LEVI, Alessandro
Filosofo e storico, nato a Venezia il 19 novembre 1881, morto a Berna il 5 settembre 1953; insegnò filosofia del diritto nelle università di Ferrara, Cagliari, Catania, Parma, Firenze. Discepolo di R. Ardigò a Padova, la costante riflessione critica intorno ai temi fondamentali del positivismo lo indusse poi ad accogliere nel suo pensiero alcuni suggerimenti dell'idealismo storicistico, verso i quali era sospinto da un vivo interesse ai problemi della storia.
In parte precursore in parte critico della concezione istituzionalistica del diritto, elaborò una dottrina del "rapporto giuridico" che è cardine della sua teoria generale del diritto, svolta in numerosi scritti (Contributi ad una teoria filosofica dell'ordine giuridico, Genova 1914; Filosofia del diritto e tecnicismo giuridico, Bologna 1920; Saggi di teoria del diritto, Bologna 1924; Teoria generale del diritto, 1ª ed., Padova 1950, 2ª ed., ivi 1954; Scritti minori di filosofia del diritto, 2 voll., Padova 1957). Consapevole del valore universale degli ideali di giustizia e libertà animatori del Risorgimento, se ne fece assertore in anni difficili della patria e, per quegli ideali, tra il 1924 ed il 1945, soffrì persecuzione ed esilio; a quegli ideali ispirò la sua accurata ed acuta operosità di storico del Risorgimento, cui si devono, insieme con pregevoli, innumerevoli saggi (cfr. Scritti minori storici e politici, Padova 1957), soprattutto due libri universalmente apprezzati (La filosofia politica di Mazzini, Bologna 1917, 2ª ed., ivi 1922; Il positivismo politico di Cattaneo, Bari 1928).
Bibl.: N. Bobbio, A. L., nel vol. I, degli Scritti minori di filosofia del diritto, cit.; G. Fassò, Il pensiero e l'opera di A.L., in Studî Parmensi, 1953; id., Bibliografia, in app. agli Scritti minori, cit.