BRUSCHETTINI, Alessandro
Nacque a Senigallia il 31 maggio 1868. Compiuti gli studi classici, s'iscrisse alla facoltà di medicina all'università di Bologna, e sotto la guida di G. Tizzoni, dal quale apprese le tecniche microbiologiche, si appassionò alla ricerca sperimentale ordinata e metodica, dimostrando ben presto doti di studioso serio e preparato. Nel luglio 1890 conseguì la laurea in medicina e chirurgia, discutendo una tesi sperimentale sul comportamento del virus della rabbia nel vuoto e in presenza di vari gas; questo lavoro e l'altro Sulla diffusione del veleno del tetano nell'organismo (Bologna 1891) - nel quale dimostrava per primo che la tossina tetanica è in grado di penetrare nel sangue dalla lesione iniziale e di localizzarsi nel sistema nervoso, ed è eliminata poi dall'organismo per via renale -, presentati al concorso del premio Vittorio Emanuele del 1891, gli valsero il titolo di vincitore ex aequo con altri.
Divenuto assistente volontario e poi effettivo del Tizzoni, proseguì le ricerche microbiologiche intraprese, in stretta aderenza con i problemi pratici della medicina: così, durante una epidemia influenzale che infierì a Bologna nel 1892, riuscì a dimostrare nel sangue dei malati in fase acuta la presenza di un bacillo simile a quello descritto in altre ricerche da R. Pfeiffer nell'escreato dei soggetti colpiti (Ricerche batteriologiche sull'influenza, in Archivio per le scienze mediche, XVI [1892], pp. 72-86); nello stesso anno, dimostrò, contemporaneamente a G. Widal e ad A. Chantmesse, ma indipendentemente da questi, la possibilità di conferire una sicura immunità antitifica con culture uccise con il calore a 60 ºC. Nel 1893, essendosi classificato secondo in un concorso per l'ammissione a un corso di perfezionamento presso una università straniera, scelse di essere inviato presso il laboratorio dell'University College di Londra, allora diretto da V. Horsey. Qui nacque il suo interesse per i problemi immunologici e vaccinoterapici inerenti all'infezione tubercolare umana, che avrebbe poi approfondito alcuni anni più tardi a Genova.
Tornato in Italia, rimase ancora a Bologna per l'anno accademico 1894-95, e proseguì le ricerche nel settore inununologico, dimostrando per primo, in collaborazione con E. Centanni, la polivalenza dei vaccini ed elaborando la preparazione di un vaccino antipiogeno polivalente (Lavaccinoterapia nelle infezioni da piogeni, Genova, s.d.). Trasferitosi presso l'istituto di igiene dell'università di Torino in qualità di assistente di E. Perroncito, direttore del laboratorio di parassitologia, iniziò un periodo di fervida collaborazione con lo studioso torinese, tra l'altro descrivendo un metodo di preparazione di un vaccino contro la pneumoenterite dei suini, in cui per la prima volta veniva usato come mezzo di sterilizzazione l'etere, tecnica che alcuni anni dopo H. Vincent, all'oscuro delle precedenti ricerche del B., avrebbe ripreso nella preparazione del vaccino antitifico.
Ottenuta per titoli la libera docenza in igiene nel 1898, il B. nel 1904 si trasferì a Genova, e in quella università diresse, sino al 1912, la sezione per la preparazione del siero antidifterico e del vaccino jenneriano dell'Istituto di malattie infettive. Sempre a Genova, nel 1912 fondò il Laboratorio di terapia sperimentale, tuttora esistente, con l'intento precipuo di approfondire lo studio dei problemi immunologici legati all'infezione tubercolare: strenuo assertore della necessità di ricorrere alla immunizzazione attiva antitubercolare con l'ausilio di germi vivi attenuati e dei loro prodotti del ricambio vitale non alterati dal calore, riferì in numerosi congressi internazionali in Italia e all'estero le sue esperienze con il "siero-vaccino" ed il "vaccino curativo di I e di II grado" da lui preparati, suscitando il vivo interesse dei contemporanei (L'immunità e la cura della tubercolosi col siero-vaccino Bruschettini [dagli Atti della Conferenza internazionale della tubercolosi in Bruxelles, ottobre 1910], Genova 1911; L'immunité et la thérapie dans la tuberculose [comunicazione alla XI Conferenza internazionale contro la tubercolosi, Berlino 21-25 ottobre 1913], ibid. 1913).
Microbiologo di cultura assai ampia, studioso e ricercatore di valore, seppe trasfondere ai suoi allievi la passione per quella branca della medicina alla quale aveva dedicato tutto se stesso, sostenendo costantemente la necessità per il microbiologo di conoscere le altre discipline mediche, e in modo particolare l'anatomia patologica.
Morì a Genova il 25 nov. 1932.
Bibl.: A.B., in La medicina ital., VI (1925), 4, pp. 245-248; G. Grosso, A.B., in Boll. Sez. ital. Soc. intern. microbiol., IV (1932), 6, p. 509; R. Guerrieri, Necrol. di A. B., in Università ital., XXVIII (1932), p. 207; Necrol., in Riv. sanit. sicil., XV (1932), p. 1746; M. Mariotti, A. B., in Minerva medica, XLVIII (1957), pp. 3953 s.