GAMBALUNGA, Alessandro
, Alessandro. - Nacque a Rimini dopo la metà del sec. XVI. Il padre, Giulio, dedito alla mercatura del ferro, discendeva da una famiglia di umili origini trasferitasi a Rimini, a quanto sembra da Carpi. La madre fu probabilmente Armellina Pancrazi, terza fra le quattro mogli del padre. Non è noto l’anno di nascita, in ogni caso posteriore al 1554, poiché nel testamento paterno redatto in questa data egli non compare tra gli eredi. Il G. studiò diritto a Bologna. Nel diploma di dottorato, datato 23 sett. 1583, egli risultava inoltre già ascritto al patriziato riminese, mentre tale riconoscimento non si trova mai riferito al padre. Ammesso successivamente al Collegio dei dottori di Rimini, tra la fine del Cinquecento ed i primi anni del Seicento fu più volte eletto podestà, ma risulta che abbia rifiutato molti tra gli incarichi civili che gli erano stati proposti, probabilmente sdegnato per l’opposizione dei nobili riminesi all’ammissione della sua famiglia all’antico ordine senatorio.
Coltivò interessi letterari e fu generoso mecenate di letterati locali: nel 1604 Malatesta Porta gli dedicò infatti Il Beffa, o vero della favola dell’Eneide. Dialogo ..., pubblicato a Rimini, opera giudicata dall’autore «non indegna di V. S. Gentil’homo di sì belle lettere, e di tanto giudicio ». Nel 1609 risultava già sposato con Raffaella Diotallevi: risale infatti a quell’anno la dedica di un’opera di Cesare Ranucci «alla molto Illustre [...] Signora e Padrona osservandissma la Signora Raffaella Diotallevi ne’ Gambalunghi» (c. Ranucci, Vita del b. Giovanni canonico di Rimini e del b. Roberto Malatesti, Rimini 1609).
Nel 1610 il G. iniziò i lavori per la costruzione del palazzo di famiglia; nel testamento redatto il 25 sett. 1617 egli assegnò tale edificio, per intero e perpetuamente, al servizio della biblioteca istituita, con lo stesso testamento, a spese della sua eredità. Non avendo avuto figli trasferì poi la successione familiare alla discendenza della nipote Armellina (unica figlia di suo fratello Francesco).
Mori a Rimini il 12 ag. 1619.
Il primo inventario della Biblioteca - oggi Biblioteca civica Gambalunga - da lui fondata risale al novembre 1620 e si deve all’ecclesiastico e giureconsulto Michele Moretti, amministratore del suo patrimonio: il fondo lasciato dal G. era composto da circa 2000 volumi di letteratura, scienze, arti e storia. Nel corso degli anni seguirono acquisizioni di rilievo. Nel 1753 furono donate alla Biblioteca le pergamene presenti nel monastero di S. Giuliano.
Fonti e Bibl.: L. Tonini, Del riminese A. G., della Gambalunghiana e de’ suoi bibliotecari, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, VIII (1869), pp. 1-38.
Per la storia della Biblioteca civica Gambalunga e delle sue acquisizioni si vedano: P. Del Bianco, La Biblioteca Gambalunghiana, in Storia illustrata di Rimini, Milano 1991, pp. 1121-1136 (corredato da ampia bibliogeafia); P. Meldini, La Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, in Le grandi biblioteche dell’Emilia-Romagna e del Montefeltro. I tesori di carta, a cura di G. Roversi - V. Montanari, Casalecchio di Reno 1991, pp. 291-305.