BUSI, Alessandro
Nacque a Bologna il 28 sett. 1833 da Giuseppe e da Maria Passarotti.
Giuseppe, nato a Bologna (1808), studiò musica con i maestri Palmerini e T. Marchesi e fu noto dapprima come organista poi come compositore. Stimato da Rossini, nel 1832 ottenne la cattedra di contrappunto al liceo musicale di Bologna; nominato anche membro della locale Accademia filarmonica, dal 1845 ne divenne presidente.
Conosciuto per alcune sue composizioni originali di musica sacra, ma soprattutto per le numerose trascrizioni di musiche organistiche di Frescobaldi e di musiche polifoniche di autori bolognesi dei secc. XVI-XIX, scrisse anche una Guida del contrappunto fugato, rimasta inedita. Morì a Bologna il 13 marzo 1871.
Appresi i primi insegnamenti dal padre, il B. si dedicò alla composizione e allo studio del violoncello, che suonò in seguito nell'orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Nel 1854 compose la prima Sinfonia a grande orchestra, alla quale nel 1857 seguirono altre due sinfonie per orchestra, in la maggiore e in do, e un Notturnino per canto e pianoforte, lavori che gli valsero l'aggregazione all'Accademia filarmonica come maestro numerario. Nominato censore dei cantanti nella stessa Accademia nel 1863, l'anno dopo ebbe l'incarico di concertatore e sostituto del direttore d'orchestra, A. Mariani, al Teatro Comunale. Nel 1865 divenne per concorso insegnante di armonia al liceo musicale e nel 1871, dopo la morte del padre, gli furono affidate dalla giunta comunale anche le cattedre di contrappunto e di composizione, di cui ricevette conferma il 7 ottobre dello stesso anno e il decreto definitivo di nomina il 21 giugno 1872. Nel 1884 fu nominato anche professore di canto, mantenendo gli insegnamenti precedenti di contrappunto e di composizione, e chiamato a far parte di una commissione direttiva dello stesso liceo musicale, istituita in seguito alla partenza del direttore Luigi Mancinelli. Maestro infaticabile e apprezzato (era stato nominato anche socio corrispondente dell'Istituto musicale di Firenze), fu pure attivo alla basilica di S. Petronio dal 1888 al 1891 ma soprattutto svolse la sua intensa operosità all'Accademia filarmonica, organizzando concerti, scrivendo abitualmente composizioni per la sacra funzione annuale e come membro delle commissioni d'esame. Nel gennaio 1891 gli fu offerta la presidenza dell'Accademia, ma il B. rifiutò, accettando, invece, nell'aprile dello stesso anno, la carica di "consigliere d'arte", da lui tenuta fino alla morte. Morì a Bologna l'8 luglio 1895.
Compositore notevole, anche se non particolarmente originale, onorò con la sua produzione la scuola bolognese, seguitandone con dignità la tradizione stilistica. Fu, però, innanzi tutto un ottimo maestro, e dei suoi molti allievi si ricordano G. Zuelli, G. Coronaro, G. Orefice, per la composizione, e, per il canto, Erminia Borghi Mamo, Giuseppina Gargano, Isabella Meyer, Alfonso Garulli, Luigi Borghi. Numerose anche le composizioni lasciate, fra le quali, oltre a quelle citate, le più importanti da ricordare sono le seguenti: Excelsior. Sinfonia a grande orchestra con coro, Bologna 1871 (in memoria del padre); Preludio sinfonico, per grande orchestra, Bologna s.d.; In alto mare, capriccio fantastico per orchestra e coro, ibid.; Elegia funebre per orchestra, ibid.; Messa a cappella, a quattro voci, tenori e bassi con organo, violoncelli e contrabbassi, Torino 1864; Introito e Kyrie da morto, a quattro voci con orchestra, Bologna s.d. (ma 1870); Messa, a quattro voci virili (tenori e bassi) e piena orchestra, Firenze s.d.; Messa da requiem, per tenori, bassi e grande orchestra, Bologna s.d.; Offertorio di Natale, per soprano, coro a quattro voci ineguali, archi e organo, ibid. 1889; due Ouvertures, una per orchestra e l'altra per orchestra e banda, ibid. s.d.; Gavotta, in si bemolle maggiore, per due violini, viola e violoncello, ibid. 1880, Divertimento per flauto e pianoforte sull'opera "La forza del destino" di Verdi, Torino s.d.; La partenza dell'esule, notturnino a cinque voci, ibid.; Sconforto, melodia per soprano e pianoforte, Firenze s.d.; Fulgida e bionda ne l'adamantina, frammento dall'ode Alla Regina d'Italia del Carducci, Bologna s.d. Musicò, inoltre, il ballo Giulio Cesare, sucoreografia di H. J. Monplaisir, rappresentato il 26 dic. 1974 al teatro alla Scala di Milano.
Fu suo fratello Leonida, nato a Bologna il 4 maggio 1835, noto giureconsulto e storiografo musicale. Segretario dell'Accademia filarmonica per oltre quindici anni, nel 1894 iniziò a tenervi conferenze intrattenendo il pubblico con una sua presentazione critica di Pier Luigi da Palestrina. Collaboratore dell'Arpa e di altre riviste musicali, diede un discreto contributo agli studi musicologici scrivendo i saggi B. Marcello musicista del sec. XVIII. Sua vita e sue opere, Bologna 1884, e Il padre G. B. Martini. Musicista-letterato del sec. XVIII: notizie, Bologna 1892. Morì a Bologna il 27 dic. 1900.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in Gazz. mus. di Milano, L (1895), n. 28, p. 483; G. Masutto, I maestri di musica italiani nel XIX sec., Venezia 1882, p. 31; A. Cicognani, A. B. La sua "Messa da requiem", in Gazz. music. di Milano, XLV (1890), n. 37, p. 588 s.; L. Torchi, Commemor. di A. B. tenuta alla R. Acc. Filarmonica di Bologna il 31 maggio 1896, Bologna 1896; G. Righi e L. Righi, Le poesie musicate di G. Carducci, in L'Archiginnasio, XXVII(1932), nn. 1-2, p. 87; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del liceo music. di Bologna, Bologna 1961, I, p. 129; II, p. 47; III, p. 268; IV, pp. 6 s., 35, 96, 191; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 266; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, pp. 345 s.; La Musica. Diz., I, Torino 1968, p. 314.