MAGNO, Alessandro
Nato l'8 febbr. 1538, con ogni probabilità a Venezia, dalle seconde nozze di Stefano e Maria Contarini. Terzogenito, ebbe come fratelli Andrea, Sebastiano, Francesco, Alberto, Giovanni e almeno una sorella.
Responsabile della sua prima educazione fu il padre, patrizio veneto, grande erudito, bibliofilo e storico di Venezia. Il M. si dimostrò precocemente incline ad assecondare il proprio desiderio di sperimentare le attrattive e le incognite del viaggio prendendo il mare lungo le rotte mercantili della Serenissima. Le esperienze vissute dal M. tra il 1557 e il 1565 sono narrate nell'unico suo scritto conosciuto, la Relazione del viaggio di Cipro, di quel'isola e di altri viaggi, fino al ritorno in Venezia di un patricio veneto. Relazione della città e territorio di Brescia fatta dal medesimo essendo camerlingo. Il 6 apr. 1557, appena diciannovenne, si imbarcò sulla nave "Bona" alla volta di Cipro in compagnia di Alessandro Zorzi, nominato capitano a Pafo. Nel 1558, durante il soggiorno cipriota, fu nominato "nobele" a bordo della galera "Dandola", qualifica che spettava ai giovani aristocratici che prendevano il mare per formarsi nelle arti navali e nel commercio. Tornò a Venezia nel novembre 1559. Il 16 marzo 1560 partì nuovamente per Cipro in compagnia del fratello minore Francesco; fu un viaggio breve che si concluse il 28 agosto del medesimo anno. Il 4 apr. 1561 fece vela sulla nave "Croce" alla volta di Alessandria d'Egitto, in un itinerario che per motivazioni contingenti, legate a una controversia che vedeva contrapposti i mercanti veneziani al bey di Alessandria, lo portò fino al Cairo.
Tornato a Venezia il 18 novembre dello stesso anno, il M. decise di partire alla volta del Nuovo Mondo e il 1 marzo 1562 si imbarcò per la Spagna sulla nave "Fabiana".
Passato lo stretto di Gibilterra, risalì il Guadalquivir fino a Siviglia, ma arrivò troppo tardi per unirsi al convoglio che periodicamente salpava per le Indie Occidentali e decise allora di proseguire il suo viaggio verso Nord. Dopo aver costeggiato il Portogallo, il 13 agosto sbarcò a Londra, dove rimase per oltre un mese. Il 26 settembre riprese la strada di casa, questa volta via terra, in un itinerario che lo portò prima ad Anversa, poi a Francoforte (dove ebbe modo di assistere al corteo del re di Boemia Massimiliano II d'Asburgo, giunto in città per essere incoronato re dei Romani), Colonia, Augusta, al Brennero e infine, il 14 novembre, a Venezia.
Al rientro dal suo ultimo viaggio, il M., ormai mercante di esperienza, decise di intraprendere la carriera pubblica in patria, e il 27 febbr. 1564 venne eletto camerlengo di Brescia, entrando in carica alla fine di agosto e rimanendovi fino all'agosto successivo. La carriera del M. procedette in maniera desultoria e in magistrature di rango inferiore. Il 20 genn. 1568 venne eletto dei Giudici del mobile, incarico da cui decadde il 2 giugno dell'anno successivo. Il 10 apr. 1575 entrò a far parte del Collegio dei venti savi del corpo dei quaranta, deponendo tale incarico il 7 maggio 1576. Il 17 giugno 1576 fu eletto membro del Collegio dei dodici savi.
Il M. non terminò questo mandato, poiché morì il 12 nov. 1576, a Venezia.
Le memorie di viaggio del M. non si distaccano sostanzialmente dalla serie di resoconti redatti dai viaggiatori della Serenissima. L'influenza dell'educazione umanistica si coglie nelle sporadiche citazioni di Strabone e Tolomeo, oppure nel racconto della sosta sullo pseudosacello di Cicerone a Zante, compiuta nel corso del primo viaggio, nonché nella decisione di affidarsi per la narrazione della storia di Cipro a una delle versioni più complete conosciute della Cronica scritta dal nobile cipriota Francesco Attar. Più spesso, però, il racconto è guidato dal vivo interesse per gli usi e i costumi delle popolazioni incontrate e sorretto da un notevole spirito di osservazione. Per ogni viaggio il M. redige un meticoloso giornale di bordo e annota le condizioni meteorologiche, i particolari delle rotte tenute, la composizione e le mansioni dell'equipaggio. La relazione del viaggio ad Alessandria si caratterizza per l'attenzione con la quale vengono descritti il sistema amministrativo del pascià, i palazzi del Cairo e le antichità egiziane (notevole il racconto dell'esplorazione della piramide di Cheope). Le stesse caratteristiche si ravvisano nella relazione del viaggio in Inghilterra, che si sofferma sui particolari della vita quotidiana, ma non omette di ammirare l'opulenza e l'industriosità dei Londinesi e di descrivere i monumenti più celebri, quali il ponte di Londra o la cattedrale, i palazzi reali e le tenute nobiliari delle campagne.
La Relazione prosegue con le note relative al periodo del camerlengato bresciano: dopo una breve introduzione sulla storia della città, il M. descrive minutamente le unità amministrative in cui era diviso il territorio di Brescia e lascia una memoria estremamente precisa delle provvisioni, pensioni e spese sostenute dalla Repubblica per l'amministrazione, riportando l'elenco esaustivo delle rendite e delle diverse tipologie di imposizioni fiscali. Di grande interesse culturale sono il racconto dell'organizzazione e dello svolgimento dei festeggiamenti per le nozze del podestà e per il carnevale e la descrizione di una giostra di cavalieri, con indicazioni sulle norme che regolavano l'abbigliamento, il cerimoniale e lo svolgimento del torneo.
La Relazione è edita in A. Magno, Voyages (1557-1565), trad. e note a cura di W. Naar, prefazione di A. Tenenti, Fasano-Paris 2002 (basato sul ms. V.a.259 della Folger Shakespeare Library di Washington).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Segretario alle Voci, regg. 4, cc. 140, 154; 5, cc. 113, 116; Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Codd. Cicogna, 2501, c. 238r; Gradenigo - Dolfin, 81, IV, c. 276v; G.E. Dawson, London's bull-baiting and bear-baiting arena in 1562, in Shakespeare Quarterly, XV (1964), pp. 97-101; F.C. Lane, Storia di Venezia, Torino 1978, pp. 441 s., 550; D. Bernicolas-Hatzopoulos, A sixteenth century description of Crete and of the Ionian islands composed by the Venetian traveller A. M., in Balkan Studies, XXIV (1983), pp. 29-36; Id., Une description des fêtes du carneval à Brescia en l'an 1565, in Quaderni d'italianistica, VI (1985), pp. 82-99.