DEL NERO, Alessandro
Nacque a Firenze l'8 ag. 1568 da Francesco di Agostino e da Ottavia di Rinieri Del Monte.
La famiglia di origine, dopo una progressiva ascesa sia economica sia politica nel corso dei secoli XV-XVI, era andata consolidando le proprie posizioni sotto il principato soprattutto ad opera dell'avo Agostino che, ad un cospicuo patrimonio e ad una riuscita carriera politica, aveva voluto aggiungere l'onore di un blasone nobiliare con l'acquisto della baronia di Porcigliano (ora Porciano) nell'Agro romano (1568). Dei suoi tre figli, mentre Tommaso e Nero avevano preferito la vocazione letteraria a quella politica, Francesco aveva seguito la tradizionale attività mercantile e finanziaria.
Il D., primogenito maschio di quest'ultimo ed erede delle sostanze e del titolo nobiliare insieme col cugino Filippo (figlio di Nero), dopo la consueta graduale introduzione nella vita pubblica fiorentina attraverso alcune cariche minori (nel 1607 lo si trova fra i quattro buonomini delle Stinche), ricevette il primo incarico rilevante nell'aprile 1621, quando le reggenti lo inviarono quale ambasciatore straordinario nella Savoia, a Genova, Massa e Lucca per partecipare ai rispettivi governi la morte del granduca Cosimo II.
Quale rappresentante del ramo principale della famiglia, entrò a far parte dei due massimi Consigli del principato: il 19 nov. 1631 venne ammesso nel Consiglio dei duegento e il 19 giugno 1637 nell'oligarchico Senato dei quarantotto. Seguirono alcune importanti cariche, ricoperte negli anni successivi: fu uno dei cinque consiglieri delle reggenti ovvero membro del Magistrato. supremo nel 1638, 1640, 1642, 1645, 1648 e 1649. Dal 1638 al 1649 fece parte per ben dodici volte degli accoppiatori; nel 1639 e nel 1646 fu eletto fra i Nove conservatori del dominio e della giurisdizione fiorentina; nel 1641 fu uno dei procuratori di palazzo, nel 1642 ufficiale del Monte comune e nel 1649 conservatore dell'Archivio. Ma al di là di queste cariche che, sebbene tra le maggiori, rientravano in una routine ormai consolidata, il D. si distinse in una seconda ambasceria straordinaria affidatagli dal granduca Ferdinando II nel 1639 quando, in occasione della nascita del figlio di Luigi XIII, egli venne inviato a Parigi a complimentarsi con i sovrani.
Tale missione, che andava ad affiancarsi all'opera dell'ambasciatore residente Ferdinando Bardi, al di là del pretesto occasionale, si inscriveva nella politica di equilibrio fra Francia e Spagna in un momento di particolare tensione per l'invio delle galere toscane a servizio della Spagna. Il D. giunse a Parigi il 5 ott. 1639 e fu ricevuto dalla regina il 20 ottobre "con ogni maggior sostenimento e decoro". "Non si potrebbe assai lodare il modo con il quale il sig. barone ha portato questa ambasciata, facendo grande onore al Padrone, alla patria et a se medesimo", scriveva il Bardi (Archivio Mediceo del principato, f. 4648 non cart., lettera del 21 ottobre), al quale peraltro la munificenza del D. e del suo seguito (ben cinquantacinque persone) sembrò ben presto eccessiva, le spese esorbitanti e la natura dell'ambasciatore straordinario "lenta e irresoluta" (ibid., lettera del 28 nov. 1639). Il D. si trattenne presso la corte fino all'inizio di dicembre e, dopo un travagliato viaggio per mare, approdò a Livorno nel febbraio 1640.
Morì il 2 febbr. 1650.
Dal matrimonio con Maddalena di Camillo Bartoli ebbe vari figli: Agostino (erede del titolo baronale, nato il 1º ag. 1620), Camillo, Rinieri, Tommaso, Carlo Ventura, Francesco Maria. La discendenza in linea maschile proseguì con Alessandro di Agostino, nato il 15 dic. 1652, che intraprese la carriera militare e si distinse nelle operazioni di guerra in Germania. Tornato in patria, venne nominato generale delle milizie del Granducato. Fu governatore di Portoferraio dal 1702 al 1709 e di Livorno dal 6 sett. 1717 fino alla morte, avvenuta nel 1735. Questo ramo della famiglia si estinse nel 1773 col figlio di lui, Francesco.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Carte Pucci, cart. VIII, n. 3; Carte Sebregondi, sub voce; Manoscritti, Consorterie della città di Firenze, Quartiere S. Spirito; Archivio Mediceo del principato, ff. 2638; 2639, cc. 591-596; 2694, cc. 387-409 (ambasceria a Genova, Lucca, Massa, Savoia) e f. 4648 (ambasceria a Parigi). I documenti relativi al nipote Alessandro di Agostino, nella sua veste di governatore di Portoferraio e di Livorno si trovano rispettivamente: Ibid., ibid., ff. 2541-2542 e ff. 2239-2256; D. M. Manni, Il Senato fiorentino o sia notizie de' senatori fiorentini, Firenze 1775, p. 86;A. Ademollo, Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio. Racconto storico, a cura di L. Passerini, Firenze 1845, IV, p. 1343.