MESSEA, Alessandro
– Nato il 16 nov. 1862 a Borgomanero, nel Novarese, da Federico e da Delfina Forno, studiò medicina e chirurgia nell’Università di Torino, e fu allievo, tra gli altri, di G. Bizzozero.
Assistente volontario, dopo la laurea conseguita nel 1886, nell’istituto torinese di materia medica diretto da P. Giacosa, si dedicò poi allo studio della microbiologia e della parassitologia: nel 1889 fu assistente nell’istituto zoologico dell’Università di Roma diretto da A. Carruccio e dal 2 luglio al 21 sett. 1890 lavorò come ricercatore nella sezione di batteriologia della Stazione zoologica A. Dohrn di Napoli, diretta da W. Kruse.
In questo periodo pubblicò i risultati di alcuni studi di un certo interesse: le osservazioni sulle condizioni di vita di infusori dei generi Paramecium e Colpoda (Primo contributo allo studio dell’ambiente in rapporto alla vita degli infusorj ciliati, in Lo Spallanzani, s. 2, XVIII [1889], pp. 174-183), la descrizione di alcuni vermi parassiti (Note di elmintologia romana, ibid., XIX [1890], pp. 216-225), e, di particolare importanza, un contributo, il primo della ricerca italiana, alla conoscenza dell’apparato cigliare dei batteri, dei quali, in base al numero e alla disposizione delle ciglia stesse, propose una classificazione ancora oggi sostanzialmente accettata (Contribuzione allo studio delle ciglia dei batterii e proposta di una classificazione, in Riv. di igiene e sanità pubblica, I [1890], pp. 513-528; v. anche Enc. medica italiana, II, coll. 2020 s., s.v. Batteriologia).
Frattanto la prima attuazione della legge Crispi-Pagliani del 22 dic. 1888 aveva dato avvio all’organizzazione dell’igiene pubblica con la partecipazione di elementi tecnici da reclutare attraverso appositi concorsi per funzionari sanitari. Il M., superate tali prove negli anni successivi, prese servizio nella Sanità pubblica: divenuto nel 1892 medico provinciale, esercitò tale funzione a Parma, ad Alessandria, a Piacenza e a Cremona; quindi, nominato nel 1905 ispettore generale medico, rimase in carica fino al 1912, quando fu chiamato a ricoprire il ruolo di vicedirettore della Sanità pubblica; fu infine preposto alla direzione generale di tale struttura, con la nomina a prefetto del Regno, dal luglio 1924 al 1930.
Nel corso della sua carriera gli furono affidati numerosi incarichi speciali: a Ferrara, dal 20 nov. 1900 al 24 giugno 1901, fu commissario per l’Amministrazione degli istituti esposti e maternità, curandone la riorganizzazione strutturale e il riordinamento normativo (Relazione del r. commissario per la disciolta Amministrazione…, Bologna 1901), nonché, dal 10 nov. 1902 al 3 sett. 1903, per l’Amministrazione dell’arcispedale di S. Anna, avviandone la ristrutturazione in un nuovo, grande edificio (Relazione del r. commissario…, ibid. 1903). Direttore delle operazioni di soccorso nelle zone colpite dal terremoto calabro-siculo del 1908, tre anni dopo ebbe la soprintendenza dei servizi di profilassi per fronteggiare l’epidemia di colera; prese parte ai lavori della Commissione per l’ordinamento dei campi di prigionia durante il primo conflitto mondiale e alle conferenze sanitarie internazionali di Genova del 1922 e di Varsavia del 1923, e fu relatore su questioni di sanità marittima alla conferenza internazionale sull’emigrazione tenutasi a Roma nel 1924; fu inoltre membro della Commissione centrale per le bonifiche, del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, del comitato centrale dell’Opera nazionale per la protezione degli invalidi di guerra, e presidente della commissione nominata dal ministro delle Colonie per la preparazione del codice sanitario coloniale.
Il M., alla luce delle esperienze progressivamente maturate, orientò la sua attività pratica alla pianificazione del perfezionamento dei servizi pubblici igienico-sanitari nei più importanti settori medici e sociali, gettando le basi per la formulazione del Testo unico delle leggi sanitarie la cui compilazione avrebbe curato per tutta la durata del suo mandato e che sarebbe stato approvato soltanto nel luglio 1934.
Nel 1923 regolamentò la prevenzione delle malattie veneree attraverso l’organizzazione di servizi provinciali, e si impegnò poi a favorire la conclusione dell’accordo internazionale di Bruxelles del 1924 sull’istituzione di dispensari antivenerei portuali per la profilassi e la cura dei marittimi, avviata poi dal 1926.
Intervenne nella lotta antimalarica, rendendo esecutive le disposizioni legislative sulle bonifiche, adottando nelle varie regioni provvedimenti adeguati all’incidenza dell’infezione, soprattutto organizzando una efficace opera divulgativa: come medico provinciale avviò in numerosi comuni del Parmense una serie di indagini che avrebbero determinato la revoca delle concessioni delle risaie per l’elevata incidenza malarica (Igiene e sanità pubblica nella provincia di Parma [Foglio periodico della R. Prefettura di Parma, anno 1896, n. 26]; Risicoltura e malaria nella provincia di Parma, in L’Ingegneria sanitaria, XIV [1903], pp. 125-127); realizzò nel 1923 l’Istituto autonomo per la lotta antimalarica nelle Venezie, che dal 1926-27 ampliò notevolmente le sue funzioni conducendo una vasta e intensa campagna antianofelica; determinò di fatto nel 1927 l’istituzione governativa a Roma della Scuola superiore di malariologia (Campagne antianofeliche nel quadro della bonifica integrale, in Rass. della Previdenza sociale, XVI [1929], pp. 26-35).
Deve inoltre essere ricordato l’impegno del M. nell’organizzazione di un piano razionale di lotta contro i tumori, avviato nel 1925 con due provvedimenti fondamentali: la disposizione del trasferimento della competenza delle sostanze radioattive dal ministero dell’Economia nazionale al ministero dell’Interno, con la conseguente costituzione, nel laboratorio fisico della direzione generale della Sanità, dell’Ufficio del radio; e lo stanziamento a Comuni, Province e istituzioni sanitarie di sussidi per favorire la nascita di centri diagnostici e per attivare corsi di perfezionamento e di preparazione tecnico-scientifica di personale specializzato. L’anno successivo venne fondato a Roma il R. Istituto fisioterapico ospitaliero, ente autonomo individuato come centro di assistenza ospedaliera e di studio per applicazioni di terapia fisica, con sede nell’ospedale romano di S. Gallicano. Tuttavia, in considerazione dell’inadeguatezza della vecchia struttura a compiti impegnativi e onerosi, il M. si attivò per realizzare, in un’area demaniale nei pressi del policlinico Umberto I, il nuovo Istituto Regina Elena per lo studio e la cura dei tumori che, con il S. Gallicano destinato solo alla cura delle malattie dermosifilopatiche, avrebbe costituito il complesso degli Istituti fisioterapici ospitalieri (IFO).
Rivolse una particolare attenzione a due aspetti assistenziali di rilevante importanza sociale: la tutela sanitaria della maternità e dell’infanzia, a favore della quale svolse una assidua, costante attività che sfociò, il 10 dic. 1925, nell’istituzione dell’Opera nazionale maternità e infanzia (ONMI); l’intervento statale per affrontare efficacemente la lotta contro l’affezione tubercolare mediante organismi deputati ad attivare misure di prevenzione, assistenza e cura, per la cui realizzazione nel 1927 rese esecutive le disposizioni di legge che imponevano l’istituzione dei consorzi provinciali antitubercolari e l’assicurazione obbligatoria dei lavoratori contro la tubercolosi (rispett. l. n. 1276 del 23 giugno e d.l. n. 2055 del 27 ott. 1927). Sotto la sua gestione la direzione della Sanità pubblica curò la pubblicazione dell’opera La tubercolosi. Scienza e legge nella lotta contro la tubercolosi a traverso i tempi e nei diversi paesi (Roma 1928), alla quale collaborarono numerosi autori e nella quale lo stesso M. scrisse Ragione dell’opera, I, pp. V-XI.
Tra i numerosi provvedimenti adottati dal M. in campo igienico-sanitario, si ricordano ancora: la divulgazione dell’importanza, sul piano teorico-dottrinale e pratico, dell’igiene, considerata come elemento primario e insostituibile per la sana e corretta formazione fisica e psichica dell’individuo (L’igiene nella educazione, Alessandria 1898); l’istituzione dei laboratori provinciali di igiene e profilassi, deputati alla vigilanza della salubrità del suolo e degli ambienti, alla valutazione della qualità di alimenti e bevande, all’accertamento diagnostico delle malattie infettive; l’organizzazione dell’assistenza infermieristica e la regolamentazione delle scuole-convitto per infermiere professionali e assistenti sanitarie visitatrici; l’obbligo del controllo igienico del latte; la promulgazione di leggi sulla produzione e sul commercio dei medicinali, e sulla produzione e sul controllo di sieri e vaccini; la realizzazione di un normario per la formazione del personale addetto ai servizi di sanità pubblica, primo abbozzo per l’istituzione a Roma nel 1934, con la sovvenzione della Fondazione Rockefeller, dell’Istituto di sanità pubblica.
Segretario dal 1929 del comitato medico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), riservò altresì particolare attenzione alla medicina del lavoro e all’indirizzo sociale impresso all’igiene (L’opera del Regime per l’igiene e la sanità pubblica, in Atti della Soc. italiana per il progresso delle scienze, XIX riunione, Bolzano-Trento… 1930, I, Resoconti delle adunanze delle sezioni, Roma 1931, pp. 408-430).
Lasciati gli uffici direttoriali della Sanità pubblica al Viminale per raggiunti limiti di età, nel 1930 il M. fu incaricato di dirigere, in qualità di commissario, gli Istituti fisioterapici ospitalieri: si impegnò allora nella realizzazione del Regina Elena, nel quale curò l’organizzazione dei servizi clinici e di laboratorio, che, inaugurato il 21 apr. 1933, cominciò a funzionare dal successivo 1° gennaio. Successivamente dovette occuparsi della ristrutturazione del grande edificio, gravemente danneggiato dai bombardamenti aerei del 1943 e 1944, nonché del risanamento degli ambienti e delle attrezzature del S. Gallicano.
Il M. morì a Roma il 25 genn. 1949.
Fonti e Bibl.: Necr., in Annali della Sanità pubblica, X (1949), pp. 1405-1410. L. Agrifoglio, Igienisti italiani degli ultimi cento anni, Milano 1954, pp. 188 s.; S. Canali, La medicina, in Per una storia del Consiglio nazionale delle ricerche, a cura di R. Simili - G. Paoloni, I, Bari-Roma 2001, pp. 549-590.
I. Gorini