ALESSANDRO da Parma
Orafo, attivo a Padova tra il sec. XIV e il XV; nel 1410 era a Ferrara insieme al figlio Pietro. A Padova ha lasciato diverse opere, alcune documentate e datate, altre stilisticamente a lui ascrivibili. Di una croce in argento dorato "factam ex manibus m. Alexandri aurificis de Parma", resta solo menzione nell'inventario del 1396 (codice 572) nella basilica di S. Antonio; in cattedrale è conservato il reliquario dei SS. Paolo e Cristoforo, anch'esso in argento dorato, che i quaderni di cassa attestano eseguito nell'agosto del 1422, pagato insieme a una "croseta de cristallo", lire 75.Pure in cattedrale è il reliquiario dei SS. Stefano e Luca, che gli si può attribuire su basi stilistiche, così come quello dei capelli di S. Antonio, in argento dorato, forse in parte rifatto, custodito nella basilica del Santo. Discussa è l'attribuzione del reliquiario delle SS. Anatolia ed Emerenziana, portante le armi e il monogramma del prete Orfeo, l'altro di S. Agapito e infine quello in rame dorato di S. Pietro martire. Attribuitigli dal Gonzati, ma senza prove né documentarie né stilistiche, sono: il reliquiario del Legno della Croce (da riportare, secondo l'Arslan, alla fine del sec. XV o al principio del XVI) e un altro reliquiario nella basilica di S. Antonio.
Bibl.: B. Gonzati, La Basilica di S. Antonio,Padova 1853, I, pp. 196, 220; L. N. Cittadella, Notizie relative a Ferrara,Ferrara 1864, pp. 178, 686; E. Scarabelli-Zunti, Memorie e doc. di Belle arti parmigiane,I (1050-1450), a cura di S. Lottici, Parma 1911, pp. 55s.; A. Moschetti, Il tesoro del Duomo di Padova,in Dedalo,VI, 1 (1925-26), pp. 104, 106-107; W. Arslan, Inventario degli oggetti d'arie di Padova,Roma 1936, pp. 15-17, 79 a.; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, p. 256 s.