CUZZI, Alessandro
Nacque a Suna, (ora comune di Verbania, provincia di Novara), il 18 apr. 1849, da Giuseppe, negoziante e imprenditore, e da Mariarma Rattazzi. Compì gli studi elementari in parte privatamente e in parte a Pallanza, e quelli medi a Pallanza, a Mortara, a Novara, a Torino; in questa città, infine, frequentò i corsi universitari e si laureò in medicina e chirurgia il 5 ag. 1873. Fu assistente nelle cliniche ostetriche universitarie di Parma e di Torino (dirette rispettivamente da G. Calderini e da D. Tibone) nel 1873-74 e nel 1874-76, e nella scuola ostetrica di Milano (diretta da D. Chiara) nel 1876-79. Conseguì la libera docenza in ostetricia a Torino il 22 ott. 1877. Vincitore del concorso per il posto di professore-direttore della scuola di ostetricia di Novara, ebbe la nomina il 3 dic. 1878, ma tornò a Milano dopo poco più di un mese, il 7 genn. 1879.
Riuscito secondo nel concorso per la cattedra di ostetricia dell'università di Catania il C. venne nominato, trentenne, professore straordinario di ostetricia e clinica ostetrica nell'università di Sassari il 7 marzo 1879. A Genova, nel momento d'imbarcarsi per la Sardegna, ebbe l'annuncio che, dal 4 apr. 1879, era stato nominato titolare della stessa cattedra nell'università di Modena. Il giorno della sua prolusione (2 maggio 1879) egli aveva la mano destra bendata. Poco prima di lasciare Milano si era punto il pollice con il bisturi durante l'autopsia di un feto sifilitico. Gli vennero subito praticate cauterizzazioni, dopo le quali insorsero febbre e tumefazione delle linfoghiandole ascellari; la cicatrizzazione delle incisioni che dovettero essergli praticate fu molto lenta. L'attività svolta a Modena nel triennio successivo gli fece dimenticare che sarebbe stato necessario sottoporsi a cure mediche, e così venne lasciata via libera alla malattia che doveva portarlo prematuramente alla tomba sedici anni dopo.
Fu nominato professore ordinario a Catania il 1° maggio 1882, ma rimase in Sicilia poco più di un anno. Il 1° luglio 1883 venne infatti trasferito alla cattedra di Pavia, rimasta vacante per il passaggio del prof. E. Porro alla direzione dell'Istituto ostetrico di S. Caterina di Milano. Dal 1885 il C. fu anche condirettore della sezione ginecologica della Poliambulanza nulanese, e dal 1887 consulente e capo della guardia ostetrica di Milano, che aveva appena iniziato la sua attività assistenziale.
In quell'epoca la malattia che aveva contratto nel 1879 incominciò a dare segni che si fecero sempre più gravi: dimagrimento, astenia, dolori e disturbi della deambulazione. A nulla valsero le cure consigliate dai migliori specialisti in Italia e all'estero. Consapevole delle sue condizioni, e sapendo che non avrebbe potuto sopravvivere a lungo, il C. intensificò la sua attività, continuando a scrivere e a pubblicare fino all'ultimo e impartendo regolarmente le sue lezioni, anche se la grafia diventava sempre più irregolare e se era costretto a recarsi in clinica in carrozza e a farsi portare nell'interno dell'istituto su una sedia a rotelle.
Morì a Pavia il 4 genn. 1895.
Una lapide commemorativa sormontata dal busto del C. venne inaugurata nell'anfiteatro della clinica di Pavia il 16 ott. 1899, in occasione del VI congresso della Società italiana di ostetricia e ginecologia, e il 28 ag. 1910 fu scoperto sul lungolago di Suna, dove prima era il porticciolo per le barche della sua famiglia, un monumento erettogli dai suoi concittadini.
Il C. fu un valente clinico e un profondo studioso della patologia ostetrica e ginecologica. Per valutare la sua opera scientifica bisogna riferirsi all'epoca nella quale egli la concepì.
Nel 1873 (anno in cui il C. si laureava) la mortalità materna da taglio cesareo era talmente elevata che si ricorreva alla via laparotomica soltanto nelle viziature pelviche più gravi, quando non sarebbe stato possibile estrarre il feto per le vie naturali neanche con l'embriotomia; la situazione migliorò poi con l'introduzione di nuove tecniche operatorie da parte di E. Porro (1876), di F. A. Kehrer (1881) e di M. Sänger (1882). Tra il 1873 e il 1884, il C. dedicò molti dei suoi primi lavori alla vecchia ostetricia operativa vaginale: L'aiuta-forcipe (tesi di laurea, Torino 1873); Del forcipe. Studio storico-critico-sperimentale (tesi di concorso, ibid. 1875); Bacino piatto. Coniugata vera 80 mill. Vertice allo stretto superiore. Rivolgimento. Osservazione, in Osservatore. Gazzetta delle cliniche di Torino, XII (1877)., pp. 193-196, 209-214, 257-264; Sull'ostetricia sperimentale (prelezione a un corso libero di ostetricia con effetti legali), in Indipendente. Gazzetta medica di Torino, XXII (1878), pp. 20 ss.; Sul cranioclaste. Studi ed esperienze, ibid., p. 32; Sul forcipe Guyon. Studio clinico-sperimentale, ibid., p. 36; Ancora sul forcipe Guyon, ibid., XXIII (1879), p. 8; Forcipe e rivolgimento nel bacino ovalareobliquo. Nota sperimentale, in Giorn. intern. di scienze med., III (1881), pp. 30 ss.; Il forcipe Tarnier allo stretto superiore ed il pelvigoniometro, in Riv. clinica ..., 1882, pp. 645-685; Il cranioclaste del Braun e la inclinazione della base craniana nelle gravi viziature del bacino, in coll. it. di letture sulla med., s. 3, Milano 1885, pp. 385-447. In questi studi egli dimostrò una profonda conoscenza dei problemi fisici e matematici connessi con il meccanismo del parto e una spiccata predilezione per l'indirizzo sperimentale.
In un piccolo gruppo di lavori riguardante la profilassi dell'infezione puerperale mediante l'antisepsi, il C. mostrò il suo interesse al metodo che stava allora diffondendosi, e che permise di domare il terribile flagello che imperversava negli istituti di maternità: Contribuzione allo studio del metodo antisettico in ostetricia. Comunicazione preventiva, in Osservatore. Gazz. delle cliniche ... , XIII (1878), pp. 97-103; Il materiale infettante e la profilassi antisettica nella partortente e nella puerpera. Considerazioni e proposte, in Ann. di ostetricia, I (1879) pp. 321-346; Regolamento per l'assistenza asettica del parto nella pratica delle levatrici, in Giorn. per le levatrici, I (1887), pp. 24 ss.; L'igiene della partoriente ed il nuovo regolamento per le levatrici, Milano 1892; Patogertesi e profilassi della febbre puerperale, in Coll. it. di letture sulla med., s. 6, ibid. 1892, n. 5, estr.
Delle donne ricoverate nella clinica di Pavia nel decennio antecedente alla nomina del C. (1873-1883) soltanto venti non erano gravide; in quello successivo all'inizio della sua direzione (1883-1893) le non gravide furono milleottocentonovantotto. È quindi al C. che spetta il merito di aver affiancato la clinica ginecologica a quella ostetrica. A parte una Casuistica di ostetricia e ginecologia, pubblicata a Milano, in Ann. di ostetricia e ginecol., IV (1882), pp. 34-42, 152-165, 581-617, 755-760; V (1883)., pp. 37-44, i suoi lavori ginecologici comparvero tutti negli ultimi dieci anni della sua vita: Un caso di castrazione per fibromioma uterino, in Gazz. medica di Torino, XXXVIII (1886), estr.; Un nuovo metodo operativo per la cura del prolasso completo d'utero irriducibile, in Gazz. d. ospitali, VII (1886), pp. 267 ss., 283 ss., 293 ss.; Risultati prossimi e remoti in tre casi di castrazione, in Boll. d. Poliambulanza di Milano, I (1888), pp. 105-126; Sull'azione meccanica dei pessari, in Morgagni, XXX (1888), pp. 609-650, e in Boll. d. Soc.medico-chirugica di Pavia, I (1887)., pp. 58 ss.; Un nuovo processo operatorio nella cura dei fibromi uterini, ibid., II (1888), pp. 16-19; Un caso di gastro-isterorafia anteriore per retrofiessione uterina, in Boll. d. Poliambulanza di Milano, II (1889), pp. 14 ss. e in Boll. d. Soc. medico-chirurgica di Pavia, III (1889), pp. 13 s.; Un caso di isteropexis per retrofiessione uterina, in Riv. di ostetr. e ginec., III (1890), estr.; Un caso di laparomiomotomia con affondamento del peduncolo trattato col laccio elastico, ibid., VIII (1890), estr.; Il laccio elastico nel trattamento intraperitonale del peduncolo nelle laparomiomotomie, in Studi di ostetricia e ginecologia, Milano 1890, estr.; Risultati prossimi e remoti della raschio-amputazione dell'utero nella cura delle metriti croniche, in Gazz. med. di Pavia, I (1892), estr.; Contribuzione allo studio dell'azione della corrente costante nella cura dei fibromi uterini (in coll. con G. Resinelli), ibid., estr.; Le acque termali di Casciana nelle cure ginecol., in Morgagni, XXXVI (1894), pp. 121-149; Quattro casi di prolasso della mucosa dell'uretra femminile (in coll. con G. Resinelli), ibid., pp. 705-750. I metodi terapeutici esposti in questi lavori sono completamente superati, ma alla fine del 1800 costituivano una novità e un progresso.
La parte più importante dell'opera del C. è quella trattatistica, scritta negli ultimi anni, quando il corpo era sofferente ma lo spirito ancora alacre e la mente lucidissima: sei lunghi articoli per l'Enciclopedia medica italiana (Forcipe, 1884; Ovaio, patologia, 1887-88; Ginecologia, 1888; Ovariotomia, 1890; Gravidanza, 1892; Utero, 1894-95); La guida della levatrice (Torino 1893); Manuale di ostetricia ad uso delle levatrici (edito a Milano in quattro edizioni: 1887, 1891, 1893 e 1895); Trattato di ostetricia e ginecologia, ibid. 1926. Quest'ultimo, il suo capolavoro, è purtroppo rimasto incompleto; ne venne pubblicato soltanto il primo volume, che comprende l'Introduzione storica, l'Anatomia e fisiologia degli organi genitali femminei, la Gravidanza e parto normale e l'Assistenza al parto normale. Questi argomenti occupano mille fitte pagine, e quindi l'intera opera sarebbe stata monumentale.
Oltre che autore fecondo di lavori sempre ben documentati e ricchi di considerazioni originali, il C. fu un didatta appassionato e un grande caposcuola: molti degli attuali cattedratici italiani di ostetricia e ginecologia discendono scientificamente da lui attraverso i suoi allievi e gli allievi dei suoi allievi. Quattro dei diretti collaboratori del C. raggiunsero la cattedra universitaria: Arturo Guzzoni degli Ancarani (che, dopo la scuola di ostetricia di Novara, diresse le cliniche ostetriche e ginecologiche di Cagliari, Messina, Siena e Modena), Ernesto Pestalozza (cliniche di Genova, Firenze e Roma), Innocente Clivio (scuola di Ferrara e cliniche di Parma, Pavia e Genova) e Giuseppe Resinelli (scuola di Ferrara e cliniche di Cagliari, Parma e Firenze).
Oltre a quelli già citati, il C. fu autore dei seguenti lavori: Semiologia delle malattie dell'infanzia, in Osservatore. Gazz. d. clin. di Torino, X (1875), pp. 439-445, 451-454, 465-471; Concetto del parto. Ecbolici ed oxitocici. La segale cornuta e l'acido fosforico in ostetricia, ibid., XI (1876), pp. 561-566, 580-585; Medicina legale. Accusa d'infanticidio, in Indipendente. Gazz. med. di Torino, XXVII (1876), estr.; Ostetricia legale. Contribuzione alla dottrina dell'infanticidio, in Osservatore. Gazz. d. clin. di Torino, XII (1877), pp. 353-359, 385-394, 449-452, 467-473, 481-490, 497-501; Contribuzione allo studio ostetrico del cloridrato di pilocarpina, ibid., XIII (1878), pp. 641-649, 657-661; Le ecchimosi sottopleurali e sottopericardiche delfeto e del neonato, sotto il punto di vista ostetrico e medico-legale. Studio, in Ann. di ost., I (1879), pp. 3652; Due nuovi fatti clinici sull'uso del cloridrato di pilocarpina per provocare il Parto prematuro. Osservazioni e commenti, ibid., pp. 22-35; Ricerche di cromocitometria e termometria ostetrica, ibid., II (1880), pp. 385-419; Due casi di recidiva di febbre da malaria dovuta al traumatismo del parto, ibid., pp. 552-575; La durata dell'emorragia menstrua in rapporto con lo sviluppo del feto a termine e con la gravidanza multipla. Studio, in Rivista clinica, 1882, pp. 257-273, 343-351; Contributo all'anatomia dell'ovaio della donna gravida, ibid., 1884, pp. 577-591; Contributo allo studio della tromba di Falloppio durante la gravidanza. Nota istologica, in Morgagni, XXIX (1887), pp. 333-338; Busta per le levatrici, in Bollettino d. Soc. medico-chirurgica di Pavia, I (1887), pp. 24-25; Su di un mostro doppio eteradelfo. Considerazioni, in Gazzetta d. ospit., XIV (1893), pp. 305-311; La fisiologia del primo anno di vita. Brevi considerazioni, in Racc. di scritti di med. per colti profani, III, Trieste 1892-94, pp. 444; Un embrione ai primissimi stadi di sviluppo (in collab. con G. Crosti), in Atti d. XI Congr. med. internaz. (1894), Roma 1894-95, estr. Corredò inoltre di note la traduzione italiana del Trattato di medicina di Charcot, Bouchard e Brissaud.
Nel gennaio 1887 il C. fondò il Giornale per le levatrici, e lo diresse per un triennio. In esso pubblicò all'inizio il suo Programma e alla fine il suo Commiato, piùdue articoli: Può la levatrice eseguire il rivolgimento? (1888) e La placenta previa (1888). E nel 1890 partecipò, con Domenico Tibone e Giovanni Inverardi, alla fondazione della Rivista di ostetricia e ginecologia.
Dette anche alle stampe il Regolamento organico e regolamento interno dell'Istituto ostetrico annesso alla maternità e brefotrofio di Modena, 1879, Modena 1882; la sua prolusione a Pavia, Il mio programma, in Ann. di ost., V (1883), pp. 677-693;. il discorso da lui pronunciato nell'iniziare il corso alla guardia ostetrica di Milano, in Gazz. d. ospit., VIII (1887), pp. 22 s.; I primi 79 giorni della guardia ostetrica di Milano, Milano 1887; La clinica ostetrico-ginecologica dell'università di Pavia nel triennio 1883-84, 1884-85, 1885-86. Brevi considerazioni e confronti, in Gazz. d. ospit., VIII (1887), pp. 236 ss., 244 ss.; I due ultimi trienni alla Clinica di Pavia, in Boll. d. Soc. med.-chir. di Pavia, I (1887), pp. 31 s.; Un po' di rendiconto della clinica ostetrica di Pavia nell'anno scolastico 1886-87, e narrazione di nove laparotomie con otto guarigioni, in Gazz. d'ostetricia, IX (1888), pp. 4-7, 10-13,20 ss.; Le condiz. dell'Istit. ostetrico-ginecologico dell'univers. di Pavia dieci anni dopo la prelezione "Il mio programma", Pavia 1894.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, IX (1895), pp. 131-155; in Atti della Soc. ital. di ostetricia e ginecol., II (1895), pp. 17-81 ; Inaugur. del busto del prof. A. C., ibid., VI (1899), pp. XIX-XXX.