FRUMENTI (Fromento, Frumenti), Alessandro
(Fromento, Frumenti Nacque a Como (o nelle immediate vicinanze) tra il 1520 e il 1530, in un'antica famiglia, se non nobile certamente tra le più cospicue.
Non abbiamo notizie sul periodo della sua formazione: probabilmente dopo un primo avviamento alle lettere nella stessa Como presso precettori privati, seguì gli studi nell'università di Pavia per conseguire il dottorato inutroque iure, come la maggior parte dei giovani destinati in quel tempo a intraprendere la carriera ecclesiastica. Nei documenti è indicato prima come "clericus Comensis" e poi come "presbiter Romanus": dopo i primi ordini ricevuti a Como divenne sacerdote a Roma. Ignota è la data del suo arrivo in questa città, dove un suo parente prossimo, Francesco Frumenti, era già attivo come banchiere fin dal tempo di Paolo III (Paolo Giovio si avvaleva dei suoi servizi per i pagamenti: cfr. P. Giovio, Lettere, I e II). Il nome del F. appare per la prima volta nell'anno 1550 (sotto Giulio III) per l'assegnazione del canonicato di S. Pietro di Nesso sul lago di Como. Nel 1555 il F. fu abbreviatore sotto Paolo IV Carafa.
All'indomani dell'elezione di Pio IV Medici, la sua carriera si avviò decisamente ai livelli più alti dell'amministrazione pontificia: venne nominato all'ufficio di referendario utriusque Signaturae (Katterbach, p. 128). Nello stesso periodo Francesco Frumenti venne nominato tesoriere segreto, revisore dei conti della Dataria e il suo nome compare nell'elenco di confratelli e consorelle della Compagnia della Grazia, opera intesa alla redenzione delle convertite del monastero di S. Marta (Tacchi Venturi, Storia…, I, pp. 296-307).
Con Pio V non abbiamo più notizie di Francesco. Il F. venne riconfermato nel suo ufficio di referendario: ma è con l'elezione di Gregorio XIII Boncompagni che la sua carriera subì una decisa svolta; nello stesso 1572 fu nominato reggente della Penitenzieria, vicegerente del Vicariato (marzo 1572 - marzo 1573) e consultore del S. Uffizio (quest'ultima carica è elencata nel suo breve di nomina a nunzio). Ma in tutti questi uffici non seppe distinguersi in alcun modo e della sua attività non è rimasta alcuna traccia.
In un'anonima relazione del 20 febbr. 1574, accanto a Bernardino Cariglia, al generale dei gesuiti Francesco Borgia e al datario Matteo Contarelli, il F. è indicato come uno dei maggiori esponenti del partito della riforma (Pastor, p. 872). Nel 1576 ottenne due dei principali possessi degli umiliati (ordine religioso disciolto da Pio V) nella diocesi di Como: le commende di S. Maria di Rondineto (Arundineto) e di S. Martino di Zezio.
Per la sua competenza e dottrina il F. intervenne nelle trattative che si svolsero a Roma nel 1578 sui numerosi conflitti di giurisdizione tra i rappresentanti del re di Spagna e quelli del papa. Nel novembre di quell'anno Gregorio XIII decise di inviarlo come nunzio in Portogallo.
Importanti avvenimenti maturavano rapidamente: i Persiani avevano riportato proprio allora notevoli successi contro i Turchi e questa occasione sembrava a Gregorio XIII propizia per ripristinare la lega antiturca. Ma proprio allora giungevano a Roma notizie di un armistizio fra Filippo II e i Turchi. Pochi mesi prima (agosto 1578) il giovane re Sebastiano di Portogallo aveva trovato la morte nella disastrosa battaglia d'Alcazar Quivir (nei pressi di Tangeri), combattendo contro i musulmani. Il Regno toccò allora a suo zio, il cardinale infante don Enrico, di 67 anni di età. Questi era, infatti, il solo superstite maschio della sua famiglia e non aveva figli. Sorgeva così una questione destinata a coinvolgere la S. Sede in imbarazzi enormi: la questione della successione del Portogallo. Già si presentavano diversi pretendenti, primo fra tutti Filippo II di Spagna. Il papa ordinò al F. di trattenersi a Madrid ed esprimere al re Cattolico il grande disappunto con cui si era appreso il progetto della tregua con i Turchi (Arch. segr. Vaticano, Fondo Borghese, II, 462, "Negotiati del cardinale di Como [Tolomeo Gallio] in tempo di papa Gregorio XIII": f. 622: "Istruzione a mons. Formento per dessuader la tregua con il turco" del 31 dic. 1578).
Il F. partì da Roma il 3 genn. 1579. Giunse a Madrid il 4 aprile e presentò al re un memoriale in cui, dopo l'esposizione degli argomenti contenuti nell'istruzione, lo esortava a rompere la tregua già concertata (ibid., f. 623: "Copia del memoriale dato alla M.tà Cattolica sopra il negotio della tregua col Turco"; il F. al card. Gallio, 11 apr. 1579, Arch. segr. Vaticano, Portogallo, 7, f. 26). Fu ricevuto con freddezza e sospetto dal re, e dopo otto giorni fu accomiatato con timide scuse e parole generiche. Inaugurò la sua missione a Lisbona il 12 maggio 1579; durò in tutto poco più di un anno. Il re Enrico II morì il 31 genn. 1580 e il 27 di agosto le truppe spagnole, al comando del duca d'Alba, entrarono in Lisbona. Nel frattempo (15 giugno) era giunto a Badajoz - dove si trovava la corte - un altro inviato di Gregorio XIII, il legato card. Alessandro Riario. Ai primi di settembre il F. si recava là per incontrarlo; il clima era teso perché il F. era stato accusato dagli Spagnoli di aver preso partito per Antonio, priore di Crato, figlio illegittimo dell'infante don Luigi. Dopo aver fatto la sua relazione, il F. apprese dal legato che Roma aveva deciso la revoca della sua missione.
Ufficialmente il F. fu richiamato a Roma come coadiutore nella Dataria, ma in realtà per rimuovere gli ostacoli che la simpatia del nunzio per i Portoghesi frapponeva ai buoni rapporti fra Roma e Madrid. La profonda amarezza di questo richiamo così improvviso e inaspettato ebbe parte nel provocare la grave infermità che lo sorprese sulla via del ritorno.
Morì a Toledo all'inizio di ottobre 1580 come si apprende dalla lettera del legato Riario al card. Gallio del 21 ottobre e dall'Avviso del 12 nov. 1580: "Si ha anco di Spagna la morte del Nuntio Furmento di ritorno di Portogallo mancato in Toledo, alle cui essequie intervenne quell'arcivescovo, che si fecero con molta pompa…" (Bibl. apost. Vaticana, Urb. lat. 1048, f. 302).
Fonti e Bibl.: Bibl. apost. Vaticana, Ruoli, 36 (Pio IV, 1559), f. 42; 38 (Pio IV, 1560), f. 201; Urb. lat. 1044, f. 161; 1048, ff. 302, 386; Arch. segr. Vaticano, Reg. vat., 2014, ff. 81-83 (1576, commenda di S. Maria di Rondineto); Arm.XXX, 164, f. 61; Schedario Garampi, Offici, 109 (= Indice 552), f. 17; Penitentiaria, Atti di cardinali penitenzieri, ff. 16, 31, 41; Off. vac., 1558-59, f. 32v; Segreteria di Stato, Portogallo, 7, 3; Roma, Bibl. dell'Acc. naz. dei Lincei, Corsini 39 B-13; G.P. Maffei, Annali di Gregorio XIII…, Roma 1742, I, pp. 363-367; II, pp. 24-34, 61-66, 82-94, ad Indicem; Colección de documentos inéditos pora la historia deEspaña, VI, XXXII, XXXV, Madrid 1845-59, ad Indices; Corpo diplomatico portuguez, a cura di J. da Silva Mendes Leal, IX, Lisboa 1886, pp. 542-576; L. Serrano, Indice analitico de los docum. del siglo XVI en el archivo de la embajada de España cerca de la S. Sede, Roma 1915, pp. 21-23; Miscellanea Vaticano-Hibernica(1572-1585), a cura di J. Hagan, in Archivum Hibernicum, VII (1918-21), pp. 201 s. e passim; Calendar of State papers, relating to English affairs, … at Rome…, II, 1572-1578, a cura di J.M. Rigg, London 1926, pp. 522 s.; G.A. Volpe Nunzius in der Schweitz, II, Die zweite und dritte Nunziatur, 1565, 1573-1588, a cura di K. Fry, Milano 1946, p. 99; P. Giovio, Lettere, a cura di G. Ferrero, I, 1514-1544, Roma 1956, p. 313; II, 1544-1552, ibid. 1958, pp. 222, 242, 244 (per Francesco Frumenti); V. Petra, De Sacra Penitentiaria apostolica, Romae 1712, p. 367; P. Philippson, Ein Ministerium unter Philipp II. Kardinal Granvella am spanischen Hofe (1579-1580), Berlin 1895, passim; R. de Hinojosa, Los despachos de la diplomacia pontificia en España, I, Madrid 1896, pp. 273-300; P.O. von Törne, Ptolémée Gallio cardinal de Côme…, Paris 1907, pp. 167-190, 259-266; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu'en 1618, Helsinki 1910, ad Indicem; F. de Almeida, História da Igreja em Portugal, III, 2, Coimbra 1915, p. 704; B. Katterbach, Referendarii utriusque Signaturae…, Città del Vaticano 1921, ad Indicem; L. von Pastor, Storia dei papi, IX, Roma 1925, ad Indicem; P. Tacchi Venturi, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, I, Roma 1950, p. 299; N. Del Re, Il vicegerente del vicariato di Roma, Roma 1976, pp. 43 s.; C.-M. de Witte, La correspondance des premiers nonces permanents au Portugal 1532-1553, I, Lisboa 1976, pp. 400-407.