ALESSANDRO di Atene
Il nome di questo pittore è noto soltanto dalla sua firma ('Αλέξανδρος 'Αθηξαῖος ἔγραψεν "Alessandro Ateniese dipinse") su di una tavoletta di marmo dipinta (m. 0,40 × 0,42) trovata negli scavi di Ercolano nel 1746 (v. fig.). È il più bello dei cinque cosiddetti "monocromi" della stessa provenienza (un sesto fu trovato a Pompei), che sono da considerare come copie di pitture greche più antiche, ma di età diversa, non essendo sostenibile la congettura di quelli che credono il quadretto di Alessandro opera originale di età classica. Il pittore è, invece, un copista di scuola neo-attica, vissuto, come rilevasi anche dalla forma dell'iscrizione, nel sec. I a. C.; e la sua pittura riproduce un originale degli ultimi decennî del sec. V a. C., il cui stile ci richiama ai rilievi attici dell'età immediatamente posteriore a Fidia. Il soggetto ha uno sfondo mitologico (un primo dissidio fra Niobe e Latona, che Phoibe cerca di conciliare); ma il gruppo delle due fanciulle, Hileaira e Aglaie, intente al giuoco degli astragali, desta maggiormente la nostra ammirazione per la fresca osservazione della vita, espressa nelle più pure forme dell'arte attica (profili delle teste, acconciature, panneggi, ecc.). La pittura è anche interessante per la tecnica, nella quale il disegno prevale sulla pittura; se non che una parte dei pochi colori adoperati è, ora, scomparsa; onde il piccolo quadro appare, a un osservatore disattento, come un monocromo disegnato in rossobruno. A ogni modo, ch'esso sia mai stato vera pittura, con colori diffusi e con chiaroscuri, è certamente da escludere.
Il quadro fu pubblicato per la prima volta nelle Pitture di Ercolano, Napoli 1775, I, tav. I; quasi tutte le altre vecchie riproduzioni derivano, peggiorandola, da questa tavola.
Bibl.: Per la più antica bibl., v. W. Helbig, Wandgemälde der vom Vesuv verschütteten Städte Campaniens, Lipsia 1868, n. 170 b. Illustrazione e riproduzione principale è quella di C. Robert, Die Knöchelspielerinnen des Alexandros, Halle 1897. Per la bibl. posteriore: E. Pfuhl, Malerei u. Zeichung d. Griechen, Monaco 1923, II, p. 673 seg.