Braccesi, Alessandro
Nato a Firenze nel 1445, B. (detto anche Bracci) fu avviato alla professione notarile, che esercitò dal 1467 fino alla morte, come attestano ben nove volumi di protocolli notarili contenenti gli atti da lui rogati. B. ebbe così accesso alle cariche pubbliche, comparendo sempre più spesso negli elenchi degli ufficiali della Repubblica fiorentina.
Come segretario partecipò alle missioni diplomatiche di Iacopo Guicciardini e Pierfrancesco de’ Medici a Napoli e a Roma tra il 1470 e il 1471, e successivamente si recò a Bologna e a Ferrara, ma non è noto in quale veste. Contemporaneamente si dedicava alla poesia volgare e latina, probabilmente sotto l’influenza di Cristoforo Landino, anche se nulla prova che ne seguisse i corsi universitari. Una prima raccolta poetica in volgare fu allestita da B. intorno al 1473: divisa in due sezioni, comprende un canzoniere amoroso di ispirazione petrarchesca e duecento sonetti caudati in cui l’autore prende a modello la poesia del Burchiello. D’ispirazione analoga sono anche quattro canti carnascialeschi di cui si ignora la data di composizione, ma che probabilmente risalgono allo stesso periodo. Nel 1477 B. raccolse anche le sue poesie latine divise in tre libri: un Amorum libellus, dedicato a Francesco Sassetti, un Secundus libellus elegiarum ad amicos e un Epigrammatum libellus con dedica a Lorenzo de’ Medici. Mentre il primo libro è interamente consacrato alla narrazione dell’amore del poeta per Flora, i due successivi, di più vario argomento e tenore, hanno il pregio di illustrare i legami di B. con illustri rappresentanti della Firenze medicea, da Cristoforo Landino al Verino, da Naldo Naldi a Piero Cennini, da Poliziano a Marsilio Ficino e altri. Circa dieci anni più tardi B. curò una seconda redazione della raccolta, dedicandola questa volta a Guidobaldo di Montefeltro. Nel frattempo il poeta si era dedicato al volgarizzamento, con significative modifiche rispetto al testo originale, dell’Historia de duobus amantibus, stampato per la prima volta a Milano nel 1481-1483 e poi più volte ristampato.
Con gli anni Ottanta la carriera di B. nella cancelleria fiorentina conobbe un nuovo impulso grazie anche a Bartolomeo Scala, che lo volle come suo collaboratore: fu cancelliere dei Dieci di Balìa dal 24 marzo 1480 e notaio degli Otto di pratica dal 3 luglio al 30 ottobre dello stesso anno; il 5 dicembre 1483 fu nominato tra i sei segretari della Repubblica, con un mandato della durata di tre anni poi riconfermato per un altro anno, a partire dal 1° gennaio 1487. Scaduto questo incarico, B. fu destinato alla direzione della cancelleria degli Otto di pratica per la trattazione degli affari esteri di Firenze, incarico che lo portò a importanti missioni diplomatiche. Dalla fine del 1491 al novembre 1494 B. fu a Siena, con cui tradizionalmente Firenze intratteneva rapporti molto delicati.
Alla caduta dei Medici B. fu rimosso dal suo ufficio di segretario, ma, dopo poco, fu incaricato di missioni a Perugia e a Lucca, probabilmente in virtù dei suoi legami con i savonaroliani. Nel marzo 1497 B. fu inviato a Roma, nelle vesti di mandatario segreto in appoggio all’ambasciatore ufficiale Ricciardo Becchi, per trattare con Alessandro VI; questi chiedeva che Firenze aderisse alla lega antifrancese, costituita nel 1495 contro Carlo VIII (→), mentre a complicare i rapporti fra le due parti emergeva il problema della predicazione di Girolamo Savonarola. B. era un convinto sostenitore del domenicano, cui forniva informazioni sugli avvenimenti in curia (la cosa risulta dalle dichiarazioni rese da Savonarola nel corso del processo che lo condannò a morte). Alla fine di dicembre del 1497 Domenico Bonsi fu designato successore di B., che tuttavia rimase a Roma, nonostante la nomina (18 febbr. 1498) a cancelliere della seconda cancelleria (incarico per cui anche M. aveva concorso).
Arrestato Savonarola e ucciso Francesco Valori, B. fu rimosso dall’ufficio e richiamato a Firenze (dove, il 19 giugno 1498, M. era stato eletto al suo posto a capo della seconda cancelleria). Estromesso dalla vita pubblica, B. ritornò alla professione di notaio, ma nell’ottobre 1502 fu nuovamente incaricato di una missione diplomatica a Roma, sempre in veste di mandatario segreto, «per dare pasto al papa» (F. Guicciardini, Storie fiorentine, xxiii, a cura di A. Montevecchi, 1998, p. 389) che cercava un’alleanza con Firenze. Dopo una breve malattia, B. moriva a Roma il 7 luglio 1503.
Prima delle ultime missioni diplomatiche, B. si era dedicato al volgarizzamento delle Storie di Appiano.
I quattro libri delle Guerre esterne (puniche, siriache, partiche e mitridatiche) furono pubblicati a Roma da Eucario Silber nel 1502, mentre i cinque libri delle Guerre civili vennero stampati a Firenze soltanto nel 1519.
Non risultano rapporti diretti fra B. e M.: mentre quest’ultimo era impegnato a Imola nella seconda legazione al Valentino, Niccolò Valori gli annunciava la prossima missione di B. a Roma (23 ott. 1502, Lettere, p. 58). B. è inoltre citato in alcune lettere di Biagio Buonaccorsi a M. (Lettere, pp. 63, 66, 67, 69, 70, 73), e il suo nome compare anche nel carteggio relativo alla già citata seconda legazione di M. al duca Valentino.
Bibliografia: Alexandri Bracii Carmina, a cura di A. Perosa, Firenze 1943; Soneti e canzone, a cura di F. Magnani, Parma 1983.
Per gli studi critici si vedano: N. Rubinstein, The beginnings of Niccolò Machiavelli’s career in the Florentine chancery, «Italian studies», 1956, 11, pp. 72-91; P.O. Kristeller, An unknown correspondence of Alessandro Braccesi with Niccolò Michelozzi, Naldo Naldi, Bartolomeo della Scala and other humanists (1470-1472), in Classical, Mediaeval and Renaissance studies in honour of Berthold Louis Ullman, ed. Ch. Henderson, 2° vol., Roma 1964, pp. 311-59; A. Perosa, Braccesi (Braccese, Bracci, Braccio, Braccia; Braccius, De Braccesis, Brachiensius) Alessandro, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 13° vol., Roma 1971, ad vocem; P. Viti, Il carteggio della seconda missione romana di Alessandro Braccesi, in Studi in onore di Leopoldo Sandri, 3° vol., Roma 1983, pp. 959-86; P. Viti, Censimento delle lettere di Alessandro Braccesi, «Archivio storico italiano», 1984, 142, pp. 377-420; G. Scichilone, Terre incognite. Retorica e religione in Machiavelli, Milano 2012, pp. 139-42.