adattata di un passo di Campano (in Ciaconio, 1677, pp. 1047 s.): «Scripserat iam pridem sermones circiter centum de ortu Salvatoris, de coena Domini, de peccato in Spiritum sanctum et rebus variis». Ambrogio da Cori, priore generale dell’Ordine morto nel 1485, menziona gli scritti di Oliva nella sua Chronica Ordinis (Roma 1482, «Multa quidem procul dubio composuit, ut mihi etiam constat sed ab infidis servitoribus ac emulis in eius morte fuerunt occupata») e non manca qualche altra citazione sino al Seicento. Oltre al già menzionato Sermone di Monte Oliveto (Firenze, Riccardiana, ms. 1495), non sopravvivono dunque (nel registro generalizio) che poche lettere di Oliva indirizzate a membri importanti dell’Ordine.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generale dell’Ordine agostiniano, Dd 5, Regestum Gerardi Ariminensis, ab anno 1431 ad annum 1438; Dd 6, Regestum Juliani de Salem, Alexandri de Saxoferrato, Guillelmi de Florentia, Iacobi Aquilani, ab anno 1451 ad annum 1471 (parzialmente editi in Iuliani de Salem Registrum generalatus [1451-59], a cura di D. Gionta, Roma 1994). Joannis Antonii Campani episcopi Interamnensis In funere card. Sanctae Susannae Saxoferratensis oratio, in Omnia Campani opera, Venetiis 1495 (parzialmente ripresa in A. Ciaconio, Vitae et res gestae pontificum romanorum et S. R. E. cardinalium, ab Oldoino recognitae, II, Roma 1677); I Commentarii, Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II, a cura di L. Totaro, Milano 1984, in particolare pp. 667-681, 695-701, 1495-1557, 2375-2377. Le menzioni dell’erudizione agostiniana di età moderna (Thomas de Herrera, Luigi Torelli, Felix Ossinger, Lorenzo Cardella), dell’erudizione curiale (Alfonso Ciaconio) e di Giuseppe Lanteri (XIX sec.) sono vagliate dalla monografia di M. Morici, Il cardinale A. O. predicatore quattrocentista, Firenze 1899, e in particolare dal più recente G. Raponi, Il cardinale agostiniano A. O. da Sassoferrato (1407-1463), Roma 1956, pp. 3-9 (erudizione agostiniana), 26-55 (studi e prime responsabilità nell’Ordine), 56-87 (generale dell’Ordine), 13-25 e 88-109 (nomina cardinalizia), 110-155 (opera pacificatrice a Siena, Perugia, Ancona), 157-171 (traslazione del capo di s. Andrea), 203-221 (edizione del Sermone di Monte Oliveto), 222-264 (documentazione). Per la bibliografia successiva cfr. F. Di Bernardo, Un vescovo umanista alla corte pontificia. Giannantonio Campano (1429-1477), Roma 1975, pp. 111-116, 135-140, 145-152, 156-159; D. Gutiérrez, Storia dell’Ordine di s. Agostino, I,2. Gli Agostiniani nel Medioevo (1357-1517), Roma 1987, pp. 59 s.; D. Gionta, Falciglia, Giuliano (Giuliano da Salem), in Dizionario biografico degli Italiani, XLIV, Roma 1994, pp. 270-272.