FILIPPUCCI (Philipucci, Philippucci, Philippuchi, Filipuchi, Filepuzzi; in cinese Fang Chi-ko, I-chih), Alessandro (in religione Francesco Saverio)
Nacque a Macerata il 5 genn. 1632. Entrò come novizio della Compagnia di Gesù presso la chiesa di S. Andrea in Roma il 26 genn. 1651. Dopo due anni di noviziato, fu ammesso al Collegio Romano, dove studiò retorica, per proseguire quindi con i tre anni regolari di filosofia: logica (1655), fisica o teologia naturale (1656) e metafisica (1657).
Nel dicembre del 1656 il F. accusò dolori che lo costrinsero nel giugno successivo a fare ritorno a Macerata, dove alloggiò presso il collegio della Compagnia. Nonostante le cure, la malattia continuò a peggiorare, fin quando, inaspettatamente, il 12 marzo dello stesso anno, anniversario della canonizzazione di s. Francesco Saverio, guarì completamente. Chiese allora di poter cambiare il suo nome in Francesco Saverio. Successiva a questo episodio è la sua vocazione di missionario nelle Indie, che egli espresse al superiore della Compagnia il 23 ag. 1658.
Tornato a Roma, dove fu ordinato sacerdote nel 1659, il F. partì immediatamente alla volta del Portogallo (31 luglio), dove si trattenne per circa nove mesi, attendendo alla raccolta delle lettere di s. Francesco Saverio, inviate il 25 agosto e il 13 ottobre, da Lisbona e da Coimbra, al padre Pietro Possino, intento alla loro pubblicazione in versione latina.
Partito da Lisbona il 21 apr. 1660, il F. arrivò a Goa il 13 giugno 1661; qui raccolse altre trentacinque lettere inedite di s. Francesco Saverio, che, unitamente ad altre dieci già parzialmente note, inviò al Possino il 4 nov. 1662. Giunse poi a Macao nel 1663, in un momento assai difficile dell'attività missionaria in Cina.
Nel 1665 la religione cristiana fu proibita con un decreto imperiale e, nel 1666, tutti i missionari, ad eccezione di alcuni gesuiti rimasti alla corte imperiale di Pechino e di quelli nascosti nelle province, furono confinati a Canton.
Il F. restò per otto anni a Macao, come insegnante dei novizi e professore di lettere, giungendo a Canton solo nel 1672, in seguito alla riapertura delle missioni. La sua attività missionaria in terra cinese iniziava nel momento in cui la controversia sui riti stava attraversando una fase particolarmente delicata e incerta.
La questione dei riti cinesi fu portata all'attenzione della Curia romana nel 1645, quando il domenicano Juan Bautista de Morales sottopose diciassette dubbi circa la tolleranza manifestata dai gesuiti nei confronti della partecipazione dei convertiti cinesi ai riti in onore di Confucio e dei defunti. Quando il F. arrivò a Canton la questione era stata già oggetto di tre pronunciamenti da parte delle autorità ecclesiastiche di Roma: in particolare il terzo decreto (20 nov. 1669) lasciava sostanzialmente aperta la controversia ed affidava ai missionari l'onere di decidere in merito alla partecipazione dei convertiti cinesi ai riti, sulla base delle circostanze che via via si fossero loro presentate.
In mancanza di univoche indicazioni da parte di Roma, il F. incontrò varie difficoltà durante lo svolgimento delle funzioni direttive a cui fu a più riprese chiamato fra il 1672 ed il 1692, anno della sua morte. Nel 1673 fu superiore della residenza di Canton e il 18 sett. 1676 prese i quattro voti. Superiore a Canton per sei anni, fu poi provinciale del Giappone (1ºdic. 1680-dicembre 1683), che comprendeva anche Macao, Canton, Hainan e tutta l'Indocina. Quindi fu nuovamente superiore della residenza di Canton per alcuni anni e l'8 apr. 1685 partecipò alla consacrazione vescovile del domenicano Gregorio Lopez (Luo Wen-ts'ao), il primo cinese ad assumere tale incarico. Quando il francescano Bernardino Della Chiesa nel gennaio del 1685 assunse le funzioni di vicario apostolico di nove province cinesi meridionali, intese nominare il F. quale suo provicario; tuttavia Joseph Tissanier, visitatore della Compagnia, non acconsentì e così il Della Chiesa nominò il suo confratello Basilio Brollo.
In que gli anni il F. intrattenne buoni rapporti con i francescani e in particolare con il Della Chiesa, al quale fornì sostegno nella questione che lo contrappose a Charles Maigrot, missionario della Société des missions étrangères di Parigi, circa la giurisdizione delle province cinesi. Nel 1686 intercedette presso i mandarini locali per la liberazione del francescano Iacopo Tarin, incarcerato per aver protestato contro la pubblicazione di un editto in cui si vietava la religione cristiana nella provincia del Kueichou. Nel 1688 il Della Chiesa sostenne il F. in un contenzioso insorto con il missionario francese Yves Carpon, circa l'istituzione a Canton di una casa delle missioni francesi. Poiché il F., di comune accordo con Della Chiesa, aveva dato parere negativo, il Carpon chiese l'intervento del Maigrot. Quest'ultimo, dopo aver più volte convocato le parti, non essendosi il F. mai presentato, perché infermo, diede ragione al Carpon ed ammonì il F. a non ostacolare l'attività religiosa degli altri Ordini.
Il 6 genn. 1688, in seguito alla morte di Simão Martins, il F. gli succedette nel visitatorato della provincia del Giappone, incarico che resse fino al 6 genn. 1691; quindi, a Macao dal 1690, ricoprì anche l'incarico di provinciale, per una seconda volta, fino al 6 genn. 1692.
Morì a Macao il 12 ag. 1692.
Le opere del F. riguardano tutte la questione dei riti. L'unica a stampa, datata Macao 25 nov. 1682, è De Sinensium ritibus politicis acta seu R. P. Francisci Xaverii Philipucci missionarii Sinensis e Societate Iesu, Praeludium ad plenam disquisitionem an bona vel mala fide impugnentur opiniones et praxes missionariorum Societatis Iesu in regno Sinarum ad cultum Confucii et defunctorum pertinentes, Parisiis 1700, in cui il F. avanza quarantadue dubbi sulle diciassette proposizioni del de Morales e contesta la presentazione della questione dei riti da quest'ultimo fatta nella sua opera in lingua cinese Shengjiao xiao qinjie (Bibl. ap. Vat., Borgh. cin. 503) 0 Sanctae legis (Cristianae) obsequii filialis erga parentes explicatio del 1659. Copie manoscritte di quest'opera in Roma, Bibl. naz., Ges. 1249, n. 7, ff. 355-393 (s. d.), e ff. 398-431 (firmata e datata).
Altri manoscritti del F., conservati sempre nella Biblioteca nazionale di Roma, sono: Sagitta retorta seu sagittae in innocentes gratis intortae in ipsos iaculantes defensionis gratia retortae, in Ges. 1247, n. 9, ff. 316-424 (altra copia, ibid., n. 8); appunti sulla questione dei riti cinesi, in Ges. 1249, n. 9; De 37 textos Sinicos, e reposta aos apontamentos feitos sobre elles, comos quaes se pretende prouvar, que os Chinas ex vide suas doutrinas, e ritos antigos, pedem merces à seus defuntos, esperas nelles, e crem que decem as taboinlos, e seus Miaos, ou aulas destinadas pera seu culto, in Ges. 1248, n. 1, ff. 1-30; Tractatus p.is Francisci Philippucci de ritibus Sinicis, ibid., n. 3, ff. 115-178; Esplicatio 37 textuum Sinensium, et responsa ad aliquas observationes circa illos, quibus nonnulli praetendunt probare, Sinenses ex vi suae doctrinae et antiquorum rituum petere beneficia a suis defunctis, in illisque sperare, et credere ipsos descendere ad tabellas, sive Miaos, vel aulas illorum cultui destinatas, in Ges. 1250, n. 1, ff. 2-87 (altra copia, in Ges. 1251, n. 6. ff. 275-294); Breve noticia das ceitas, e errores gentilicos da China, in Ges. 1256, n. 36; P. Philippucci explicatio 37 testuum Sinicorum ulterior oppositio P.P. Dominicanorum: Notae P. Philippuccii in Ly Ki pro responsione ad ulteriorem oppositionem, in Ges. 1383, n. 11, ff. 70-101.
Un breve testo attribuito al F. e stato pubblicato in traduzione francese, a cura di L. Pages, con il titolo Règle de vie chrétienne. Aux âmes ambitieuses de leur salut éternel, in Lettres de s. François Xavier, Paris 1855, pp. 195-209. Due lettere del F. sono state rispettivamente pubblicate in Monumenta Xaveriana, I, Madrid 1899-1900, pp. 941-944, e in A. Ricci Riccardi, Il P. Matteo Ricci, Firenze 1910, pp. 59 s. Estratti di quattro lettere del F. in Bibliotheca Asiatica, II,Londra 1924, pp. 18, 23 ss., 127 s. Lettere manoscritte del F. in Arch. Rom. Soc. Iesu, Iap.-Sin. 118, 162, 163, 164, 165; Ibid., Rom. 118; Ibid., Lus. 57. Ibid., Ep. Nostr. 72; Roma, Arch. pont. univ. Greg. 292; Lisbona, Biblioteca da Ajuda, Jesuitas na Asia 114; Parigi, Archives des missions étrangères, 443; Madrid, Arch. hist. nat., Jes. 271.
Fonti e Bibl.: Alla vicenda della guarigione del F. in Macerata sono dedicati i seguenti opuscoli: P. Possinio, Relaz. della sanità miracolosamente ricuperata per intercessione di s. Francesco Saverio da A. F. de la Compagnia di Giesu alli XII di Marzo MDCLVIII, Macerata 1658; H. Valente de Oliveira, Prodigioso milagre de s. Francisco Xavier, saude restituida a A. Ph. da Companhia de Jesu em doze de Março de 1658, com huma devota novena ao mesmo santo, Lisboa 1659; notizie sulla vita e sugli studi in Arch. Rom. Soc. Iesu, Rom. 50,f. 38r; 59; 60, f. 12v; 81; 169; 173, f.89r; 188, f. 97; Ibid., Iap.-Sin. 25; 26; 109; 162, f. 386; 163, ff. 1267 s.; Lus. 9, ff. 240, 241; il necrologio è a Lisbona, Biblioteca da Ajuda, Jesuitas na Asia, 49v-22; D. Mathias de Perata Calderon, El apostol de las Indias y Nuevas Gentes san Francisco Xavier del la Compañia de Iesus, Mexico 1661, pp. 26-30 (2 ed., Pamplona 1665, pp. 142-45); P. Possino, S. Francisci Xaverii e Societate Iesu Indiarum apostoli novarum epistolarum libri septem, Romae 1657, I, Praefatio interpretis e pp. 92-94; Han Lin e Chang Keng, Sheng-chiao hsin-cheng (Testimonianze della religione cristiana), prefaz. datata 1647, ma con riferimenti fino al 1678, f. 34r; P. Couplet, Catalogus patrum Societatis Jesu qui post obitum s. Francisci Xaverii ab anno 1581 usque ad annum 1681 in Imperio Sinarum Jesu Christi fidem propugnarunt, in F. Verbiest, Astronomia Europea sub imperatore tartaro sinico Cam Hy appelato ex umbra in lucem revocata, Dilingae 1687, p. 125; Arch. Rom. Soc. Jesu, Iap.-Sin. 103: T. I. Dunin Szpot, Historiae Sinarum Imperii (circa 1700), ff. 191, 208, 235v; C. Sommervögel, Bibliotèque de la Compagnie de Jésus, III,Bruxelles-Paris 1892, coll. 734 s.; IX, ibid., 1900, coll. 339 s.; XII, ibid., 1932, col. 458; H. Cordier, Bibliotheca Sinica, II,Paris 1901, col. 884; L. Pfister, Notices biographiques et bibliographiques sur le jésuites de l'ancienne mission de Chine 1552-1773, I, Shanghai 1932, pp. 378 ss.; Sinica franciscana, III(1936), pp. 606-608; IV (1942), pp. 605-608; V (1954), passim; VI(1961), p. 877; VII (1965); Epistolae s. Francisci Xaverii, a cura di G. Schurharnmer - J. Wicki, Roma 1944-1945, I-II, passim;F. Margiotti, Il cattolicesimo nello Shansi dalle origini al 1738, Roma 1958, pp. 152, 162-169, 332 s.; F. A. Rouleau, The first Chinese priest of the Society of Jesus, in Arch. Hist. Soc. Iesu, XXVII(1959), pp. 11-50; J. Wicki, Liste der Jesuiten Indienfahrer 1541-1758, in Aufsätze zur portugiesischen Kulturgeschichte (1969), n. 1055; J.Dehergne, Répertoire des jésuites de Chine de 1552 a 1800, Roma-Paris 1973, pp. 94 s.; Diz. eccles., I, col. 1118; Dict. d'hist. et de géogr. ecclés., XVI coll.1483 s; Enc. cattol.,V,col. 1331.