CONTARINI, Alessandro
Nacque presumibilmente dopo il 1480, a Venezia o in uno dei domini d'Oltremare della Repubblica, dove il padre, Imperiale di Artale, dei Contarini da SS. Apostoli, ricoprì cariche di rettore in quegli anni. La madre era una figlia di Giovanni Soranzo.
Il padre era nato nel 1455; fu capitano e provveditore a Modone e nel 1495 podestà e capitano di Belluno; fu senatore e morì nel 1505. Il C. ebbe quattro fratelli: Ludovico e Matteo, morti giovani; Piero, che morì in Siria nel 1524 ed Artale; ebbe inoltre due sorelle.
La prima menzione pubblica dei C. risale al 1509, quando in Collegio venne lodato dagli oratori di Sacile per il suo operato in qualità di podestà; nel febbraio 1516 è qualificato "fu alla becaria", il che significa che negli anni immediatamente precedenti ricoprì quella magistratura che comportava la cura dell'approvvigionamento e dei dazi delle carni. Nel 1517 partecipò all'asta per una delle galee di Beirut e sembra interessato agli affari ed ai conunerci con l'Oriente, tant'è vero che nel 1521 lo troviamo impegnato, assieme al fratello Piero, in una lunga causa a proposito di denari che, a suo avviso, doveva avere dal cottimo di Damasco. Tra il 1521 e il 1522 fu in mare alle dipendenze del capitano delle galee di Beirut, Andrea da Molin, il quale nel novembre 1521 lo inviò a Cipro, perché si mettesse a disposizione dei rettori dell'isola e nel novembre '22 lodò vivamente a Venezia i suoi due sopracomiti, Nicolò Dorià e il Contarini.
Anche il C. si avvalse del sistema, da molti deprecato, ma irresistibilmente presente nella vita di Venezia nei momenti di crisi ed in particolar modo di guerra, di ottenere le cariche per denari: infatti nel dicembre 1524, assieme ad altri sei gentiluomini, offrì quattrocento ducati per entrare in Pregadi e mantenere il titolo di senatore finché non gli venissero restituiti. Il suo prestigio dovette comunque crescere in quegli anni, se nel 1526 lo troviamo accanto al doge tra i più illustri patrizi ìn cerimonie pubbliche e se nel maggio dello stesso anno venne nominato capitano delle galee di Beirut. Nel dicembre era in mare, trasportando mercanti, mercanzie e pellegrini; nel gennaio 1527, attestato di una brillante attività navale, fu scrutinato per la carica di provveditore d'Armata, risultando alla fine battuto per non molti voti. In questi anni fu capitano delle galee di Alessandria, ma non si può con sicurezza affermare quando: potrebbe essere nel 1525, quando troviamo anche un Alessandro Contarini impegnato a trattare mercanzie in Egitto o nel 1528, dopo il suo comando delle galee dì Beirut. Nel 1527 lo troviamo invece impegnato in Terraferma, inviato alla difesa di Padova.
Nel gennaio 1529 il suo nome compare per la prima volta, seguita da numerose altre negli anni seguenti, tra i patrizi che prestano, sotto varie forme e con interessi fino al 25 % all'erario pubblico: le cifre che presta, a confronto di altri, sono abbastanza modeste, venticinque o cinquanta ducati.
Dall'aprile 1529 al marzo 1530 fu provveditore sopra i Conti; dalrottobre 1531 al settembre 1532 provveditore sopra l'Armar, carica che ricoprirà varie altre volte nel prosieguo della sua vita e nella quale rivelerà le ottime capacità derivategli dalla sua esperienza di capitano di galee, ottenendo l'elogio delle più alte magistrature della Repubblica.
Si trattava di sovrintendere al materiale e al personale della marina da guerra che si veniva a trovare a Venezia, quindi per lo più in disarmo o in allestimento, e di esercitare inoltre una sommaria giurisdizione nelle questioni tra ufficiali, marinai, condannati.
Nel 1529 aveva sposato una figlia di Alvise Duodo, che gli avrebbe dato quattro figli, due maschi e due femmine.
Dal maggio 1533 al maggio 1534 fu dei Dieci savi di Rialto; seguono dieci anni nei quali non abbiamo notizie sicure del C.; si può verosimilmente ipotizzare la sua partecipazione alla guerra contro i Turchi del 1537.
È probabilmente più fondata l'attribuzione ad Alessandro Contarini, figlio di Andrea, di alcune magistrature ad elezione senatoria durante gli anni '40, prima che il C. partisse per Costantinopoli come bailo: infatti, accanto al nome, per lo più privo del patronimico nei registri delle elezioni dei Senato, figura la sigla che significa "procuratore" e Alessandro di Andrea era stato creato nel 1538 procuratore di S. Marco.
L'11 nov. 1544 il C. fu eletto bailo a Costantinopoli, carica di grandissimo prestigio; parti agli inizi dell'anno seguente, per rimanere a Costantinopoli ventiquattro mesi e riferire al Senato nel gennaio 1547.
Di questa missione a Costantinopoli ci è rimasto un buon numero di lettere, centodiciassette, scritte però non dalla capitale ottomana ma da varie città dove il C. si fermò durante il suo spostamento e nelle quali alle volte rimase anche abbastanza a lungo per trattare con diversi piccoli principi turchi, con i quali Venezia aveva problemi di confine e di vicinato non meno che con il governo centrale turco. Abbiamo infatti lettere da Parenzo, Sebenico, Spalato, Clissa, Bergaso, Pera ed Adrianopoli dalle quali emergono, accanto alle minuziose e interessanti descrizioni del viaggio, i non facili rapporti tra la Repubblica e questi signori turbolenti.
Tornato a Venezia, il C. ne dovette ripartire non molto tempo dopo per un altro incarico importante, quello di luogotenente a Cipro. Al suo ritorno in patria inizio per il C. un intenso periodo di attività amministrativa.
Per quanto riguarda le cariche da lui ricoperte dopo il 1550 si deve tuttavia notare che al rischio di confusioni per omonimia con Alessandro di Andrea si aggiunge, e dopo il 1553 si sostituisce, lo stesso rischio in relazione ad Alessandro Contarini, figlio di Stefano, attivo in quegli anni.
Fuori di ogni dubbio è la partecipazione del C. prima alla zonta e poi al Consiglio dei dieci, segno tangibile dei suo essere arrivato ai vertici del patriziato veneziano; come anche fu certamente lui uno degli elettori del doge Priuli nel 1559. Nel 1554 fu eletto nuovamente provveditore all'Armar, mentre savio alla Tassazione della città fu probabilmente Alessandro di Stefano. Nel 1555 fu provveditore sopra le Fortezze, altra carica a carattere eminentemente militare, come molte ricoperte dal C. nel decennio precedente la sua morte.
Si trattava di una magistratura di recentissima creazione, destinata a vigilare su castelli, mura e fortezze e ad amministrare il fondo sempre depositato nella Zecca per questi scopi ed era, quello delle fortezze, un problema allora molto urgente di strategia militare, che suscitò anche interventi di illustri scrittori di cose di Stato.
Nel contempo il C. era stato rieletto provveditore sopra l'Armar; per quanto riguarda le magistrature di savio alla Mercanzia e di provveditore sopra agli Olii dall'ottobre dello stesso anno, non ci sono elementi per attribuirgliele con certezza; invece certamente il C. fu eletto alle cariche di provveditore sopra l'Armar nell'ottobre 1557, di nuovo alla medesima magistratura nel settembre 1561; ancora fu sicuramente governatore agli Introiti dal marzo 1562 al marzo 1563 e, nell'ottobre 1563 fu eletto provveditore all'Arsenal. Morì a Venezia il 17 ag. 1564.
Imperiale, primo dei figli maschi, nato nel 1537, sposò nel 1559 Laura Dolfin e raggiunse una particolare notorietà come organizzatore del ricevimento della Repubblica ad Enrico III di Francia; morì nel 1594.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Segretario alle voci, Elez. del Maggior Consiglio, regg. 1-3; Ibid., Elezioni del Senato, regg. 1 s.;Ibid., Capi Consiglio dei dieci, Lettere rettori, b. 290, ff. 24 s., 28-33; Ibid., Arch. proprio Co stantinopoli, filza 4, ff. 1-117; Ibid., M. Barbaro, Arbori de' patritii ven., II, c. 487; Venezia, Bibl naz. Marciana, Mss. Ital., c. VII, 15 (= 8304): G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, II, c. 311r; M. Sanuto, Diarii, VII, XXI, XXIV, XXVII, XXIX, XXXII, XXXIV, XXXVI s., XLI, XLIII, XLIV, XLIX, L, LIV-LVI, Venezia 1897-1902, ad Ind.;E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Venez., V, Venezia 1842, pp. 578 s.; Arch. di Stato di Venezia, Dispacci degli ambasciatori al Senato, Indice, Roma 1959, p. 2.