D'ANNA, Alessandro
Figlio del pittore Vito e di Aloisia Sozzi, nacque a Palermo, forse nel 1746 (data riferita nei soli manoscritti del Gallo, f. 908), ricordato quale seguace del padre del pari che il fratello Olivio - nel cui studio "dipinse a olio" seguendone lo stile "sebbene in modo languido" (ibid.). Dipinse in seguito anche a tempera (tecnica praticata anche dai fratelli Olivio e Rosalia) "bambocciate e vedutine" (ibid.), ed è menzionato dallo Zani (1822) quale pittore di paesaggi (si veda anche Vigo, 1827, p. 82: "valoroso nei paesi"; Parrino, 1932: "leggiadrissimo nei paesaggi a tempera"). Il D. è nondimeno conosciuto principalmente per le incisioni tratte da suoi dipinti o disegni con vedute del Vesuvio e dell'Etna (Schmidt, 1878).
A Palermo gli sono assegnati dal Gallo "una volta a fresco [non precisata] nel monastero di S. Caterina" e nella cappella di S. Francesco di Paola "diversi affreschi a istoria di detto Santo 1766": questi, probabilmente da non confondere con i quadroni a olio nella cappella intitolata al santo nella chiesa dei padri minimi di S. Francesco di Paola (S. Oliva), ascritti a Vito dal Di Giovanni (ms.). Infine, firmato e datato 1769, è un quadro a olio con la Vergine, s. Anna e s. Luigi (Palermo, Museo diocesano) già nella chiesa di S. Ninfa dei crociferi. Ad Acireale, dove condusse alcune opere del padre e si fermò per qualche tempo (Vigo, 1827), il D. affrescò la cappella di Gesù e Maria nella chiesa di S. Sebastiano - ivi è la firma e la data 1771 - nonché quella del Santo Amore nella chiesa di S. Pietro (Vigo, ibid.). Il Vigo (p. 82) ricorda ancora "l'Addolorata a piè del Crocifisso al Carmine a olio, e parimenti la Trasfigurazione al Calvario".
In data non precisata si trasferì a Napoli con il fratello Olivio e vi prese in moglie una pittrice di nome Margherita (Gallo). Insieme con il fratello fece parte di un'équipe di pittori incaricati dal re Ferdinando IV di ritrarre i costumi degli abitanti di varie regioni. Il D. e Olivio disegnarono tra il 1786 e il 1789 (Perrotti, 1971) quelli della provincia di Napoli "per uso della Real Fabbrica di Capodimonte" (Napoli Nobilissima, 1895), che furono incisi a Roma nel 1791 e tirati in rosso a Napoli presso Gervasi e Milani.
L'ultima data che del D. si conosce è il 1796, anno in cui dipinse, firmandola, una Festa napoletana (Christie's Review...,1976).
Fonti e Bibl.: Palermo, Bibl. naz., ms. XV H 19: A. Gallo, mss. [sec. XIX], ff. 875, 885, 908; Ibid., Bibl. com., ms. 2 Qq A 49: L. Di Giovanni, Le opere d'arte nelle chiese di Palermo, f. 78v; P. Zani, Enc. met. ... delle belle arti. Ind. gen., X,Parma 1822, sub voce; L. Vigo, Mem. stor. di Pietro Paolo Vasta, Palermo 1827, pp. 60, 69, 82 nota 45; W. Schmidt, in J. Meyer, Allgemeines Künstlerlexikon, II, Leipzig 1878, p. 76, sub voce; Napoli nobilissima, IV (1895), p. 144; V. Parrino, Vito d'Anna e i suoi affreschi nelle chiese di Palermo, Palermo 1932, pp. 15 s.; P. Sgadari Di Lo Monaco, Pittori e scultori sicil. dal Seicento al primo Ottocento, Palermo 1940, p. 39; G. Bellofiore, La civiltà artistica della Sicilia, Firenze 1963, p. 154; F. Pottino, Il Museo diocesano di Palermo, Palermo 1966, p. 29; M. Donato, La Pinacoteca Zelantea di Acireale, Acireale 1971, pp. 10, 52; A. C. Perrotti, La porcellana delle fabbriche borboniche, in Storia di Napoli, VIII,Napoli 1971, p. 642; Christie's Review of the Season, London 1976, fig. a p. 99; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, I, p. 530 (s. v. Anna, Alessandro d').