FOCOSI, Alessandro
Nacque a Milano il 14 giugno 1836 da Roberto e da Giuditta Elena, sorella del pittore e litografo Giuseppe. Iscrittosi all'Accademia di Brera, frequentò i corsi di pittura diretti da Francesco Hayez, il cui insegnamento esercitò un'innegabile influenza sulla sua prima formazione artistica. Nel 1852, ai concorsi di seconda classe indetti per gli allievi della "Scuola degli elementi di figura", si segnalò tra i primi per il disegno dal rilievo e l'anno successivo ottenne un riconoscimento Per la copia, a disegno, del gruppo di statue (Atti dell'I. R. Accademia..., 1852; 1853). Nel 1854, al saggio accademico della "Scuola di nudo", fu premiato con lode un suo disegno dal titolo Apelle che ritrae Campaspe alla presenza di Alessandro, che si era imposto "per l'invenzione storica del nudo, per l'invenzione della figura palliata e per l'azione aggruppata in disegno" (ibid., 1854; Archivio dell'Accademia di belle arti di Brera, cartella 33, n. 307). Ispiratosi, nel tema e nello schema compositivo dell'insieme, ad un dipinto di Hayez esposto a Brera nel 1832, insieme con il suo pendant raffigurante Carlo V che raccoglie da terra un pennello caduto a Tiziano (Hayez, 1983, p. 54 n. 16), il giovane allievo interpretò con tale sorprendente felicità imitativa la maniera del maestro che il suo disegno è stato erroneamente datato e classificato come opera giovanile dello stesso Hayez (G. Nicodemi, F. Hayez, Milano 1962, II, tav. 232).
Ottenuta la pensione governativa per gli anni 1854-1856, il F. poté continuare gli studi, risultando vincitore nel 1855 del "grande concorso per il disegno di figura" con l'opera Filippo Maria Visconti che dona la libertà ad Alfonso d'Aragona ed a Giovanni di Navarra (Esposizione delle opere ..., 1855). Il disegno, per l'articolata messa in scena dei personaggi e la precisa ricostruzione dell'ambiente, è ancora una volta debitore di un dipinto di Hayez (F. Hayez, 1983, pp. 116 s. n. 51). Nel 1856 il F. presentò il disegno dal titolo Jaele che mostra a Barak Sisara da lei trafitto con un chiodo nel capo (Esposizione delle opere ..., 1856, p. 3 n. 7); nello stesso anno risultò primo al concorso Rescalli bandito per "mezza figura di grandezza naturale presa dal modello vivo", con la "copia ad olio" di un Nudo di uomo (Esposizione delle opere ..., 1856, p. 7; Atti dell'I. R. Accademia ..., 1857), opera che riveste un valore di precipua esercitazione accademica, rivelando ancora la sensibile suggestione di Hayez (Agosti, 1993, p. 268 n. 295). Nel 1857 espose, nella Galleria dei gessi dell'Accademia, un olio su tela raffigurante il ritratto di una Mezzafigura d'uomo (Esposizione delle opere ..., 1857) e partecipò al concorso per la borsa di studio triennale che consentiva agli allievi dell'Accademia di perfezionarsi negli studi in altre città italiane e all'estero.
Il concorso prevedeva la composizione di un soggetto storico da eseguirsi ad olio, il disegno a grandezza naturale della testa del protagonista del dipinto precedente, un'azione del nudo pure da realizzare a disegno (Archivio dell'Accademia di belle arti di Brera, Pensionato artistico nazionale, Concorsi, 1856-1860). Il F. si guadagnò la vittoria insieme con Edoardo Tabacchi, presentatosi per la scultura, e nel febbraio del 1858 iniziò ad usufruire della pensione scegliendo come prima tappa Firenze, città in cui i due artisti percepirono la prima rata semestrale delle rispettive borse di studio (ibid., lettera del presidente dell'Accademia, n. 598, 26 ott. 1858).
Nell'aprile 1859 entrambi risultavano ancora residenti a Firenze, ma in procinto di partire per Roma ove, con ogni probabilità, si trasferirono alla fine dell'anno; in ogni caso, nella primavera del 1860 i due giovani pensionati dimoravano stabilmente a Roma (ibid., lettera della direzione provvisoria dell'Accademia, n. 169, 24 apr. 1860). Il 25 sett. del 1860 giunse a Milano, proveniente da Roma, "una cassa con quadro ad olio dell'Allievo pensionato Ales. Focosi il quale si trova ora nelle Sale della pubblica esposizione di belle arti" (ibid., lettera dell'economo B. Andreoli, n. 110, 25 sett. 1860). Si tratta del dipinto eseguito dall'artista come saggio del suo primo anno di pensionato dal titolo Torquato Tasso nell'ospedale di S. Anna in Ferrara in atto di scrivere ai Magistrati della città di Bergamo di chiedere al duca di Ferrara che il conceda alla patria, ai parenti, agli amici, ed a sé medesimo. L'anno prima aveva inviato una tela ad olio raffigurante la Testa del Salvatore (Esposizione delle opere ..., 1859 e 1860). Dopo una nuova sosta a Firenze, probabilmente effettuata alla fine del 1860, il F. concluse il suo perfezionamento con un soggiorno a Torino, donde nella primavera del 1861 spedì all'economo dell'Accademia la ricevuta dell'ultimo assegno con i denari per il viaggio di ritorno a Milano (Milano, Archivio dell'Accademia di belle arti di Brera, Pensionato artistico ..., lettera autografa all'economo B. Andreoli, 10 apr. 1861). Al 1861 si data il dipinto, presentato come saggio del terzo anno di pensionato, Alessandro de' Medici duca e tiranno di Firenze preso da brutale passione per Luisa Strozzi ... (Esposizione delle opere ..., 1861), conservato a Milano presso la Pinacoteca di Brera.
Il tema storico, come ci informa il catalogo espositivo, era stato fedelmente ripreso dal XXIV capitolo del romanzo di G. Rosini, Luisa Strozzi. Storia del sec. XVI, pubblicato nel 1833 e ristampato per ben due volte a Firenze, nel 1850 e nel 1858 (Agosti, 1993, p. 268). Un'altra versione del dipinto presso la Galleria civica di Torino è da identificarsi con l'esemplare esposto alla Promotrice di Torino del 1863 (Mallé, 1968; Romanticismo storico, 1974, p. 377).
Alla mostra di Brera del 1862 il F. espose un Ritratto d'uomo e ancora un dipinto raffigurante un soggetto storico di ambientazione neorinascimentale, Le nozze di Boccaccio degliAdimari con la Luisa de' Ricasoli (Esposizione delle opere ..., 1862). L'anno successivo - il suo nome fu erroneamente stampato come Augusto - propose un solo dipinto dal titolo Una mendicante (ibid., 1863). Nel 1864 il F., definito nel catalogo di Brera "socio onorario di questa R. Accademia", ideò un secondo dipinto dedicato alla biografia del Tasso (conservato nei Musei civici di Bologna), dal titolo Torquato Tasso fuggito da Ferrara si presenta in incognito alla propria sorella in Sorrento ... (ibid., 1864, p. 31 n. 175). Il pieno riconoscimento della critica gli giunse con le sue ultime opere: il dipinto Caterina de' Medici induce suo figlio Carlo IX a sottoscrivere l'ordine del massacro degli Ugonotti, presentato insieme con un'Aurora primaverile all'Esposizione del 1866, fu acquistato nello stesso anno dal ministero dell'Istruzione pubblica per l'Accademia di Brera (ibid., 1866).
Il quadro fu inviato all'Esposizione universale di Parigi del 1867 e nel 1869 - dopo la morte del F. - all'Esposizione generale di belle arti di Monaco. Nel 1882, allorché la Pinacoteca di Brera si separò dall'Accademia, divenendo struttura museale ed amministrativa autonoma, la tela dei F. fu tra i pochi dipinti passati in proprietà alla Pinacoteca e venne scelta per l'allestimento delle sale dedicate alla pittura dell'Ottocento (1920-24), voluto da Ettore Modigliani (Arrigoni, 1984, p. 159 n. 98).
L'ultima opera del F. presente alle mostre dell'Accademia fu il dipinto Carlo Emanuele I duca di Savoia scaccia l'ambasciatore di Spagna (Varese, collez. privata), complessa rievocazione di un episodio della storia secentesca della dinastia sabauda, ampiamente descritto nella lunga nota esplicativa del sottotitolo (Esposizione delle opere ..., 1868). Il dipinto, che mirava a nobilitare il passato politico dei Savoia esaltandone i coraggiosi tentativi di autonomia sfociati in una guerra impari combattuta contro la Spagna (1614-1617), risultò primo al concorso nazionale di pittura del 1868. Il F. ottenne un premio in denaro di 10.000 lire; ma la vittoria, a lungo contestata da una parte della giuria che propendeva per il pittore Raffaello Tancredi di Napoli, si rivelò fonte di personali amarezze; secondo l'autorevole voce del segretario dell'Accademia di Brera, Antonio Caimi (1869, p. 58), le polemiche avrebbero contribuito ad aggravare lo stato di salute del giovane artista già debole e fiaccato dall'impegnativa, realizzazione dell'opera.
Il F. morì a Milano il 1° febbr. 1869, quando, grazie ai suoi ultimi dipinti, aveva iniziato ad affermarsi nell'ambiente artistico milanese ed a raccogliere più ampi consensi di pubblico.
Un busto marmoreo con il ritratto dell'artista, opera dello scultore Giovanni Pandiani, fu collocato nel porticato superiore del palazzo di Brera, ove tuttora si conserva, accanto alle statue e ai busti dei grandi personaggi che segnarono la storia dell'istituzione accademica (ibid., p. 64). La naturale propensione del F. verso la "severa dignità" della pittura di storia, il costante tirocinio degli studi e delle esperienze artistiche, finalizzate al raggiungimento di un'arte grande ed elevata nei contenuti e nell'esecuzione formale, gli furono subito riconosciuti dalla critica contemporanea come i tratti salienti di una breve, ma densa di risultati, carriera artistica (ibid., p. 57). Dall'influenza del moderato classicismo romantico di Hayez il giovane F. doveva gradualmente staccarsi per convertirsi ad un realismo storico impregnato di puntuali ricostruzioni filologiche e di costume, ma anche di sorprendenti ricerche luministiche e di colore, atte a dare più sostanza drammatica e risalto all'azione dipinta. Se i dipinti realizzati all'inizio dei suo pensionato fuori Milano (ad esempio Alessandro de' Medici e Luisa Strozzi) risentono ancora dell'insegnamento dell'Hayez, nell'enfasi teatrale e letteraria della narrazione e nella solida impalcatura disegnativa, con le opere successive il F. sperimentò in versione antiaccademica quel certo "fiamminghismo" pittorico (Romanticismo storico, 1974, pp. 74, 378) che si traduce in ricerca di nuovi accordi cromatici, in più accentuati contrasti chiaroscurali (come in Caterina de' Medici ...). In tale senso fu determinante per il giovane F. il soggiorno a Firenze del 1858-60, in un periodo cruciale per il rinnovamento della pittura di storia che la cerchia degli artisti frequentatori del caffè Michelangelo andava elaborando fin dai primi anni del sesto decennio. Con i dipinti realizzati al suo rientro a Milano il F. si rivelò attento ad esprimere i principi di verosimiglianza storica formulati da Giuseppe Bertini, subentrato ad Hayez nel 1860 nella cattedra di pittura a Brera, secondo cui la pittura di storia, di stretta ispirazione neorinascimentale, s'identificava sopratutto con un'attenta e rigorosa ricostruzione filologica degli ambienti e dei costumi, considerata priontarla rispetto alle innovazioni stilistiche ed espressive del linguaggio pittorico.
Fonti e Bibl.: Necr. di A. Caimi, in Atti della R. Accademia di belle arti in Milano, 1869, pp. 55-59, 64; L'arte in Italia, I (1869), p. 36; Milano, Archivio dell'Accademia di belle arti di Brera, cartella 33, n. 307; Atti dell'I. R. Accademia di belle arti in Milano, 1852, p. 32; 1853, p. 48; 1854, pp. 21 s.; 1857, p. 45; Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie dell'I. R. Accademia ... 1855, Milano 1855, p. 7; ... 1856, pp. 3 n. 7, 7; ... 1857, p. 18 n. 89; Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie del Palazzo Nazionale di Brera …, 1859, Milano 1859, p. 68 n. 460; ... 1860, p. 4 n. 6; ... 1861, p. 54 n. 377; ... 1862, p. 37 nn. 241 s.; ... 1863, p. 25; ... 1864, p. 31 n. 175; ... 1866, pp. 18 n. 151, 19 n. 168; ... 1867, p. 65; ... 1868, pp. 31 s. n. 244; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia. Dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 72; Exposition universelle du 1867 a Paris. Catalogue genéral, Paris 1867, 1, p. 201 n. 15; F. Dall'Ongaro, L'arte ital. a Parigi nell'Esposizione universale del 1867. Ricordi, Firenze 1869, pp. 23, 34 s.; Id., Scritti d'arte, Milano 1873, p. 178; Pittura lombarda nel sec. XIX (catal.), a cura di V. Bignami, Milano 1900, pp. 71 s. nn. 173 s.; E. Modigliani, Catalogo della R. Pinacoteca di Brera, Milano s.d. [ma 1935], pp. 174 n. 890, 181 n. 916; G. Nicodemi - E.M. Dumocq, Le arti ital. nel XIX e XX secolo. Architettura scultura pittura musica, Milano 1935, p. 74; L. Mallé, I dipinti della Galleria d'arte moderna di Torino, Torino 1968, p. 147; Romanticismo storico (catal.), a cura di S. Pinto, Firenze 1974, pp. 74, 377 s.; F. Hayez (catal.), a cura di M.C. Gozzoli - F. Mazzocca, Milano 1983, pp. 54, 116 s.; L. Arrigoni, in Brera dispersa. Quadri nascosti di una grande raccolta nazionale, Milano 1984, pp. 159 n. 98, 219; I. Marelli, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, pp. 827 s.; B. Agosti, in Pinacoteca di Brera. Dipinti dell'Ottocento e del Novecento. Collezioni dell'Accademia e della Pinacoteca, Milano 1993, I, pp. 268-270 nn. 296 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 133; Diz. enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisoti italiani dall'XI al XX secolo, V, p. 24.